DALLA MAGISTRATURA LECCESE E POTENTINA UNA LEZIONE SOLENNE DI "MAGISTRATURA SANA"

Giannina Puddu, 9 gennaio 2025.

Sono convinta del fatto che in molte aree del territorio italiano siano attivi gruppi di potere che, rivestendo ruoli istituzionali apicali, abusino di questi per farsi gli affari loro, ovviamente sporchi, danneggiando la comunità alla quale, invece, dovrebbero garantire Giustizia nel senso più ampio che a questa possiamo attribuire in un contesto sociale democratico.

L'effetto che ne deriva è quello di un'economia locale depressa che si accompagna ad un diffuso atteggiamento di sottomissione alimentato dalla paura di ritorsioni, ad un atteggiamento omertoso della popolazione impaurita e priva della forza di ribellarsi ai continui abusi di potere che, in un intreccio perverso, si sostengono tra loro con una linea del malaffare che unisce i vertici delle istituzioni locali.

La povertà economica è "costruita e garantita" con il divieto di accesso a nuovi attori d'impresa, interni ed esterni, in quanto sarebbero elementi di disturbo dei vecchi "equilibri" che garantiscono alle famiglie, storicamente al potere, di conservare il controllo del territorio.

Tale "divieto", ovviamente non esplicitato, si applica ricorrendo alla "burocrazia" che viene applicata, con forte accanimento, abuso d'ufficio (ei fu!...) e abuso di potere,   per abbattere chiunque osi proporsi come nuovo attore di rilievo nel contesto controllato.

Accade, a causa di  queste "modalità", che si perdano grandi e nuove opportunità di lavoro e di emancipazione e che si alimenti il fenomeno dello "spopolamento" di queste aree che i giovani abbandonano, costretti alla ricerca di opportunità di lavoro e di vita degna di essere vissuta, in altri lidi.

Impongono e alimentano la loro personale ricchezza sacrificando il benessere diffuso con metodi rozzi, privi, anche spesso, di vere competenze professionali alle quali possono rinunciare per oggettiva incapacità intellettuale e in quanto possono contare sui loro "metodi alternativi", aplicati oltre le regole.

Il caso eclatante oggetto di questa intervista è un esempio del come queste "prassi" si affermino.

Ma, anche del fatto che la parte sana della Magistratura sia in grado, volendo sporcarsi le mani, di sgominare queste bande, smentendo il detto del Canis canem non est. 

Per la Magistratura sana ci sarebbe molto altro da fare, dal sud al Nord d'Italia... Seguendo i comuni denominatori di cui sopra....

E' accaduto a Trani, cittadina pugliese che fa provincia con i comuni di Barletta e Andria, con l'acronimo BAT.

In linea con quanto innanzi descritto, su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 9 ottobre 2023, alla domanda: Qual è lo stato di salute economica e sociale delle dieci città della provincia di Barletta, Andria, Trani?

Emanuele Daluiso, vice presidente EuroIDEES-Bruxelles, aveva risposto: Pur con segnali di ripresa economica ed occupazionale registrati negli anni più recenti persistono grandi difficoltà nella sua evoluzione verso una economia più competitiva....

Ciò porta a dire che in assenza di un approccio strategico che valorizzi alcuni segnali, che pure ci sono, la situazione economica e sociale del territorio di Barletta, Andria, Trani nei prossimi anni è destinata ad evolversi in modo problematico.

...  il livello di sviluppo resta sotto il livello registrato nei primi anni 2000. 

... Anche la Bat negli anni più recenti manifesta un decremento demografico...

Il caso Trani che fa il paio con il "Sistema Trani", ha coinvolto e stravolto la vita dell'avvocato Maria Luisa Tatoli, che, a questa sua esperienza ha dedicato il libro "Trame di Potere. Giustizia Svenduta".

Per ciò che le è stato fatto, per come ha reagito e per la forza con cui è riuscita a sopravvivere,  Maria Luisa Tatoli si è guadagnata il titolo di DONNA BIONICA!

Ne ho parlato con lei in otto domande:

1) Avvocato Maria Luisa Tatoli, lei ha già raccontato, nel video  a corredo di questa intervista, la terribile vicenda che ha vissuto. Vuole aggiungere altro?

"Quell'esperienza è stata molto difficile.

