Crowd funding, uno strumento per salvare le Pmi

Come mai gli Usa sono riusciti ad aiutare le PMI, mentre l`Europa è ancora immersa nella nebbia della crisi? Vi sono due risposte.

La prima riguarda l`aiuto immediato (attraverso le cartolarizzazioni non immobiliari) che il governo federale ha dato durante la crisi del 2008-2009 a favore del finanziamento delle Pmi per circa 35 miliardi. In pratica la Fed si assunse una parte rilevante del rischio di credito. La seconda, collegata alla netta superiorità del sistema finanziario americano, vede un`azione coordinata tra pubblico e privato. Un anno fa Obama ha varato una legge specifica (l`acronimo è Job) a favore delle start up ed ha consentito alle piccole aziende di chiedere finanziamenti diretti (crowd funding) agli investitori saltando l`intermediazione (e i vincoli burocratici) del circuito bancario. Una vera rivoluzione (tra i protagonisti David Drake) che sta dando frutti eccezionali con due piattaforme telematiche,una in California l`altra a New York, già operative. Ad esse si rivolgono i talenti in cerca di finanziamenti ed i casi di successo sono numerosi. Ma l`Italia è assente. Al tempo stesso, alcune agenzie federali si adoperano per favorire i contatti delle Pmi con l`estero nonché quelli tra le grandi aziende e i piccoli fornitori. Il 20 maggio si terrà ad Atalanta (Georgia) un convegno apposito promosso da SBA, US Small Business Administration. Questo è il vero significato di `fare squadra`. Perché non si riesce a fare lo stesso anche in Italia? La politica degli annunci dopo ogni vertice europeo ha fatto il suo tempo. Non a caso lo scontento degli europei aumenta: la sfiducia riguarda il 53% degli italiani, il 56% dei francesi, il 59% dei tedeschi, il 72% degli spagnoli. Dunque, è indispensabile che il nuovo governo, guidato da Enrico Letta, si concentri sulla economia reale (nella Ue è` proprio il sistema decisionale e delle relative funzioni di controllo ad essere totalmente in crisi senza una visibile analisi critica dell`Italia). Tuttavia ci sono buone notizie sulle due sponde dell`Atlantico. La ripresa americana è solida nonostante il bilancio pubblico sia paralizzato dallo scontro politico. Ma è ancora presto per parlare di una exit strategy della Fed dalle politiche di liquidità illimitata. I mercati restano positivi come è attestato dallo spread sceso sotto quota 260 basis points. Semmai vale il confronto sul disagio sociale. Uno studio della Brookings spiega che il livello di diseguaglianze tra i tedeschi è superiore a quello di numerosi stati americani. Quali novità ci sono in Italia? Il 25 marzo, la Borsa italiana (di proprietà del London Stock Exchange) ha finalmente lanciato un nuovo segmento professionale sulla piattaforma Mot, denominato `Extra Mot Pro`, per il `funding` delle imprese medio-piccole. Dunque, in alternativa al canale bancario tradizionale nasce un mercato telematico relativo alle emissioni di strumenti di debito già in atto in Nord Europa. Gli oneri informativi e di listing sono assai contenuti. Tuttavia, dopo l`annuncio, è calato il silenzio. Eppure il concetto è semplice: tramite il `crowd funding` il finanziamento richiesto viene diffuso dal web e circola in tutto il mondo. Tra poco inizia la trattativa USA-UE per una gigantesca zona di libero scambio che darebbe all`Italia, con l`abbattimento dei dazi, un vantaggio stimato in cinque miliardi. E` utile uno stretto collegamento con Farnesina, Confindustria e le altre associazioni di categoria. C`è da augurarsi che venga meno il disinteresse storico della intellighentia politica italiana verso le PMI. Occorre una task force immediata per costringere la dirigenza governativa a occuparsi quotidianamente delle PMI e per uscire da questo ristagno burocratico che soffoca lentamente il Paese. Il tempo stringe.

Scritto da Guido Colomba, membro del Direttivo AssoFinance – Direttore responsabile “The Financial Review”.

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