Crisi dei debiti sovrani: la strategia di Angela

Nel ventunesimo anniversario dell’unità tedesca, celebrata stamani a Bonn a partire dalle 10.00, si delinea sempre più chiaramente la strategia della cancelliera tedesca Angela Merkel nel fronteggiare la crisi dei debiti sovrani della zona Euro. Dopo la ratifica al Bundestag giovedì scorso dell’ Efsf - il Fondo salva Stati - con garanzie per 200 miliardi di euro a sostegno degli stati dell’Eurozona più in difficoltà, cui seguirà inevitabilmente il dibattito su un’eventuale incremento dell’impegno finanziario tedesco (il presidente e capogruppo del partito socialdemocratico tedesco Spd, Frank-Walter Steinmeier, già non esclude che si possa arrivare a un ulteriore aumento del fondo salva-Stati, contrariamente a quanto voluto dai cristianosociali della Csu, alleati bavaresi della coalizione della cancelliera), la Germania deve gradualmente uscire dallo scomodo, duplice ruolo di salvatrice dell’Europa e castigatrice degli stati indisciplinati. Per limitare esposizione economica e responsabilità di dettare regole di ‘’austerity’’ a stati come Grecia, Portogallo e Irlanda (a cui potrebbero aggiungersi – ahinoi – Spagna e Italia), Berlino guarda alla costruzione di una struttura istituzionale europea che garantisca in maniera rigorosa un governo economico e di bilancio per tutta l’Euro-area, che vada a controllare i conti pubblici dei 17 paesi, che imponga sanzioni pre-determinate a chi esce dai vincoli di bilancio, che restituisca a lungo termine efficienza e competitività a tutti i paesi. E’ con il metodo ‘’incrementale’’ - fortemente criticato dai detrattori della cancelliera negli ultimi mesi ma foriero di indiscutibili progressi -  che la Merkel intende raggiungere gli obiettivi, passo dopo passo, nella corretta convinzione che la crisi non possa essere superata tutta in un colpo. Del resto la creazione di una nuova architettura economica europea più forte e condivisa, che abbia l’approvazione dei parlamenti nazionali, che sia realizzi attraverso la strada delle riforme e del cambiamento dei trattati europei non può che avvenire in maniera graduale, seppur perseguita con decisione, piuttosto che in maniera impulsiva, radicale e potenzialmente controproducente. Riuscirà frau Merkel a far dismettere alla Germania gli scomodi abiti di ‘’chioccia’’ dell‘Eurozona, sia a livello finanziario che di ‘’tirate d’orecchie’’? 

Crisi dei debiti sovrani: la strategia di Angela