Il video riproduce solo il 3% di quanto di ingiusto è stato perpetrato nei miei confronti dalla magistratura inquirente e giudicante.

Nel mio libro "Trame di Potere Giustizia Svenduta", ho raccontato una piccola parte della persecuzione giudiziaria subita da un gruppo di magistrati in combutta con la politica locale, in particolare con colui che nel 2010 era il primo cittadino di Trani e un notaio del distretto di Trani con studio a Ruvo di Puglia, senza però addentrarmi nei dettagli più traumatici.

Mi sono concentrata a spiegare come anch'io, come tanti altri cittadini, sia stata vittima del potere, ovvero del "Sistema Trani", successivamente venuto alla luce per i suoi malaffari e la corruzione.

Ho anche illustrato le motivazioni che portarono la magistratura inquirente della Procura di Trani a usare nei miei confronti le stesse illecite modalità d'indagine utilizzate dal dottor Michele Ruggiero, modalità illecite che sono state accertate sia nella sentenza di condanna a sei mesi di reclusione passata in giudicato, sia in quella emessa il 29 novembre 2024 dal Tribunale Penale di Lecce, che ha condannato il dottor Ruggiero a tre anni e nove mesi di reclusione.

Attualmente, il dottor Ruggiero è sospeso dalla magistratura per due anni.

L'arresto ingiusto, unitamente a una molteplicità di procedimenti penali, ha rappresentato un attacco ai miei diritti e alla mia libertà.

Grazie all'impegno di alcuni magistrati onesti, sono sempre stata assolta con formula piena dai molteplici procedimenti penali a mio carico.

La verità su chi erano i magistrati della Procura di Trani che mi hanno perseguitata è venuta alla luce grazie al coraggio di alcuni magistrati.

Infatti, grazie alle indagini della Procura di Lecce e Potenza, sono emerse sia la corruzione e il malaffare a cui era dedita la magistratura tranese, sia le illecite modalità con cui conduceva le indagini.

Gli uffici giudiziari della Procura tranese sono stati decimati: quasi tutti gli ex magistrati sono stati arrestati, processati e condannati.

Nel mio libro ho dimostrato che il pubblico ministero dottor Michele Ruggiero ha utilizzato nei miei confronti le stesse illecite attività d'indagine per le quali è stato processato e condannato."

2) La sua drammatica esperienza, indegna di una Democrazia, rimanda agli intrecci di potere delle periferie italiane che, purtroppo, si traducono, talvolta (o, forse, spesso...),  in alleanze corrotte tra i vertici delle istituzioni locali che piegano ai propri interessi quelli della collettività. Secondo lei, quanto è diffusa questa situazione? 

"Non sono in grado di rispondere su fenomeni che non conosco.

Posso solo dire che questo fenomeno era molto diffuso a Trani, come emerso in modo inequivocabile dalle indagini giudiziarie delle Procure di Lecce e Potenza, che hanno scoperchiato il "Sistema Trani" con arresti e condanne esemplari.

Nell'articolo del Fatto Quotidiano del 26 maggio 2020, si legge che Olivieri Del Castillo, nel suo libro "Frammenti di storie semplici", racconta gli intrallazzi e i giochi di potere di un ufficio giudiziario in provincia di Bari, ovvero Trani, dove procuratore capo, magistrati, giudici, avvocati e imprenditori erano coinvolti in una sorta di cospirazione criminale, in grado di piegare la giustizia ai propri interessi personali.

Un giro di intrallazzi, soldi e indagini deviate o create ad hoc per estorcere denaro a facoltosi imprenditori in cambio dell'archiviazione delle loro vicende giudiziarie.

Uno di questi è Francesco Casillo, il "re del grano", che in aula ha ammesso di aver pagato oltre 400.000 euro al "Sistema" per far archiviare un'indagine che lo aveva portato in carcere insieme a due fratelli e una sorella.

Nel libro "Frammenti di storie semplici", il giudice scrittore dott. Roberto Olivieri Del Castillo, pubblicato a fine 2014, sono state riportate storie vere di corruzione e malaffare di ex magistrati della Procura di Trani, forze dell'ordine, avvocati, politici e tanti altri, al punto che il libro è stato definito profetico.

