CRIPTO. ASSET CLASS GIOVANE, CONSOLIDATA, VOLATILE. IL PRIMO REPORT DI MORNINGSTAR.
Giannina Puddu, 23 luglio 2022.
In soli sette anni, le criptovalute sono passate da una capitalizzazione di 5,2 miliardi di dollari a 1700 miliardi di dollari e solo Bitcoin potrebbe entrare nel gruppo delle 10 società più capitalizzate dello S&P500!
L'ampia e rapida diffusione globale delle cripto le ha portate ad essere uno degli strumenti finanziari più graditi al pubblico degli investitori, insieme alle classiche obbligazioni, azioni ed ai Fondi Comuni di Investimento.
Come già scritto in altre occasioni, alla base del fenomeno c'è la tecnologia blockchain con la sua innovativa e dirompente capacità di registrare ogni transazione e renderla, subito, non alterabile.
Questa caratteristica della blockchain si è rivelata utile nell'applicazione in diversi ambiti, anche di pubblica utilità, facendo correre, al fianco dell'asset cripto, l'industria che la produce conquistando una sua vita indipendente e molto promettente.
Gli NTF (non fungible token) che ottengono i loro certificati di autenticità.
Hume e Pagan osservano che Bitcoin ancora re, ma perde terreno.
Bitcoin è nata per essere valuta alternativa di scambio, cosa che è diventata destando la preoccupazione delle Banche Centrali di tutto il mondo abituate a tenere, sotto il loro cappello, controllato ogni movimento di danaro.
Segue Ethereum con la sua specificità che la rende più sofisticata in quanto contiene anche il codice per attivare vendite e acquisti quando vengono soddisfatti determinati criteri (noti come smart contracts – contratti intelligenti).
E poi ci sono gli Altcoins, una categoria che comprende tutte le altre criptovalute, come Ripple e Litecoin.
Con l'entrata in campo delle nuove cripto, Bitcoin ha perso quote di mercato.
I due analisti di Mornigstar si sono concentrati, in particolare, sul fatto che, nell'ambiente cripto, le performance vanno di pari passo con la volatilità.
Questo è assolutamente vero e, dal punto di vista di chi osserva le monete virtuali, si spiega con due cause che sono, da un lato, proprio l'essere ancora strumenti finanziari giovani quindi oggetto di grandi innamoramenti e di pari disamoramenti repentini, alimentati anche dall'atteggiamento spregiudicato dei grandi operatori finanziari e, dall'altro, dalle sistematiche aggressioni di stato, con alternanza di stati, destabilizzati dalla doppia componente di potenza e di autonomia che le cripto si sono conquistate affascinando il mondo, fuori dal circuito delle regole della finanza classica.
Osservano Hume e Pagan:
Dallo storico rimbalzo del 9.500% di Ether nel 2017, al rendimento annuale dell’11.100% di Solana nel 2021, gran parte dell’interesse per le criptovalute deriva da una “profezia” che si autoalimenta.
Gli investitori vedono guadagni sbalorditivi ed entrano nel mercato, con conseguente ulteriore pressione al rialzo sui prezzi.
Ma ogni rally mozzafiato ha inaugurato un crollo altrettanto spettacolare dall’altra parte.... e le criptovalute non hanno un’ àncora di analisi fondamentale come il valore nominale di un’obbligazione o i flussi di cassa scontati di un titolo azionario.
Ether ha perso quasi il 90% del suo valore tra dicembre 2017 e dicembre 2018, mentre Solana ha perso più della metà della sua capitalizzazione tra novembre 2021 e gennaio 2022.
Certo, non sono soggette ad un' "analisi fondamentale" ma, invece, come per qualsiasi moneta la loro credibilità, quindi il loro valore, è una questione di fiducia, di confidenza nell'opportunità del moltiplicarsi degli scambi.
Continuano gli analisti:
Rilevata in aggregato, la volatilità delle criptovalute non ha paralleli con nessun’altra asset class misurabile.
Da gennaio 2015, quando iniziano i dati regolari sui prezzi, fino a gennaio 2022, il MVIS CryptoCompare Digital Asset 100 Index ha registrato una deviazione standard che è ben oltre il doppio di quella del secondo indice più volatile tra quelli identificati dagli analisti di Morningstar, e cinque volte più volatile dell’indice MSCI ACWI.
Da notare che questi calcoli includono anche gli Stablecoin, che spesso sono ancorati ad asset tradizionali (valute fiat, commodity, ecc.).
Ciò significa che le criptovalute “non ancorate” in aggregato fluttuano probabilmente ancora di più.
Il secondo elemento distintivo delle cripto, emerso dall'analisi di Hume e Pagan è la bassissima correlazione osservata tra queste e qualsiasi altro investimento, fino al momento della redazione del loro report.
