CULTURA FINANZIARIA. LEZIONE N. 1: L' INVERSIONE DELLA CURVA DEI RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI

CULTURA FINANZIARIA. LEZIONE N. 1: L' INVERSIONE DELLA CURVA DEI RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI
FABRIZIO BRASILI

Milano, 19 febbraio 2022. A cura di Fabrizio Brasili. Esperto di scenari e Mercati Finanziari

Normalmente, i tassi di interesse  rispettano una curva fisiologica che vede  le scadenze a lungo termine rendere di più rispetto a quelle a breve termine.
Il motivo e' semplicissimo: un creditore (l' investitore) che presta denaro ad un debitore (l' emittente di un obbligazione) chiedera' un ritorno più alto dal suo prestito tanto più lontana sarà la scadenza dello stesso (e quindi il periodo in cui tornerà in possesso del danaro prestato).
Tuttavia nel mondo, le cose non si muovono in linea retta, ma tendono ad oscillare.
In alcuni periodi storici e' possibile assistere ad una contrazione di questa curva ed in altri momenti ad una sua espansione.
Quello che però interessa qui, in questo  primo articolo educational, è mettere in evidenza la correlazione tra l' andamento della curva e la recessione sui mercati finanziari.
L' inversione della curva è probabile o addirittura prossima?
Anche  questa volta ci sta avvisando di una possibile recessione dei mercati?
Scopriamolo!
Da molti anni, la tendenza innescata dalla curva ha registrato una inesorabile  discesa verso lo zero.
La trendline ribassista  ci offre interessanti spunti per "piazzare" due livelli  di resistenza entro la quale  i rendimenti dei treasury  americani può spingersi.
L' area degli obiettivi di prezzo si stringe intorno a poco sotto il 2,40% ed a poco sopra il 3%.
Il raggiungimento di tale area e' molto importante perché, come vedremo, a breve, porterebbe il rendimento sul treasury  biennale a superare quello decennale, causando  l' inversione della curva.
Passiamo al rendimento del treasury decennale.
Come è lecito aspettarsi, la curva e' ovviamente discendente da molti anni.
La trendline che si ricava ci permette di impostare  una resistenza  intorno appunto ai 2,75/2,80%.
Raggiuntala, se il decennale dovesse rallentare, (od addirittura invertire la corsa nel breve termine), l' inversione di concretizzerebbe.
La possibilità e' tutt'altro che remota.
Lo spread tra i due rendimenti fa comprendere meglio la ciclicità (contrazioni ed espansioni) che la curva dei rendimenti obbligazionari ha nel corso del tempo.
Un monitoraggio continuo offre interessanti spunti, dal personale punto di vista, sullo stress intrinseco sul mercato finanziario.
Ogni volta che la tendenza si e' invertita, finendo sotto lo zero di forza relativa, il mondo e' andato incontro ad una crisi economica profonda.
D' altro canto, ogni  volta che si registra  un ' espansione che spinge  sui massimi lo spread tra le due scadenze, si apre  una finestra di lungo periodo, unica, per accumulare a buon prezzo sul mercato azionario...
Tecnicamente parlando è interessante  osservare anche, come il ribasso  del 2020, a seguito della crisi  pandemici, non abbia poi spinto lo spread sui livelli  di massimo storico, ma attorno alla metà.
Questa lettura confermerebbe ciò che sostengo da tempo: l' effetto della crisi pandemica sui mercati finanziari, ha generato, per il momento, solo un estensione ribassista di metà ciclo, nella corsa del mercato azionario e non una vera bolla, che appunto non e' ancora realmente esplosa.
Questa semplice osservazione non deve allarmare nessun investitore.
Anche procedendo alla velocità  attuale, sembrano volerci diversi mesi prima di un ipotetica  inversione.
C' è, operativamente, tutto il tempo  per impostare una strategia di portafoglio adeguata, per affrontare  questo scenario.
L' appiattimento dei tassi non e' l' unica "approssimazione" di rischio.
Molte altre, fondamentali e tecniche, ci stanno indirizzando  verso uno scenario  di stress  del mercato.
Un altro indicatore  che si usa molto, assumendosi  peraltro, maggiori rischi, viene dalla forza relativa fra l' indice SP500 e l' oro entrambi in dollari e di cui parleremo in un successivo articolo educational.
Spesso ci si riferisce alla forza relativa fra due assett, come " flusso di danaro".
Il termine è quanto mai azzeccato, perché  lo scopo  dell' analisi comparativa tra due forze  e' proprio  quello  di valutare  dove si dirigono  gli investitori (ergo dove appunto si muove più denaro).
Le azioni USA  hanno performato meglio  dell' oro.
In tutto questo   tempo, il valore  relativo  e' cresciuto  ed ad oggi si sta scontrando con i massimi del 2007/2008, crisi Lehman.
Tecnicamente  parlando, potremmo definire il raggiungimento attuale dei prezzi come una soglia molto critica, oltretutto vicini  ad una resistenza che storicamente ha visto l' innesco  di una crisi finanziaria.
Se uniamo poi  la lettura del flusso del denaro, con la view sull' inversione della curva, abbiamo nel complesso un informazione che non e' possibile, ora più che mai, ignorare.
Riassumendo:
quando il mercato invia segnali di stress convergenti su più fronti, siano essi di natura fondamentale che tecnica, è bene prenderne atto e non confidare, come siamo stati abituati a fare negli ultimi anni, sul sostegno delle banche centrali ..... poiché, questa volta, potrebbe non essere sufficiente.