Anche il notaio che mi ha perseguitata è menzionato nel libro in termini di malaffare e corruzione, insieme al suo amico avvocato di Molfetta, deceduto qualche anno fa per Covid.

Nel libro si legge che un pubblico ministero e un GIP della Procura di Trani, in quanto molto amici, archiviarono le indagini della Guardia di Finanza per riciclaggio di denaro sporco per cinque milioni di euro a carico dell'avvocato e di suo fratello imprenditore. La Guardia di Finanza aveva trovato allo studio del notaio una procura notarile con una società inglese per il passaggio del denaro sporco.

Nel libro "Frammenti di storie semplici", il giudice scrittore definisce i suoi colleghi "banditi travestiti da toghe".

Mentre nel libro pubblicato nel 2021 dal titolo "Indagini su un burattinaio", il giudice scrittore dott. Roberto Olivieti Del Castillo riporta nelle prime pagine che l'ex sindaco di Trani, mio persecutore e grande amico del Procuratore Capo dott. Carlo Maria Capristo, si appropriò insieme al suo avvocato Giacomo Ragno di oltre trecentomila euro liquidati dal Comune di Trani a titolo di onorari legali.

L'avv. Giacomo Ragno, come emerso dai giornali, era molto amico di Capristo ed entrambi sono stati arrestati."

3) Ci sono, secondo la sua esperienza, diretta o indiretta, ruoli chiave a livello delle istituzioni locali che, in mancanza di un adeguato avvicendamento, sono favoriti nel radicarsi nel territorio entrando a far parte della rete di potere che diventa "assoluto" e, dunque, corrotto tra una cenetta e l'altra tra compagni di merende? 

"Anch'io, come tanti altri cittadini, sono stata vittima del potere.

La mia esperienza non è altro che l'esperienza che tanti altri cittadini sono stati costretti a subire, come riportato dal giudice scrittore nel suo libro "Frammenti di storie semplici", nel quale ha denunciato, sotto forma di racconto letterario, il malaffare e la corruzione di un piccolo ufficio giudiziario di provincia, troppo simile al suo (all'epoca della pubblicazione, il Tribunale Penale di Trani), quando il sistema Trani è stato scoperchiato con arresti eccellenti.

Quindi, abbiamo avuto una giustizia, quella che io chiamo "sana", che è intervenuta per riparare i torti e liberare i deboli dal gioco dei potenti."

4) Nel video, si è parlato di "umanesimo del diritto", aprendo ad una lettura che può apparire pietistica della sua vicenda. 
Mentre, la scarna osservazione dei fatti, fa pensare alla corruzione del diritto per mano di chi, abusando del suo ruolo, semplicemente non lo applica, lo distorce e lo piega ai suoi fini personali e/o condivisi con la cricca locale di appartenenza. Qual è la sua visione?

Come già detto la mia vicenda  raccontata nel mio libro è simile a tante altre  vicende di ingiustizie raccontate dal Giudice Scrittore Olivieri Del Castillo nel suo libro Frammenti di storie semplici. 

Per fortuna Il sistema di intrallazzi e  giochi di potere degli uffici giudiziari di Trani è stato scoperchiato  grazie alle Procure di Lecce e Potenza che hanno provveduto ad arrestare quasi tutti gli ex magistrati della Procura di Trani compreso il procuratore capo dr Carlo Maria Capristo.

Il Sistema Trani di cui anch'io sono stata vittima è venuto a galla  nel suo malaffare nonché sono venute a galla  le modalità con le quali conducevano le indagini. 

Gli intrallazzi e i giochi dei magistrati del Tribunale Penale di Trani sono venuti a galla con arresti, processi e condanne passate in giudicato, sospensioni e destituzione dalla magistratura.

Quanto è accaduto ai magistrati della  Procura  di Trani, denominato  dalle Procure di Potenza e Lecce Sistema  Trani, che è venuto a galla nel suo malaffare, nella sua corruzione e nelle sue illecite modalità, dimostra che se è vero che ci sono casi di abuso di potere  è altrettanto vero  che il sistema giudiziario nel suo complesso è composto da persone  che lavorano per garantire la giustizia cioè quella che io chiamo sana Giustizia.

5) La "Giustizia" è un fine supremo da raggiungere, mentre i magistrati sono il "mezzo umano" attraverso il quale la Giustizia dovrebbe essere affermata.

