Crisi è stata nel 2012 e crisi sarà nel 2013

Il tanto sospirato anno nuovo è arrivato, ma l’ottimismo che porta con sé la frase “anno nuovo vita nuova” è ben lungi dal toccare le famiglie italiane.

Crisi è stata nel 2012 e crisi sarà nel 2013

Purtroppo sono ancora molti gli ostacoli che gli italiani dovranno superare nel corso del 2013, il primo tra tutti riguarda l’occupazione. I dati Istat degli ultimi giorni, mostrano un quadro poco rincuorante, è in crescita il numero dei senza posto di lavoro (11,1%), e ancora più allarmante la percentuale dei giovani disoccupati tra i 15-24 anni, la media europea già elevata 24,4%, è nulla paragonata alla situazione drammatica dei giovani Italiani, che tocca un nuovo record negativo dal 1992 (+37,1%). Molti sono ormai i ragazzi che hanno addirittura smesso di cercare un lavoro per l’eccessivo pessimismo, si chiamano “neet”, l’acronimo nella lingua inglese significa “not in education, employment or training”, segnale questo di scarsissima fiducia dei giovani nei confronti del Paese in cui vivono.

Le prospettive economiche delle famiglie italiane non sono rosee nemmeno per il 2013, il 48% intravede a causa degli innumerevoli aumenti fiscali un ulteriore peggioramento delle proprie condizioni economiche, il 42% pensa che tutto resterà invariato, solo il 10% osserva il nuovo anno con uno sguardo più fiducioso e prevede un miglioramento del proprio bilancio famigliare. L’ottimismo degli analisti collegato alla discesa dello spread sembra trovare poco riscontro tra le famiglie che nel 51% dei casi arrivano appena alla fine del mese, e nell’8% dichiarano di non avere nemmeno i soldi per le spese indispensabili.

I dati sui consumi nei primi 9 mesi del 2012, dalle analisi Istat e Confcommercio, indicano un peggioramento radicale del potere di acquisto delle famiglie italiane, che rispetto allo stesso periodo del 2011, registra una flessione del 4,1%, i consumi si sono così conseguentemente ridotti dal novembre del 2011 di 2,9 punti percentuali, conclamando il 2012 come l’anno peggiore dal dopoguerra.
Sebbene i dati non facciano presagire una ripresa imminente e indolore, confidiamo almeno che, indipendentemente da chi salirà al governo, abbia come priorità quella di cercare provvedimenti per aiutare le persone più deboli e per rilanciare l’economia, affinché le famiglie possano tornare almeno a sperare in un futuro migliore.

Scritto da Erica Venditti,
Dottore di ricerca in Ricerca Sociale e Comparata

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