Crisi, per gli italiani nel 2012 sarà anche peggio
Crisi, per gli italiani nel 2012 sarà anche peggio
La crisi non è alle spalle, anzi. Un italiano su tre vede rischi di peggioramento nel 2012, il 96% non pensa che la crisi stia finendo, il 93% è preoccupato per il lavoro e la situazione economica familiare desta preoccupazioni per il 92%. I dati emergono dall`ottava indagine sulla crisi dell`Osservatorio Confesercenti-Ispo, ripresa da Adnkronos, conclusasi poco prima delle dimissioni dell`esecutivo Berlusconi. Il messaggio che viene dal sondaggio al nuovo Governo, si sottolinea, «è dunque quello di fare presto. Servono risposte urgenti per tornare a crescere, rilanciando le imprese per creare lavoro e per far ripartire i consumi. La stragrande maggioranza degli intervistati, quindi, non pensa che la crisi stia finendo». A temere di più il protrarsi della crisi sono i giovani: soprattutto quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni (88%) e chi nella propria famiglia ha vissuto la perdita del lavoro o situazioni di cassa integrazione (84%). Tra i pessimisti anche chi ha un titolo di studio elevato (75%) e i giovani adulti tra i 35 e i 44 anni (75%). Al sud la percentuale maggiore di pessimisti (77%), mentre sono solo il 65% nel Nord-Ovest, il 68% nel Nord-Est e il 69% al Centro. Nel computo per categorie politiche, si dicono meno d`accordo con l`idea che il peggio sia passato soprattutto gli apolitici (79%), seguiti da chi si ascrive all`area di sinistra/centrosinistra (75%). Più rilassati gli italiani di destra/centrodestra (55%) e Centro(52%).
A soffrire di più, secondo lo studio, osno le piccole aziende. Infatti secondo 8 italiani su 10 (81%) la «crisi ha messo in ginocchio le aziende di piccole dimensioni più di quelle grandi». Significativamente, il timore è più alto 86%, nel Nord-Est. A livello nazionale, sono più che convinti della crisi della piccola impresa il 38% degli intervistati e abbastanza convinti il 43%. Ancora meno, appena il 2%, gli italiani che si dicono `poco preoccupatì per la situazione economica dell`Italia. Molto significativa, invece, la crescita degli italiani, di qualunque età, che si ritengono `molto preoccupatì per la situazione economica del Paese: ben 20 punti da giugno (48%) ad oggi (68%). Si dice `abbastanza preoccupatò, invece, il 30% degli intervistati. Anche in questo caso, i `molto preoccupatì sono soprattutto al Sud (72%), mentre sono il 69% al Centro, il 66% al Nord-Est e il 64% al Nord-Ovest. Per quanto riguarda l`area di appartenenza politica, i più preoccupati sono nell`elettorato di Sinistra/Centrosinistra (73%), poi gli apolitici (71%), i centristi (68%) e, ultimi, gli italiani che si dicono di destra (57%).
La preoccupazione investe anche il posto di lavoro. I preoccupati sono il 93%: si dicono `moltò in apprensione il 42%, abbastanza il 35% e `un pocò il 16%. Anche in questo caso si assiste a una rapida ascesa dei molto preoccupati, che erano il 27% a giugno contro il 42% di oggi. Stavolta la preoccupazione investe di più il nord-est, dove temono decisamente per il proprio lavoro il 50% delle persone. Seguono il Centro (46% di «molto preoccupati») e il Sud (43%). Più tranquilli nel Nord-Ovest, dove i molto preoccupati sono solo il 34%. Cresce smisuratamente il livello di preoccupazione per la situazione economica familiare. Il 92% degli intervistati vede `nerò, ed è molto (53%) o abbastanza (39%) preoccupato. Solo l`1% si dice sereno. L`estate ha cambiato la percezione che gli italiani hanno del futuro economico del proprio nucleo familiare: a giugno a dirsi molto preoccupati erano solo il 31%, contro il 53% di oggi. Tra questi, spiccano gli studenti (72%) e i 18-24enni (62%). Preoccupati anche le fasce di età più adulte, in special modo quella prossima al pensionamento (55-64 anni di età) che presenta un 58% di molto preoccupati. Guida il fronte dei molto preoccupati il Sud (59%). Poi Nord Est (53%), Centro (49%) e Nord Ovest (48%). La grande preoccupazione sulla crisi è accompagnata da un forte allarme per il mercato del lavoro: dove si passa dal 52% di giugno al 71% di questo mese: significativamente, la stessa percentuale dei `pessimistì che non ritengono che la crisi sia passata. `Abbastanza preoccupatò dal mercato del lavoro il 27%, mentre ad essere poco preoccupato è solo il 2%. A temere sono soprattutto gli studenti (95%), e i giovani in generale (84% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni). Come sempre, guida il fronte dei preoccupati il Sud (74%), poi Nord-Est (71%), Nord-Ovest (70%) e Centro (68%). Sinistra più preoccupata di tutti (77%), seguita da apolitici (75%), centristi (69%). Più rilassati gli italiani di centro-destra, con solo il 58% di molto preoccupati.
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