DA QUI AL 2030, ALTISSIMA PROBABILITA' DI CROLLO DEL MERCATO IMMOBILIARE
Giannina Puddu, 5 aprile 2023.
Le indicazioni perentorie dell'UE sono, ormai, la fonte dei nostri peggiori incubi.
Questa condizione è esplosa con il dominio della signora Ursula Von Der Leyen.
Questa è la fase dell'attacco al nostro patrimonio immobiliare con la Direttiva che impone l'adegamento alla classe energetica F entro il 2030 ed E entro il 2033.
La prospettiva è di soli 7 anni ed il tempo scorre veloce ed inesorabile.
Chi oggi, avesse intenzione di comprare casa, lo farebbe con un orizzonte temporale lungo che va ben oltre il 2030 e il 2033 e, dunque, avendo già chiaro l'obbligo che pende sulle case di classe energetica inferiore, potrebbe rinunciare all'acquisto nella maggior parte dei casi, riducendo a numeri bassissimi le transazioni immobiliari.
Gli agenti immobiliari avranno vita dura e dovranno cambiare mestiere, per assenza di mercato.
Inoltre, spesso, gli acquirenti di case hanno anche bisogno di un mutuo per finanziare l'acquisto e, data la situazione, anche le banche saranno obbligate a fare valutazioni in prospettiva, rifiutando, nella maggior parte dei casi, la concessione del mutuo.
Poichè chi non provvederà all'adeguamento energetico, entro le date fissate, non potrà vendere la sua casa e neanche affittarla e la casa avrà un valore circa nullo.
Questa autentica follia si riverberà anche sul nostro sistema bancario per i mutui concessi con la garanzia ipotecaria di un bene che vede crollare il suo valore.
Il 3 di aprile, l'ANSA ha riferito che, secondo un sondaggio promosso da Ghanges Unipol e Ipsos, solo l'8% degli italiani intervistati sarebbe disposto a effettuare opere di efficientamento energetico per adeguarsi alla direttiva Ue.
Mentre, il 52% degli intervistati non sa nemmeno quale sia la sua attuale classe energetica!
Questa è la realtà, oltre le fantasie di Von Der Leyen!
E' stata fatta, da Federcepicostruzioni, una stima dei costi di ristrutturazione e di efficientamento energetico da cui è emerso che coinvolgerebbe circa 9,7 milioni di edifici in Italia e un investimento complessivo di circa mille miliardi di euro.
Dove troviamo anche questa nuova montagna di soldi, dopo i regali che stiamo facendo al signor Zelensky, dopo i faraonici investimenti in scrivanie a rotelle gettate nella spazzatura delle scuole, dopo gli acquisti allegri di mascherine, di presidi sanitari vari, di vaccini in scadenza, etc..?
I lavori di efficientamento possono arrivare anche al costo di 60 mila euro e, magari, il valore dell'immobile è di 20 mila euro come in molte aree del Sud d'Italia.
I potenziali acquirenti di case, per evitare questa mannaia UE, potrebbero comprare un immobile nei centri storici eslcusi dall'obbligo green, ma, è ovvio supporre che proprio per questo, il costo di questi immobili si incrementi escludendo la stragrande maggioranza degli acquirenti.
Tra i "fortunati" ci sono anche i proprietari di case vacanza e seconde case escluse dall'obbligo. Ma, neanche queste potranno essere vendute se prive della classe energetica imposta e, dunque, anche il loro valore commerciale tenderà allo zero.
Ogni stato dell'UE potrà, secondo la sua valutazione, escludere dall'obbligo tra pochi altri, gli edifici adibiti a luogo di culto e svolgimento di attività religiose e siamo curiosi di vedere quale decisione assumerà il governo italiano sul punto....
Lo stesso Giovanni Sabatini, Direttore Generale ABI, durante un'audizione parlamentare dedicata alla Direttiva UE sulle case green, ha posto la questione osservando che in Italia, per raggiungere almeno l’obiettivo intermedio della classe energetica F nel comparto residenziale, andrebbe ristrutturato il 60% del patrimonio immobiliare (circa 8 milioni di edifici).