DECINE DI BANCHE AMERICANE INSOLVENTI O QUASI...

DECINE DI BANCHE AMERICANE INSOLVENTI O QUASI...

Redazione, 9 giugno 2024.

Secondo Brian Graham, partner di Klaros Group,  a causa delle perdite non realizzate, decine di banche americane sono insolventi o quasi.

Nel 2023 sono fallite 5 banche USA, 15 fallimenti bancari dal 2017.

Alla fine di aprile del 2024 è fallita la Republic First Bank, primo caso 2024 che ha rivelato quanto l'instabilità finanziaria sia ancora latente e capace di generare effetti.

Graham all' American Banker'sKyle Campbell: "Si sta verificando in tutta una serie di altri bilanci bancari, proprio mentre parliamo. Questa disconnessione tra la realtà economica di quanto capitale possiede realmente una banca e il livello di capitale regolamentare dichiarato... è preoccupante."

John Heltman, a capo della sede di Washington di American Banker, sulla stessa percezione, ha detto che: "...le banche falliscono continuamente... e quando lo fanno di solito c'è una banca noiosa e felice disposta a intervenire e garantire che la vita continui. Ma ciò che colpisce nel fallimento di Republic First è che ci sono molte banche infelici là fuori che sono infelici sostanzialmente allo stesso modo – e potrebbero trovarsi ad affrontare la stessa inevitabile fine”.

Alla base di questa fragilità, l’aumento dei tassi di interesse e il calo dei valori degli immobili con destinazione commerciale.

Gli uffici, in particolare, che si sono svuotati a seguito della pandemia e che non hanno più il valore necessario a garantire i finanziamenti concessi dalle banche.

Gli interventi della Fed per abbattere l'inflazione si sono concentrati sull'aumento dei tassi di interesse, con l'intenzione di ridurre la spesa dei consumatori e l’aumento dei prezzi.

Si sono susseguiti 11 interventi che hanno portato i tassi dal minimo dello 0,25-0,50% prima del primo trimestre FY22 al 5,25-5,5%, il tasso più alto degli ultimi 22 anni.

Si è trattato della stretta monetaria più concentrata e rapida dagli anni '80, con un effetto registrato che più che un freno si è rivelato una morsa che ha stretto i bilanci delle banche più piccole.

La "cura" imposta dalla FED ha prodotto il calo dell'inflazione al 3,1% (gennaio 2024) dal massimo del 9,1% del giugno 2022.

Mancato l'obiettivo del 2%.

La domanda che si pone adesso è se le banche statunitensi beneficeranno dei tagli dei tassi di interesse nel 2024, ammesso che ci siano, effettivamente, tagli d'interesse nel 2024.

Se la Fed tagliasse i tassi, comunque, gli analisti prevedono un calo dei NIM (Net Interest Margin - margine di interesse netto) che risentirebbero, comunque, negativamente dei minori volumi di prestito e dei maggiori costi di finanziamento.

La previsione del calo dei NIM vale anche per 16 delle 20 maggiori banche statunitensi nel 2024, a cui si attribuisce un calo medio di 14 punti base, sulla base dei dati di S&P Global Market Intelligence.

Il NIM misura proprio il reddito da interessi netto che un'entità finanziaria ottiene  da prodotti di credito come prestiti e mutui.

La prospettiva attuale non ne incoraggia l'attività, già data per perdente.

Anche per gli  investitori, il NIM è un indicatore rilevante che influenza le loro scelte e, a questi livelli, è presumibile che evitino il listino bancario e finanziario.

Se per le maggiori banche la contrazione del NIM è un problema, per le piccole banche locali potrebbe essere la fine.

Si dà per probabile  il calo dei  tassi  nella seconda metà del 2024, ma si vedrà...

La forte concorrenza per la remunerazione dei depositi per favorire la raccolta soddisfando le aspettative dei clienti concorre al calo del NIM.

Il probabile deterioramento della qualità del credito, dei valori delle garanzie e la prospettiva economica negativa non sono incoraggianti per chi deve scegliere l'allocazione del suo capitale.

Le agenzie di rating prevedono che lo stress nel settore CRE (Commercial Real Estate) continuerà ad aumentare nel 2024, a pesare sulla qualità degli asset delle banche e questo anche nel caso di riduzione dei tassi a cura della FED.

Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è sceso al 3,4% nell’aprile 2024 dal 3,5% di marzo, il livello più alto da settembre 2023, ben lontano dall'obiettivo del 2%, nonostante sia stato immolato alla sua causa il sistema economico americano e quello europeo al traino che copia le scelte in modo pedissequo, in un contesto opposto, "grazie" alla questione ucraina...

Le previsioni d'inflazione da giugno 2024 fino alla fine del 2025 elaborate dall'Ufficio federale di pianificazione sono basate sulle osservazioni fino a maggio 2024.

Sulla base di queste previsioni di inflazione, l'inflazione media dei prezzi al consumo dovrebbe essere del 3,1% nel 2024 e del 2,0% nel 2025, rispetto al 4,06% nel 2023 e al 9,59% nel 2022.

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