Come del resto, anche i massimi precedentemente posti a 24800/900, contro i 24200/300 del nostro indice principale.
Ma con il sempre più attendibile future Giugno scivolato nell' After market a 23500/600.
Ancora con volumi scarsi il future Settembre sui 23200/300.
Uno sguardo oltre ci porta e porterebbe però alle chiusure Americane di venerdì in forte perdita fra il 3% ed oltre il 4%.
Il vix sp500, indice, così detto della paura, segnala addirittura un + 7% dai 29 dell' apertura di venerdì, ora nuova Barriera Piave, ai poco sotto 32 della chiusura.
Ci attendiamo a maggior ragione un forte calo dell' Asia ad inizio settimana e minimi ancora più bassi di quelli toccati dai future Giugno e nostro indice principale, livelli posti rispettivamente anche poco sotto a 23200/300 e 23500/600.
Piano piano ci stiamo riavvicinando per la terza volta ai minimi di 22500/600, con reali possibilità questa volta di andare stabilmente, e non intraday a ritestare i 21500 e poi anche, in Maggio, gli psicologici 20000.
Mese appropriato quindi per la "cabala" del "sell in May and go away"che questa volta potrebbe verificarsi, aiutati certo, dall' analisi tecnica.
Oltre sarebbe la catastrofe annunciata più volte, di raggiungere intraday anche i livelli posti fra 16000 e 16500.
Ma allora sarebbe a causa di un coinvolgimento effettivo di una vera e propria terza guerra mondiale.
BancoBpm&BPER.
Solo aggiustamenti fra arbitraggisti, ma anche loro, senza molta convinzione, stanno spostando in avanti, i due titoli bancari, sempre in odore di operazioni da M&A, ma che prevediamo possano essere ancora spostati più in la' nel tempo, per una questione oggettiva del momento, più che soggettiva, legata al reale valore dei due.
Se ma ci potrà essere un riacquisto sia dall' interno che dall' esterno su valori più bassi ed il lancio di un' OPA, da parte di un player internazionale.... non previsto un po' da (quasi) tutti.
Una specie di Cigno nero...con effetti, sperati, contrari!
Consigliamo quindi, come gia' fatto per i nostri quotidiani lettori abbonati, ad astenersi, per entrambi i titoli, e per tutti gli altri titoli finanziari, di operare in questo contesto e di attendere comunque livelli più bassi, che segnaleremo.
ENI&Saipem.
Sempre molto meglio ENI che Saipem, ma anche qui potremo assistere ad una migliore tenuta, del primo titolo, che peraltro sarà coinvolto, come controllante nell' eterno ed ennesimo risanamento del secondo.
Qualora il petrolio dovesse stabilmente scendere sia per il WTI che il Brent, ampiamente sotto i 100 dollari potremo assistere ad un ritorno prudenziale di ENI sul supporto di 12,20/30, che pare tenere, e tentare un pur timido acquisto anche con l' ausilio delle opzioni o con copertura con gli stessi strumenti, peraltro molto liquidi.
Per Saipem resteremo completamente out, con il range molto ampio ma inaffidabile posto fra 0,90 e 1,19, con cui si potrebbero avere cocenti delusioni e perdite molto ingenti , anche per i più esperti e con il cuore molto forte!
Petrolio&Oro e...Re dollaro.
La correlazione del dollaro contro euro arrivato anche poco sotto la barriera solo psicologica degli 1,05, dopo aver rotto i supporti di medio lungo termine, posti a 1,0650, porta i due assett, Petrolio ed oro (ed Argento) a fortemente indebolirsi.
Ma attendiamoci un rimbalzo tecnico dagli 1,05 a 1,0650, potremo cosi' veder risalire l' oro verso i soliti 1950 ed a fatica a 1980, ma nulla di più!
Su detti livelli si aprirebbe un importante quanto discreto "rubinetto" da parte degli stati sovrani per alleggerire su questi livelli ed indirizzando, non solo per loro, un facile trend.
Così dicasi per l' Argento che toccando i forti supporti posti a 12,50/60 potrebbe ritornare anche sopra i 14/14,50.
Attenzione però alla forte carica di volatilità e speculativa di questo assett, che meriterebbe a parte un approfondimento e la guida di uno specifico professionista.
A maggior ragione il petrolio, con la debolezza momentanea del sempre "Re Dollaro" verso il gap lasciato aperto a 1,1650, potrebbe rafforzarsi anche verso area 110 il WTI e 115 il Brent.
Qui i più importanti produttori e non solo, sicuramente agiranno con raffreddamenti del prezzo immettendo grosse quantità di prodotto.
In primis, sempre, gli USA, che peraltro hanno sempre a prezzi di estrazione dimezzati, il loro shale oil.
Anche qui un altro dovuto e futuro approfondimento, per chi ci segue tutti i giorni.