Ma come si è arrivati a questa situazione? Senza dubbio la causa principale sta nella crescita degli ultimi dieci anni, avvenuta quasi esclusivamente grazie all’utilizzo del rifinanziamento. Questa tattica si sta però rivelando a doppio taglio, in quanto i presupposti per il suo corretto funzionamento sono ormai venuti meno, se non altro in Europa. Sta innanzitutto mancando infatti la fiducia degli investitori, principali fautori di volta in volta del riacquisto del debito, i quali non ricevendo alcuna garanzia sul futuro si tirano indietro, causando così un rallentamento della crescita economica, aiutata in questo parallelamente anche dalle politiche restrittive che stanno influendo più del previsto sulla mancanza di liquidità all’interno del sistema bancario.
La via d’uscita da questo circolo vizioso venutosi in questo modo ad instaurare appare quindi ancora molto lontana, almeno finchè i Paesi europei – tra i quali ovviamente l’Italia (che paga il 6,79% sui titoli decennali) – continueranno ad essere costretti a promettere interessi elevatissimi pur di riuscire a farsi prestare denaro dai risparmiatori.
In tal senso restiamo con interesse alla finestra in vista del 2012, quando scadranno 1.900 miliardi di debiti da rimborsare.