Dagli Usa all'Europa: il cambio di passo nei consumi che muove i mercati

Dagli Usa all'Europa: il cambio di passo nei consumi che muove i mercati
Enguerrand Artaz, Strategist di La Financière de l’Échiquier

Milano, 31 marzo 2025.  Di Enguerrand Artaz, Strategist di La Financière de l’Échiquier.

Il secondo mandato di Donald Trump si discosta dal primo per molti aspetti e, in particolare, per quanto attiene alla fiducia dei consumatori.

In netta accelerazione dopo le elezioni nel 2016, la fiducia ha continuato a crescere per più di un anno.

Oggi, a prescindere dalle indagini prese in considerazione, è scesa ai livelli minimi degli ultimi 3 anni, o addirittura dalla pandemia di Covid 19.

Le famiglie americane, va detto, si trovano in una situazione di fragilità in quanto hanno consumato senza sosta da quando furono abolite le misure di confinamento, al punto che - per la maggior parte - il risparmio in eccesso accumulato durante la pandemia è stato completamente azzerato.

Per molte di esse, questo stesso livello di risparmio è addirittura inferiore a quello pre-Covid.

A testimonianza di questa debolezza delle riserve, nell'ultima indagine sulla fiducia dei consumatori la Fed di New York ha indicato un numero storicamente basso di famiglie che si dichiarano in grado di far fronte a una spesa imprevista di 2000 dollari.

Questo prosciugamento del cuscinetto di risparmi da usare per un’emergenza lo troviamo riflesso nel mercato del lavoro.

La percentuale, infatti, di lavoratori americani che cumulano un lavoro a tempo pieno e uno a tempo parziale è cresciuta notevolmente negli ultimi mesi, raggiungendo un livello che non si era più visto dalla fine degli anni '90.

In sostanza, negli Stati Uniti i consumi si basano su due pilastri: da un lato i redditi da lavoro, che vanno sempre più cumulati e la cui sostenibilità è rimessa in discussione in un contesto di progressivo degrado del mercato del lavoro.

Questi redditi, inoltre, rischiano di essere impattati dalla politica di aumento dei dazi doganali di Donald Trump che, anche se temporanea e non dovesse portare a una nuova fase duratura di inflazione, avrebbe comunque delle ripercussioni sul potere di acquisto reale dei consumatori.

D'altra parte, i consumi americani si basano sull'effetto ricchezza, alimentato in particolare, negli ultimi anni, dalla crescita dei mercati azionari.

Anche questo secondo pilastro si è indebolito sebbene gli americani non abbiano mai posseduto così tante azioni - il 33% del patrimonio netto nel 4° trimestre 2024.

Eppure, la dinamica negativa dei mercati statunitensi dall'inizio dell'anno rischia fortemente di rivelarsi dannosa per il morale delle famiglie e la loro propensione al consumo.

A maggior ragione poiché i consumi statunitensi non sono mai stati sostenuti così tanto dalle famiglie benestanti dove il 50% della spesa per i consumi è attribuibile ai più ricchi, che rappresentano il 10%.

Tuttavia, sono anche le famiglie il cui patrimonio è più esposto ai mercati azionari.

Se il consumatore americano desta legittimamente qualche preoccupazione, soprattutto perché è stato il principale motore della crescita negli ultimi due anni, quello europeo è portatore di speranza.

Infatti, a differenza di quelle americane, le famiglie europee hanno attinto poco ai risparmi accumulati durante la pandemia di Covid e hanno persino continuato a risparmiare in eccesso.

Il tasso di risparmio, che rappresenta la quota di reddito disponibile non utilizzata per i consumi, si attesta nell’Eurozona da due anni ormai intorno al 15%, un livello ben superiore alla media dei due decenni pre-Covid (12,9%).

È comprensibile: tra il conflitto in Ucraina, l'inflazione galoppante, il marasma economico e le incertezze politiche, il consumatore europeo aveva molte ragioni per essere depresso.

E un consumatore depresso è un consumatore che risparmia.

Tuttavia, questi venti contrari sembrano in buona parte sul punto di sparire e questo miglioramento delle prospettive potrebbe avere un effetto molto positivo sul morale delle famiglie e, di conseguenza, sui consumi e quindi sulla crescita.

Senza nemmeno parlare di un utilizzo dei risparmi in eccesso accumulati negli ultimi anni, un semplice ritorno al tasso di risparmio pre-Covid - che implicherebbe quindi meccanicamente un aumento della spesa per i consumi - darebbe una spinta significativa alla crescita del PIL.

In sintesi, mentre il consumatore americano assomiglia sempre di più a un funambolo il cui cavo di sicurezza si sta gradualmente sfilacciando, il consumatore europeo ha tutte le caratteristiche di un uomo-cannone che ha accumulato riserve insospettabili di polvere da sparo. Abbastanza da mandare l'Europa in orbita?