Deepseek vs. Big Tech: la sfida dell'IA tra USA e Cina
Milano, 28 gennaio 2025. A cura del Team di Gestione Pharus
È stata un'altra settimana positiva sui mercati finanziari con azioni ed obbligazioni entrambe a rialzo e nuovi massimi per lo S&P500.
La presenza degli amministratori delegati di tutte le magnifiche sette all’insediamento Trump non è passata inosservata.
Anzi, i Ceo di Meta, Amazon, OpenAI, Google, X gli uni di fianco agli altri in prima fila rappresentavano il preludio di un nuovo rapporto tra l’amministrazione americana e le grandi aziende della tecnologia.
Rapporto che il presidente non ha tardato ad instaurare, annunciando la nascita di Stargate: un nuovo gigantesco progetto di intelligenza artificiale che si traduce in una joint venture da 500 miliardi di dollari che ha l’obiettivo di costruire infrastrutture chiave per lo sviluppo AI con un piano che per ora va da qui ai prossimi quattro anni e che partirà con 100 miliardi di investimenti.
La joint venture nasce dalla collaborazione di OpenAI, Oracle e Soft Bank.
Ma non è escluso che vi si uniscano altri investitori interessati alla costruzione massiccia di data center in giro per gli Stati Uniti, fondamentali per gestire l’enorme mole di informazioni e di calcolo necessaria al funzionamento dell’intelligenza artificiale.
Tra i provvedimenti anticipati dal presidente ce ne sono anche di «emergenziali», per consentire a Stargate di generare elettricità ed avere accesso a bacini idrici.
Trump lancia quindi la sfida alla Cina affermando di voler riportare l’America nella posizione di leader globale della tecnologia.
Una posizione di leadership incorporata nelle aspettative del mercato che dal 2018 ha permesso al Nasdaq di crescere al 20% all’anno rispetto ad una crescita zero dei tech Cinesi.
Il tutto questo accade alla vigilia dell’inizio della stagione degli utili per molti big tech che riporteranno nei prossimi giorni e sui quali ci sono delle attese di crescita utili molto importanti che rischiano di essere disattese.
Nel complesso, siamo comunque ancora all’interno di un ciclo di utili in crescita e di un mercato rialzista. Ciò suggerisce che ci potrebbero essere buone performance, ma a un ritmo meno impulsivo di quello che abbiamo avuto nel 2024. Gli utili dovranno fare il grosso del lavoro (e lo stanno facendo), ma la questione più dibattuta sembra comunque riguardare meno gli utili e più le valutazioni a questo punto.