COSTI ENERGIA. LE FONDERIE BRESCIANE COSTRETTE ALLA CHIUSURA.
redazione 
Redazione, 9 marzo 2022.
Nel bresciano, anche terra dei metalli lavorati, l'imprenditore Massimo Bodei, titolare dell'omonima fonderia, registrato l'incrmento feroce del costo dell'energia, ha fatto la sua previsione: “Con questi prezzi non sappiamo quanto potremo resistere. Due o tre mesi, poi dovremo prendere una decisione. Se resta così, meglio chiudere e fine”.
Giovanni Parecchini, operante per la Bodei, ha raccontato: “Improvvisamente ci siamo accorti che la bolletta era cresciuta in maniera incredibile.
Il 2021 era stato un anno positivo, con un utile importante, ma gli incrementi energetici degli ultimi mesi si sono mangiati quasi tutto”.
Il 2022 è iniziato pure peggio.
Anche la voce di Aldo Arici, amministratore della Unifond ( affermata fonderia che vanta un'elevata specializzazione nelle fusioni di ottone in conchiglia per rubinetterie): “A gennaio del 2021 pagavo 16mila euro di elettricità lo stesso mese del 2022, con un 10% di consumi in meno, devo sborsare 47mila euro. Una batosta”.
E, sintetizza: “Se inserisco i costi energetici dei primi mesi del 2022 nel bilancio dell’anno scorso - calcola Arici - prevedo di chiudere l’anno con una perdita di 300mila euro”.
Antonio Gigliotti, direttore del Centro Studi Fiscal Focus ha fatto un'amarissima considerazione sugli interventi del governo a supporto delle imprese, cosiddette "energivore":
“A otto giorni dall’approvazione, il Decreto Energia è già superato”. Senza “sgravi fiscali sul costo del lavoro per compensare gli aumenti dell’energia”, in sintesi, il rischio è di trovarsi “uno tsunami di chiusure, delocalizzazioni e fallimenti”.
L'osservazione di Gigliotti è amarissima due volte!
Significa, oltre a quanto ha dichiarato, che chi ci governa, non è in grado di legiferare in prospettiva, prende decisioni sulla quotidianità e non valuta gli effetti a breve, medio e lungo termine dei nuovi problemi che si stanno rovesciando, come una valanga che tutto sommerge, sulle nostre aziende.
