Credit Suisse, un cliente blocca la consegna dei dati al fisco USA

Il Tribunale amministrativo federale (Taf) ha fermato nuovamente la consegna di dati bancari agli Stati Uniti. I giudici hanno dato ragione ad un cliente di Credit Suisse che si opponeva all`assistenza amministrativa accordata dalla Svizzera al fisco americano.

Ad inizio anno l`Amministrazione federale delle contribuzioni (Afc) aveva concesso l`assistenza amministrativa agli omologhi americani dell`Irs, che ne avevano fatto domanda basandosi sull`accordo di doppia imposizione.
L`Irs esigeva la consegna di dati bancari di contribuenti americani sospettati di frode fiscale.In novembre Credit Suisse ha trasferito i dati all`Afc, che in gennaio ha deciso che sussistevano tutti i criteri per l`invio delle informazioni alle autorità americane. Accogliendo il ricorso del cliente, il Taf ha però ora messo un freno a tutto. I giudici ritengono infatti che il comportamento di alcuni collaboratori del gruppo bancario possa essere definito fraudolento, ma al cliente in questione si può imputare solamente l`evasione fiscale.
Quest`ultima non può essere oggetto di una domanda d`assistenza amministrativa. Il Taf ha infatti spiegato che nell`accordo con gli Stati Uniti l`assistenza amministrativa non è ammissibile per la sola evasione fiscale, anche in caso di cifre importanti. Secondo il tribunale, il fatto di non dichiarare un conto non costituisce una frode. Già nel 2010 il Taf aveva fermato la consegna di dati di clienti americani dell`Ubs per mancanza di basi giuridiche.
Il permesso era stato poi accordato in seguito all`approvazione di un`intesa da parte del parlamento nel giugno 2011. La sentenza del Tribunale amministrativo federale (Taf), che ha bloccato il trasferimento di dati bancari agli Stati Uniti, si riferisce ad un accordo di doppia imposizione siglato nel 1996.
 
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