Cvd, ecco le 26 banche italiane massacrate da Moody`s. Abi passa all`attacco e chiede aiuto a Draghi

Vi avevamo annunciato che Moody`s aveva solamente `rimandato` le proprie operazioni di mattanza. Ieri è arrivata puntuale la notte dei lunghi coltelli.

La scure di Moody`s si abbatte sulle banche italiane. L`agenzia internazionale ha tagliato il rating di 26 istituti e - afferma - le prospettive sono negative. Una decisione su cui pesa la «recessione dell`Italia e l`austerity del governo che riduce la domanda di breve termine». In seguito al downgrade «il rating delle banche italiane è fra i più bassi fra le economie avanzate europee». Per Unicredit e Intesa SanPaolo il taglio è stato di un gradino, da `A2` ad `A3`. Monte dei paschi di Siena è passata da `Baa1` a `Baa3` mentre Unione Banche Italiane da `A3` a `Baa2. L`azione di Moody`s non ha quindi risparmiato nessuno. E in alcuni casi la sforbiciata è pesante. Per dieci istituti Moody`s ha tagliato la propria valutazione di un solo gradino. Una sforbiciata di due gradini, invece, si è abbattuta su otto banche mentre per sei istituti il taglio è stato di tre gradini. Per le restanti due banche la riduzione è stata di quattro gradini. Lo stato di salute dell`economia italiana pesa sull`azione di Moody`s: l`Italia è ricaduta in recessione all`inizio del 2012 «senza chiari segnali di ripresa. Un deterioramento che segue una breve e debole ripresa dopo la recessione del 2008-2009 e dopo anni di crescita lenta. Il pil italiano è ancora sotto i livelli del 2007». Moody`s - si legge nella nota - ritiene inoltre che «le misure di austerity e le riforme strutturali del governo pesino sulle prospettive economiche del paese nel breve termine». Nell`illustrare la decisione Moody`s, che in febbraio ha tagliato il rating dell`Italia da `A2` ad `A3`, mette in evidenza come alucni fattori hanno «limitato la magnitudine del downgradè. E fra questi c`è la liquidità concessa dalla Banca Centrale Europea (Bce), che ha »significativamente ridotto il rischio default nel breve termine«. Le banche italiane - è l`analisi di Moody`s - sono »vulnerabili« alle avverse condizioni in cui operano, che probabilmente »causeranno un ulteriore deterioramento della qualità degli asset, pressione sugli utili e limitato accesso al mercato. Questi rischi sono esacerbati dai timori degli investitori sulla sostenibilità« del debito italiano, che ha già contribuito alle difficoltà delle banche a finanziarsi. Il downgrade riflette gli »attuali rischi prevedibili« ma ci sono »diversi fattori che potrebbero causare ulteriori aggiustamenti al ribasso«, quali un aumento delle tensioni per finanziarsi, una prolungata recessione e una cristallizzazione delle debolezze di corporate governance, controllo e gestione del rischio.

Ecco di seguito i rating delle banche italiane dopo il downgrade di Moody`s. Fra parentesi vengono riportati i giudizi dell`agenzia internazionale di rating prima dell`azione di oggi. BANCA RATING OUTLOOK ---------------------------------------------------------------- - Banca Carige Baa2 (Baa1) Negativo - Banca Marca Credito Cooperativo Baa3 (A Negativo - Banca delle Marche Ba1 (Baa1 Negativo - Mps Baa3 (Baa1) Negativo - Banca Padovana Credito Cooperativo Ba2 (Ba1) Negativo - Banca Popolare Alto Adige-Suedtir.Volksb Ba1 (Baa1) Negativo - Banca Popolare di Cividale Ba2 (Baa1) Negativo Banca Popolare di Marostica Ba2 (Baa2) Negativo - Banca Popolare di Milano Baa3 (Baa3) Negativo - Banca Popolare di Spoleto Ba2 (Baa1) Negativo - Banca Sella Holding Baa3 (Baa1) Negativo - BancApulia Baa3 (Baa3) Negativo - Banco Popolare Societa Cooperativa Baa3 (Baa2) Negativo - Banca Italease Ba1 (Baa3) Negativo - Cassa di Risp.di Bolzano-Sudtiroler Sparkasse Ba1 (Baa2) Negativo - Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti Ba3 (Baa3) Negativo - Cassa di Risparmio Cesena Ba3 (Baa3) Negativo - Cassa di Risparmio Ferrara Ba3 (Ba3) Negativo - Credito Emiliano Baa2 (A3) Negativo - Credito Valtellinese Baa3 (Baa1) Negativo - Iccrea BancaImpresa Ba1 (Baa2) Negativo - Intesa Sanpaolo A3 (A2) Negativo - Banca CR Firenze A3 (A2) Negativo - Banca IMI A3 (A2) Negativo - Banca Monte Parma Baa1 (A3) Negativo - MedioCredito Trentino-Alto Adige Baa1 (A2) Negativo - UniCredit A3 (A2) Negativo - Unione Banche Italiane Baa2 (A3) Negativo.

Intanto oggi sono arrivate le prime `reazioni illustri`. «Irresponsabile, incomprensibile, ingiustificabile»: così l`Abi, l`associazione bancaria italiana, giudica la decisione di Moody`s di tagliare il rating di 26 banche italiane. «Ancora una volta le agenzie di rating si confermano come un elemento di destabilizzazione dei mercati con giudizi parziali e contradditori», si legge in una nota dai toni durissimi.

«Chiediamo con forza che la Bce e le istituzioni europee non tengano conto dei giudizi delle agenzie di rating». Ha detto il presidente Giuseppe Mussari, secondo cui «si entra in un corto circuito da cui non usciamo».

La «premessa macroeconomica» del declassamento espresso da Moody`s su 26 banche italiane «ci sembra palesemente contraddittoria - aggiunge Mussari - perchè nell`ultimo giudizio negativo il Paese non assumeva la giusta politica di stabilità di bilancio, oggi la premessa è che il Paese ha assunto le decisioni in ordine alla stabilità di bilancio, che determina nel breve periodo una riduzione della domanda. Insomma, buona la prima o la seconda», conclude.

«Questo atteggiamento delle agenzie di rating è un pò volubile». Così il presidente di Bnl Luigi Abete sul declassamento di 26 banche italiane da parte di Moody`s. «A volte - spiega Abete - i paesi e le imprese vengono attaccati perchè non c`è troppo rigore, ma il provvedimento è stato assunto perchè esiste un governo che applica il rigore e probabilmente ci dovremmo abituare a prendere queste valutazioni con grande beneficio di inventario». «Sappiamo - conclude Abete - che il sistema finanziario italiano è solido e dobbiamo essere fiduciosi che con il contributo di tutti usciremo da questa fase recessiva ugualmente competitivi come lo siamo stati nel passato».

«Sappiamo - ha aggiunto Abete - che il sistema finanziario è solido e dobbiamo essere fiduciosi - conclude - che con il contributo di tutti usciremo da questa fase recessiva ugualmente competitivi come lo siamo stati nel passato».

 

``