DELOITTE, CON IL PNRR LE AZIENDE ITALIANE POSSONO DIVENTARE PIU' ATTRATTIVE PER L'ESTERO
Roma, 13 maggio 2022. Di Roberto Race.
«Se prendiamo le principali economie europee - spiega Marco Vulpiani di Deloitte presentando lo studio - l'Italia è il Paese con il valore medio più basso in termini di flussi di Investimenti Diretti Esteri (IDE) in percentuale al Pil (25% nel 2020 verso una media area Euro del 77%).
Nell’analisi sono state esaminate ulteriori criticità note del sistema Italia. «Secondo i dati OCSE, nel 2020- evidenzia Vulpiani- il gettito fiscale complessivo ammontava a circa il 43% del PIL, inferiore solo alla Francia rispetto alle altre grandi economie europee.
Nonostante ciò – si legge nello studio – in termini di stock si rileva una crescita negli ultimi anni nel rapporto tra Investimenti Diretti Esteri in entrata e Pil, in linea con il trend europeo. Inoltre, emerge che il valore creato dalle multinazionali in Italia, in termini di valore aggiunto realizzato e di investimenti diretti esteri in entrata, sia cresciuto significativamente nel tempo.
«Questi dati sono particolarmente importanti» sottolinea Vulpiani «specie se si considera che le nostre analisi mostrano chiaramente l’esistenza di una relazione positiva tra il flusso di investimenti esteri e le performance economiche e di crescita dei Paesi nelle principali economie europee. Quanto alle cause del ritardo italiano, possiamo dire che sono ancora diverse le criticità di cui soffre il nostro sistema produttivo, ma tra questi è importante sottolineare il tema della bassa produttività, delle limitate infrastrutture e delle poche risorse destinate alla Ricerca e Sviluppo».
«In particolare, se consideriamo le principali economie europee, l'Italia- conclude Vulpiani- è quella che presenta il più ampio gap fra investimenti infrastrutturali correnti e fabbisogno di investimenti. Un gap che è quasi del tutto ascrivibile al settore delle infrastrutture dei trasporti. Relativamente alla produttività, le nostre analisi mostrano l’esistenza di una relazione positiva tra la produttività per ora lavorata e gli investimenti fissi nelle principali economie europee».
«Nonostante le criticità evidenziate dal nostro studio, l’Italia può vantare risultati estremamente positivi in alcuni ambiti strategici, quali il design, le imprese culturali, l’energia e i prodotti green», aggiunge Fabio Pompei. «Inoltre, come già sapevamo, lo studio evidenzia la grande capacità di innovare delle imprese italiane quando consideriamo le innovazioni di prodotto o di processo e l’offerta di prodotti green tecnologicamente avanzati».
«Infine, considerando le scelte di programmazione economica delle multinazionali estere, rivestono particolare importanza la presenza di conoscenze o competenze tecniche specializzate della forza lavoro e la capacità manageriale e di adattamento al cambiamento. Caratteristiche su cui dobbiamo puntare e investire sempre di più come sistema-Paese ed anche per questo siamo fortemente impegnati nel promuovere l'importanza delle competenze STEM per i giovani e le future generazioni», conclude il Ceo di Deloitte Italia.