Da questa, deducono che suscitano l’interesse degli investitori istituzionali, spesso in cerca di aumentare la loro esposizione a rendimenti non correlati.
Nel corso della sua breve storia, il tasso di correlazione più alto tra un paniere di criptovalute e le altre asset class è quello con le azioni dei mercati sviluppati, ma con un valore di appena 0,28.
Ma, questa evidenza pare destinata ad essere superata, alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno dimostrato che, invece, una correlazione c'è e che sta prendendo corpo.
L' 8 novembre del 2021, Bitcoin quotava 58.323,78 dollari, oggi è a 21.671,63!
Nel primo trimestre di quest'anno, gli ottimisti lo vedevano a 100.000 dollari.
Poi, si è ribaltato il mondo, la recessione globale, la guerra in Ucraina, il rischio di guerra globale e nucleare, l'impennata dell'inflazione occidentale, la politica restrittiva della FED...
E, sui mercati, pagano dazio i tecnologici che, al Nasdaq, in molti hanno perso oltre il 90% del loro valore.
Questo mi ricorda il crollo dei tempi della new economy...
Dai massimi raggiunti una vera caduta verticale per i titoli growth individuati per il loro alto potenziale di crescita di ricavi e utili, quindi, ovvio, i tecnologici.
Più della metà di questi ha perso oltre il 50% del valore.
Perdite che hanno raggiunto la punta massima degli ultimi 30 anni con il NASDAQ che, proprio per la sua natura, ha perso più degli altri indici.
Si calcola un meno 25 mila miliardi di dollari per l'azionario e meno 10 mila miliardi per l' obbligazionario.
La correlazione che non si era vista prima si è manifestata in tutta la sua ampiezza.
Certo, quello che viviamo è un tempo eccezionale e non è detto che, proprio in ragione di questa eccezionalità, il dato registrato sia destinato a fare statistica affermando una nuova correlazione.
Vedremo, anche se credo che la fase di maturità delle cripto le renderà corrrelate con altre asset class.
E ora? Si sono chiesti gli analisti di Morningstar.
Non possiamo sapere esattamente cosa succederà.
Tuttavia, crediamo che i due fattori principali che delineeranno la crescita futura del mercato delle criptovalute riguardino due punti: se i consumatori adotteranno in massa la tecnologia blockchain e per quanto tempo persisterà l’interesse speculativo.
Queste narrazioni spesso emergono dall’ottimismo intorno alle nuove applicazioni all’interno dell'ecosistema di un particolare protocollo, ma a volte non si basano su niente, se non su di un tweet di Elon Musk.
Generalmente, i rendimenti degli indici di mercato tradizionali hanno un’asimmetria negativa, il che significa che i rendimenti sopra la media si verificano più spesso di quelli sotto la media, ma questi rendimenti sotto la media sono più estremi e trascinano verso il basso il rendimento totale per l’intero periodo.
Al contrario, i rendimenti del mercato delle criptovalute invertono questa relazione. Il mercato sperimenta più rendimenti sotto la media che sopra la media, ma i balzi positivi sono più estremi e fanno salire il rendimento cumulativo per tutto il periodo.
Questa presa d'atto, veritiera, è estremamente affascinante.
Io credo che la stranezza osservata dai due analisti possa spiegarsi con la doppia natura del fenomeno cripto.
E', certamente, un fatto finanziario ma, insieme, è anche un fatto politico.
Dietro le spinte potenti verso l'alto che coprono e premiano cospicuamente le perdite precedenti non c'è solo la solita e fredda ansia del guadagno ma, insieme, c'è la volontà e l'aspettativa di un riscatto di chi, ognuno nella sua dimensione, sogni di uscire dai vecchi schemi imposti dalla finanza classica guidata da pochi privati ed imposta a tutti.
Quindi, la forza propulsiva, capace di scardinare i vecchi rapporti di causa-effetto, è l'entusiasmo di chi vede avverarsi il sogno.
Tant'è che, gli stessi analisti, hanno osservato che nonostante l’incredibile corsa, oggi l’infrastruttura decentralizzata delle criptovalute pone ancora delle barriere significative rispetto all’uso nel mondo reale.
E' un segno del mondo che sta cambiando e, forse, nella direzione di una maggiore Giustizia planetaria.
Chi ha creduto di massimizzare il suo guadagno, dall'alto della sua potenza finanziaria, ma dovendo coinvolgere proprio per il suo privato tornaconto miliardi di persone, non ha considerato abbastanza che la Cultura, anche Finanziaria, si sarebbe diffusa generando effetti imprevisti e, magari, non più controllabili.