Ma, in quanto "umani", gli stessi magistrati possono essere affetti dagli stessi comportamenti criminali tipici delle altre persone che sono chiamati a giudicare. Come se ne esce, secondo lei? Ha una "ricetta" che possa impedire alla fragilità umana che non risparmia i giudici di condizionarne l'azione?

"Non esiste una ricetta magica per eliminare completamente il rischio di comportamenti scorretti da parte dei magistrati.

Tuttavia, sussistono diverse misure che possono contribuire a ridurre significativamente questo rischio.

Non esiste una soluzione definitiva, ma un insieme di misure che, se adottate in modo coordinato, possono contribuire a rafforzare la fiducia dei cittadini nella giustizia.

Bisogna procedere a una selezione rigorosa, privilegiando magistrati con una forte etica professionale e una comprovata integrità.

È necessario istituire sistemi di controllo efficaci sull'operato dei magistrati, sia interni che esterni.

Trasparenza e responsabilità sono fondamentali: i magistrati devono essere responsabili delle proprie azioni e sottoposti a sanzioni in caso di comportamenti scorretti. L'indipendenza è un principio fondamentale, ma deve essere in equilibrio con la responsabilità.

Quanto è accaduto al sistema di Trani, venuto alla luce sia per la corruzione e il malaffare che per le attività illecite di indagine, dimostra che la magistratura leccese e potentina, agendo in modo indipendente e responsabile, ha operato nei confronti dei magistrati di Trani che si erano resi autori di comportamenti scorretti."

6) Chi è chiamato alla ricerca della "verità" non dovrebbe mai pensare di averla già nella sua tasca, ponendo sè stesso al centro della sua attenzione e rinunciando all'indispensabile attività di ricerca.  L'azione errata compiuta da un magistrato si genera in una percezione di cui "si era innamorato" o nella sua incapacità di giudizio tout court?

Questo è in qualche modo legato alla vicenda dell'architetto che si era impiccato davanti ai giudici che lo avevano accusato ingiustamente e lei aveva commentato sostenendo che l'architetto aveva sbagliato e avrebbe dovuto, invece, far impiccare quei giudici.

Giudici di questo tipo, sulle cui spalle pesa un "precedente" così grave, possono, secondo lei, continuare ad esercitare il loro ruolo? La semplice "sospensione" a termine,  è, secondo lei, una soluzione corretta o sarebbe giusto il definitivo esonero dal ruolo per dimostrata non adeguatezza e pericolosità?

"La verità è un processo, non un possesso.

Bisogna innanzitutto distinguere se l'errore è dovuto a colpa oppure a dolo.

L'errore giudiziario,  qualche volta, è l'effetto inconsapevole di un peccato d'orgoglio.

Il magistrato che ha imboccato una strada, si rifiuta di ascoltare le ragioni di chi vuole dimostrargli che è in errore.

Egli crede che sia in gioco la giustizia, mentre è in gioco soltanto il suo amore proprio (Calamandrei, Elogio a un giudice).

Ogni magistrato credo dovrebbe tenere a mente la frase tratta dal Digesto Giustiniano (D. 50.17.25): "Meglio liberare mille colpevoli che punire un innocente".

Questa frase indica che quando non vi è certezza della colpevolezza, è meglio che il giudice accetti il rischio di assolvere un colpevole piuttosto che quello di condannare un innocente.

Un giudice che, con le proprie azioni o omissioni, porti qualcuno al suicidio, come nel caso dell'architetto innocente, rappresenta un caso grave che porta i cittadini a non avere fiducia nel sistema giudiziario, minando uno dei pilastri fondamentali dello Stato di diritto.

Con questa espressione si intendono i comportamenti che violano in modo grave i principi fondamentali del nostro ordinamento giudiziario, come: emettere sentenze ingiuste (condannare un innocente o assolvere un colpevole); commettere atti di corruzione; rivelare il segreto istruttorio; commettere atti di violenza e minaccia (aggredire fisicamente o minacciare le parti e i testimoni di un processo).

In conclusione, un giudice che mina i pilastri di uno Stato di diritto non dovrebbe più continuare a esercitare le proprie funzioni."

