CORRUPTIO LEGIS: IL DIRITTO COME CAUSA DI CORRUZIONE SISTEMICA
Giannina Puddu, 4 settembre 2024.
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Ieri, 3 settembre 2024, nell' articolo https://www.ifanews.it/giles-dickson-sta-a-ursula-von-der-leyen-per-leolico-come-albert-burla-per-i-vaccini, ho portato l'attenzione sul fatto che Ursula Von Der Leyen, ha tradotto il preminente interesse privato di Dickson e delle società che rappresenta con WindEurope, nel fasullo "preminente interesse pubblico" che, se non smontato con urgenza, in Italia e in UE, provocherà un'apocalittica devastazione ambientale.
Tale atteggiamento legislativo dell'UE, ad opera diretta della Presidente della "Commissione", potrebbe inserirsi nell'area della cosiddetta "Corruptio legis".
Tra gli Atti della Sesta Conferenza Internazionale annuale su Diritto, Regolamenti e Politiche Pubbliche (LRPP 2017), 5-6 giugno 2017, Singapore, pubblicati l'8 agosto 2018, è presente un "astratto" dell'intervento di Lorenzo Pasculli, Università di Coventry - Facoltà di Giurisprudenza di Coventry; Imperial College London - Centro per le Lingue, la Cultura e la Comunicazione
Astratto
Il diritto, come insieme di fonti che includono legislazione, regolamenti amministrativi, consuetudini e decisioni giudiziarie, è una delle cause della corruzione sistemica, intesa come pratica generalizzata di varie forme di abuso del potere affidato per guadagno privato come parte della cultura e del sistema istituzionale di un paese.
Questo documento valuta la validità dei risultati della ricerca più significativa condotta in Europa sugli effetti criminogeni involontari della legislazione e la fattibilità del meccanismo di protezione legislativa dai reati sviluppato per il diritto dell'UE nel particolare contesto giuridico dei paesi del Commonwealth.
Il primo obiettivo è quello di offrire alcune prospettive teoriche originali e soluzioni pratiche e, in particolare, di sviluppare una strategia completa e basata su principi in grado di adattarsi ai sistemi giuridici più disparati.
Un obiettivo secondario di questo documento è quello di stimolare ulteriori discussioni e ricerche sui rischi di criminalità e corruzione del diritto, come passo necessario verso l'eliminazione della corruzione sistemica.
La Cambridge University, il 31 luglio 2008, pubblicò una sua nota di pari oggetto:
Nella sua discussione sulla natura della legge, San Tommaso d'Aquino cita il principio di Sant'Agostino secondo cui una legge ingiusta cessa per quel fatto stesso di essere veramente vincolante, e questa osservazione ci fornisce un utile trampolino di lancio per una discussione su come diverse istituzioni hanno affrontato il verificarsi di un tale problema all'interno dei propri sistemi.
Ci sono due principali factispecies previste quando abbiamo a che fare con un simile scenario all'interno della comunità cristiana; quando una legge è stata interpretata erroneamente dai suoi funzionari e quando la legge è applicata dall'amministrazione con una rigidità che supera l'intenzione del legislatore. In queste circostanze, si può sostenere che non abbiamo a che fare con la vera legge in quanto tale, ma con la corruzione della legge, non lex seil corruptio legis.
L'espressione corruptio legis è qui intesa non in senso soggettivo ma in senso oggettivo, vale a dire che non deve essere intesa come riferita all'amministrazione o ai funzionari che applicano la legge, ma alla norma legale stessa.
Le questioni sollevate dal principio non lex sed corruptio legis non sono semplicemente etiche ma anche giuridiche, e l'importante risoluzione di Agostino e Tommaso d'Aquino offre un'utile finestra su uno dei problemi centrali del diritto amministrativo comparato.