Crisi, ristrutturazione, sviluppo: turnaround in inglese
Riportiamo l`intervento su Linkedin di Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente e membro dell`Aiaf dal 1997: `Quando una impresa ha forti tensioni finanziarie, risultati economici negativi o comunque insufficienti alla completa sostenibilità aziendale da più anni (in genere da almeno tre anni), quando vi è dispersione di know-how e fuoriuscita di professionalità e di figure chiave aziendali, e quando vi sono difficoltà con i creditori e le banche e mancanza di liquidità, allora la combinazione di questi fattori e il loro progressivo aggravamento, danno il perimetro essenziale di una impresa in crisi.
L`impresa in crisi, se non riesce ad avviare dei processi di ristrutturazione e rilancio e sviluppo si avvia ad una procedura concorsuale, oppure alla cessione a terzi.
Prima di arrivare a questi due epiloghi, comunque dolorosi per l`impatto sociale ed economico a cui sono sempre associati, è opportuno approcciare le questioni delicate di una impresa in crisi, con un coordinamento pluri-professionale che deve comprendere:
- le qualità tecniche di comprensione del mercato in cui si collocano i prodotti-servizi venduti dall`azienda e la loro resilienza alla competizione e profittabilità,
- la ristrutturazione finanziaria che sia sostenibile,
- la negoziazione con i soggetti stakeholders coinvolti (dipendernti, fornitori, banche, responsabili delle istituzioni locali, etc...), nonchè gli esperti di questioni fiscali, legali e normative.
Il tentativo improbo dell`imprenditore di fare da solo con i mezzi dettati dalla consuetudine della sua esperienza e di resistere strenuamente in un mondo che è cambiato assai velocemente globalizzandosi, fino a diventare esangui pur di non perdere il controllo dell`impresa, può risultare – alla fine – velleitario, pur nella sua dedizione assoluta e perseverante all`impresa considerata come sua creazione o realizzazione identitaria.
Purtroppo, nella mancanza di politiche economiche nazionali coerenti al grado ormai febbricitante della attuale crisi o di altrettanto coerenti politiche di distretto o di settore che possano, ad esempio, favorire l`aggregazione societaria di filiera, piuttosto che puntare all`accrescimento della massa critica aziendale attraverso fusioni, piuttosto che focalizzare ed innnovare i prodotti/servizi anche cercando nuovi mercati e sbocchi, e comunque incidere sulla stretta creditizia operata dal sistema bancario, gli imprenditori – alla fine - sono lasciati al loro buon senso, alle loro iniziative alla loro solutudine che può diventare disperata.
Con questi ragionamenti, abbiamo pensato che possa essere interessante per molti colleghi un luogo di confronto pratico su queste questioni del turnaround.`
Potete trovare la discussione nella pagina del gruppo `Turnaround Italy Team` di Linkedin, al seguente link:
http://www.linkedin.com/groups?about=&gid=730137