Crisi economica e tendenze: tornano di moda i “pagherò” ed il “baratto”
La crisi economica attuale, conduce i consumatori ad ingegnarsi per sopravvivere al consistente calo del potere di acquisto, così stanno tornando di moda vecchie abitudini del passato, le cambiali, i famosi “pagherò” degli anni Cinquanta e il baratto.
Negli anni del boom economico si fece un consistente uso delle cambiali, soprannominate, all’epoca, Farfalle, perché si basavano su promesse aleggianti di futuri pagamenti. In realtà la cambiale è un vero e proprio titolo di credito, il creditore potrà persino pignorare i beni di chi non onora il debito. Si acquista il documento in tabaccheria, in cui si segna la cifra e la data di scadenza stabilita per il saldo. Questo strumento di pagamento è tornato in voga, aumentando del 40% dal 2009.
Giuseppe di Chio docente all’Università di Torino nel campo di diritto commerciale sostiene che sia cambiata la logica insita nei pagherò, in passato erano visti con ottimismo, la ricchezza circolava e l’Italia attraversava una fase di crescita robusta, oggi purtroppo, il fine è differente, non ci sono soldi, e la cambiale, è divenuta uno dei pochi metodi ancor utilizzabili per fare acquisti.
Da uno studio condotto dall’Unione Nazionale Imprese a tutela del credito, Unirec, emerge come dal 2009 al 2011 si sia fatto un largo uso dei “pagherò” anche per saldare debiti con banche e finanziarie. Molte sono infatti le società finanziarie che preferiscono, visti gli aumenti delle situazioni di insolvenza, evitare di perdere tempo in azioni legali lunghe e accontentarsi di un piano di rientro che preveda, appunto, il rilascio di cambiali.
Che cos’è invece il baratto? La curiosità degli italiani verso questa forma di economia sta aumentando, tre italiani su quattro, secondo uno studio Coldiretti apprezzano lo scambio di beni senza l’uso di moneta. I soldi scarseggiano, ma gli italiani non perdono il desiderio di acquistare.
In economia il baratto è conosciuto come forma di scambio bilaterale o multilaterale di beni e servizi tra due o più soggetti economici. Nel diritto civile italiano, questa operazione è classificata sotto il nome di permuta. In passato si diffuse perché in assenza di moneta e quindi di risparmio, l’unica alternativa possibile per beneficiare di beni altrui era quello, appunto, di scambiarli.
Oggi a causa delle ristrettezze economiche il baratto torna ad essere una pratica utilizzata, a Milano domenica è stata allestito, nel Castello Sforzesco, “Il Mercato del Baratto”, un’iniziativa di Coldiretti che ha visto una buona partecipazione e che ha avuto come scopo primario quello di rilanciare un’economia, che sembra a tratti, paralizzata. Al via quindi il pagamento di formaggi, salumi, frutta, verdura con altra merce orologi, scarpe, libri, cd. La pratica pare diffondersi anche online, diversi i siti e i social network che sponsorizzano questa “nuova” forma di economia.
Il valore del bene si stabilisce in base alla considerazione qualitativa e quantitativa, entrano comunque in gioco, le basi del mercato tradizionale, le merci scambiate rispondono alla legge della domanda e dell’offerta.
Metodo antichi insomma, che però potrebbero ridare slancio ad un’economia in crisi e al forte calo di consumi registrato negli ultimi anni.
Erica Venditti