7) E' ciò che credo anch'io. Ma, Ruggiero è sospeso per soli due anni.
Nella sua vicenda, sono emersi:  l'azione di una procura che ha agito fuori dalla sua competenza territoriale, un pubblico ministero che l'ha perseguitata per ragioni personali piegando a queste l'esercizio della sua funzione, attualmente sospeso e condannato, il codice che le viene molte volte stracciato in faccia, un giudice che rideva dell'avvocato che era stato arrestato per aver infastidito i suoi colleghi (giudici...) con il suo frequente e corretto richiamo alla Legge Pinto, i carabinieri di Terlizzi che estorcono false testimonianze a ignari cittadini e che hanno rifiutato, successivamente,  di rettificare il testo della denuncia infedele, la sua incarcerazione per motivi dettati dalla "cricca" che ha agito in spregio assoluto dei suoi giuramenti e funzioni. 
Insomma, una "rete" di corruzione che può essere assimilata ad una vera e propria  "associazione a delinquere" per cui, sulla base dell'art. 416 del Codice Penale dovrebbero essere puniti, per ciò solo, con la reclusione da tre a sette anni.
 
A questo, si somma, l'aggravante di essere stata costituita da chi aveva il ruolo di garantire la legalità. 
 
Possiamo ritenere, ed io non ritengo, che si sia trattato di un caso unico o che, invece, queste modalità di "esercizio del Potere" siano sopravvissute ed ancora diffuse in altre aree della provincia italiana?
E, quali correttivi adottare per evitare che ciò possa accadere come raccontato dai superbi Paolo Stoppa e Alberto Sordi, magistralmente guidati da Mario Monicelli nel Marchese del Grillo?
"Con il mio libro 'Trame di Potere Giustizia svenduta', ho denunciato le ingiustizie commesse dalla magistratura inquirente e giudicante. 
Sarebbe necessario che la magistratura svolgesse un'indagine approfondita e imparziale, al fine di accertare i fatti  da me raccontati e le responsabilità dei magistrati.       
Ritengo che le riforme sulla giustizia di questo governo siano necessarie e vadano nella     giusta direzione.     
Inoltre penso che, per prevenire comportamenti scorretti, le istituzioni potrebbero pensare a:

 * Concorsi rigorosi che valutino non solo le competenze giuridiche, ma anche l'integrità morale e la capacità di giudizio;

 * Formazione continua con particolare attenzione ai principi di imparzialità e terzietà;

 * Controlli rigorosi e responsabilità: rafforzare gli organi di vigilanza e controllo, garantendo che i magistrati siano responsabili delle proprie azioni;

 * Autonomia e indipendenza: proteggere l'indipendenza della magistratura da ingerenze politiche o economiche;

 * Responsabilità disciplinare: applicare in modo rigoroso le norme disciplinari nei confronti dei magistrati che violano le norme deontologiche;

 * Trasparenza: rendere pubblici i provvedimenti e le motivazioni giudiziarie." 

* Mobilità del magistrato "Per garantire un giudizio imparziale, è necessario che i magistrati non siano troppo legati al territorio in cui operano.

Trasferirsi periodicamente in luoghi distanti  dal luogo dove si vive potrebbe  aiutare a prevenire conflitti di interesse e a mantenere una maggiore obiettività.

"Un magistrato che lavora lontano da casa è meno soggetto a interferenze locali e può esercitare le proprie funzioni in modo più libero e imparziale."

Immagina un giudice che vive e lavora nella stessa città da molti anni.

Potrebbe avere amici e parenti che lavorano come avvocati.

In questo caso, sarebbe difficile per lui giudicare in modo imparziale le cause in cui sono coinvolte queste persone.

"Per garantire un giudizio imparziale, è necessario che i magistrati non siano troppo legati al territorio in cui operano.

Condivido le "ricette" proposte dall'avvocato Maria Luisa Tatoli e credo sia centrale la questione della "Mobilità" che dovrebbe essere estesa a tutti i ruoli apicali istituzionali, da quello dei Magistrati, passando dai sindaci che si girano l'incarico in "famiglia" pur di conservarlo oltre le regole, fino a quello dei Comandanti delle Stazioni dei carabinieri... 

In assenza di "mobilità" si favorisce il radicamento nel territorio e questo può portare alla tessitura di  una rete sotterranea che può trasformarsi in un "governo parallelo del territorio" ad opera di una vera e propria associazione a delinquere.