Derivati al veleno

La Banca MPS vive un momento difficile per le conseguenze lente e inesorabili di operazioni del passato. La somma a rischio è molto elevata, in parte contrastata da plusvalenze sui BTP e supportata dalla costosa (9%) acquisizione dei Monti Bond. Impossibile oggi ricorrere a puro capitale di rischio. Già fatto e con esiti non positivi per gli azionisti. Nuova raccolta è ostacolata dal difficile momento reputazionale.

Derivati al veleno

Guardiamo al passato. Amministratori e dirigenti del tempo sono stati sostituiti, restando singole eventuali responsabilità personali, penali e civili (azioni di responsabilità). Il nuovo management affronta il passato a discapito del futuro. Per le Autorithy si deve valutare il contrasto alle sue azioni (reato di ostacolo informativo alla vigilanza) e l’assenza di ispezioni ordinarie generali e specifiche per il periodo oggi a rischio. Dal punto di vista interno è sicuramente mancata l’azione di compliance (introdotta in forma obbligatoria nel durante degli eventi), ma è risultata debole o non indipendente la funzione di audit, consentendo operazioni non controllate per volumi oltre ogni possibile autonomia (oltre 500mln€). Ne emerge un modello organizzativo debole ed impreciso, scavalcabile a livello di dirigenza con poteri incongrui rispetto al rischio. Tre fattori che giustificano interventi, oggi ex-post, della vigilanza.
Si dovrà anche valutare se il carosello dei  movimenti possa aver consentito la formazione di commissioni il cui beneficio potrebbe aver contrastato e conflittuato l’interesse della banca stessa.
Ulteriore valutazione merita il riscontro che la governance della banca abbia subito un forte peso politico, non sempre denso di competenze, innalzando il potere autonomo del management agevolandone eventuali (anche isolate) operazioni in conflitto.

Manca invece al momento la fattispecie dell’abuso di mercato nei confronti della clientela; peraltro il mercato subisce gli effetti del tracollo del titolo (dopo un rialzo solo parzialmente giustificato).
Valuto anche molto cospicuo il volume dei Monti Bond, non facilmente rimborsabili nel tempo previsto, il cui effetto sarebbe il controllo di minoranza qualificata da parte dello Stato alla scadenza. Senza polemiche di scopo sottolineo contabilmente che l’ammontare è omologo all’incasso dell’IMU sulla prima casa. Sullo spreco non ci sono possibili contestazioni.

Mancava al contesto italiano una situazione di crisi bancaria altrove più diffusa. Come in Germania, la fonte tocca i poteri politici locali.
Resta il dubbio sulla soluzione finale, oggi incerta nella sua individuazione. A quasi 20 anni dal caso del Banco di Napoli, senza possibili aiuti di Stato si ripete un caso critico che colpisce banche dalla tradizione secolare, tradite dall’imperizia nell’utilizzo del farmaco “derivato” gestito da uno speziale troppo orientato all’uso di singole componenti piuttosto che alla “soluzione” ottimale. E’ necessario impedire in assoluto il potere decisionale di un solo soggetto. Ricordate Bnl-Atlanta, Baring, Sogen, Fuld-Lehman, JpMorgan?

GIUSEPPE G. SANTORSOLA
Professore Ordinario di
Economia degli Intermediari Finanziari.
Università Parthenope di Napoli
santorsola@uniparthenope.it

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