DAL NEW YORK TIMES: WELCOME TO "TRUMP'S AMERICA".

DAL NEW YORK TIMES:  WELCOME TO  "TRUMP'S AMERICA".

Redazione, 7 novembre 2024.

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Il The New York Times ha aperto, oggi, con il titolo: Welcome to "Trump's America".

E, prosegue, affermando che Donald Trump è sopravvissuto a una condanna penale, a accuse, alla pallottola di un assassino, ad accuse di autoritarismo e a un cambio di avversario senza precedenti.

Ora, con un sorprendente ritorno politico, sarà lui il prossimo presidente degli Stati Uniti.

E' il primo ex leader in più di 120 anni ad essere eletto per un secondo mandato non consecutivo.

L'analisi del NYT si concentra sulla dimostrata efficacia della comunicazione di Trump che ha attratto con la promessa provocatoria di voler ribaltare il sistema politico imposto dai democratici.

Ha avuto il voto dei neri, dei latini e della classe operaia, convincendo molti elettori della possibilità di combattere contro l'immigrazione fuori controllo e di concentrare gli sforzi sulla crescita dell'economia americana.

Altri elettori, secondo il NYT, lo hanno votato perchè indotti, più semplicemente, dalla potenza della sua campagna elettorale.

Osserva il NYT, che per molti americani, Trump sia ancora poco attraente e che la sua vittoria potrebbe "dire di più" sull'insoddisfazione diffusa nel Paese verso Kamala Harris e tutto il Partito Democratico.

Riconosce al neo presidente di avere ottenuto una "vittoria sostanziale", avendo egli vinto in cinque Stati in bilico,  conquistato un alto margine negli altri due e che pare prossimo ad essere il primo repubblicano che abbia mai ottenuto un così vasto consenso popolare.

Il controllo conquistato al Senato faciliterà il compito di Trump nel realizzare le sue priorità politiche, anche se la conferma del controllo della Camera deve ancora arrivare.

Circa le pendenze penali in capo a Trump, informa il NYT che Jack Smith, procuratore speciale che aveva accusato Trump, pare avere già avviato le procedure per chiudere i casi.

Un breve accenno dedicato anche alla perdente Kamala Harris che, in lacrime, ha dichiarato ai suoi a Whashington: "Va bene sentirsi tristi e delusi, ma sappiate che andrà tutto bene. Il punto è questo: a volte la lotta richiede un pò di tempo".

Peter Baker, corrispondente del NYT dalla Casa Bianca, ha reso la sua sintesi politica sostenendo che l'establishment politico deve prendere atto del fatto che Trump non è una pausa fastidiosa rispetto alla sua "marcia del progresso".

Questo ritorno alla presidenza deve far riconoscere che Trump rappresenta il nuovo "establishment, la nuova forza di governo degli Stati Uniti che vuole rimodellare il Paese secondo i suoi canoni, diversi dalla "marcia del progresso" di declinazione democratica. 

Accennando alle "campagne" di Harris e Trump che hanno opposto gli uomini alle donne ed al fatto che gli uomini abbiano, infine, vinto premiando Trump, il NYT [come Comitato editoriale] non rinuncia alla sua stoccata finale sostenendo che la nuova presidenza Trump infili la Nazione in un "percorso precario" del cui esito nessuno può prevedere la natura.

"Precarietà" che, evidentemente secondo la Redazione del NYT, sarebbe mancata se avesse vinto Harris per il Partito Democratico.

Dal punto di vista di qualcuno, la "discontinuità"  può essere intesa come "precarietà" e questo è una conferma incoraggiante per chi nutra il desiderio di un netto cambio di rotta nella guida politica.