CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLA CRITICA MUSICALE UNIVERSITA' IULM DI MILANO, 30 NOVEMBRE– 2 DICEMBRE 2021
Milano, 28 novembre 2021. Di Sara De Santis
Dal 30 novembre a giovedì 2 dicembre, in Sala dei 146 dell’Università IULM di Milano, si svolge con sessioni mattutine e pomeridiane, aperte da brevi esecuzioni di musica strumentale, un inedito Convegno internazionale sulla critica musicale.
E’ organizzato dal Master post-laurea in “Editoria e produzione musicale” e dal Dipartimento “Giampaolo Fabris” della IULM, su progetto dello studioso Luca Cerchiari, in collaborazione col collega Stefano Lombardi Vallauri.
Il Convegno, che coinvolge una trentina di relatori italiani, europei e americani, è dedicato alla memoria di un celebre critico di musica afro-americana, Arrigo Polillo, ed è intestato ad un’altra figura di particolare spicco della scena culturale italiana, quella del musicologo e letterato Quirino Principe, tutt’ora attivo come collaboratore del quotidiano Il Sole 24 Ore, oltre che come stimatissimo didatta e saggista.
La funzione della critica, non solo musicale, viene oggi continuamente discussa, e posta al centro di un dialogo nel quale ci si interroga sul suo ruolo all’interno della società: la società dei click veloci, dei podcast, delle letture superficiali e della ricerca di una prospettiva che viaggi di pari passo con l’evolversi della società dei consumi.
Si parla sovente di crisi della critica o di mancata consapevolezza artistica: in un Paese, come il nostro, nel quale all’artista spesso non si riconosce un adeguato riconoscimento.
La critica, soprattutto quella in ambito musicale, deve avere una profonda consapevolezza del suo operare nell’hic et nunc, e non deve essere collocata in un angolo elitario.
Nella sua evoluzione contemporanea (che siano blog, social network, programmi radiofonici, televisivi o altri mezzi di comunicazione di massa), agli occhi più attenti, essa sembra peraltro aver un po’ perso il suo ruolo cardine, la sua storica posizione di rilievo.
Ma in fondo, come suggerisce Hartmut Rosa nel saggio Accelerazione e alienazione (Einaudi, 2015), le forme dell’analisi critica richiedono «che i nuovi approcci della teoria critica non seguano e ripetano ciecamente i presupposti teorici e metodologici di quelli precedenti». Un obiettivo dell’imminente Convegno, tra gli altri, è in tal senso anche proprio questo, oltre che quello di creare un ponte tra l’operato della critica musicale e quello della musicologia.
Il Convegno dell’Università IULM è strutturato in tre giornate, ognuna delle quali vede protagonista un genere musicale: la cosiddetta “classica”, quindi il jazz e la musica pop, o popular music.
Esso propone un approccio trasversale alle discipline culturali, esaminando anche il rapporto tra critica musicale e critica intesa in senso generale.
Tra gli ospiti della tre giorni (che prevede, il 1 dicembre pomeriggio, una Tavola rotonda animata da una decina di esperti) vi sono nomi noti e notissimi della critica musicale, conduttori radiofonici, saggisti, docenti universitari e ricercatori; un team impegnato ad offrire diversi punti di vista, e a promuovere discussioni e riflessioni.
Tra i critici di cui si parla nel corso delle tre giornate alla IULM vi è Arrigo Polillo, storico osservatore e divulgatore della musica jazz in Italia, al quale è dedicato un volume appena uscito nella per la collana Mimesis ‘Musica contemporanea’, Arrigo Polillo. Un maestro internazionale della critica jazz, a cura di Luca Cerchiari e dal figlio Roberto Polillo, con la collaborazione di Valentina Voto.
I curatori, nel ripercorrere la carriera e la vita di un intellettuale rigoroso, descrivono l’evoluzione musicale della società italiana dal secondo dopoguerra, testimoniando altresì l’attivismo di Polillo in qualità di organizzatore di concerti e festival jazz, dagli anni Cinquanta ai primi anni Settanta.
Tra le molte relazioni previste nel Convegno, quelle di Quirino Principe (“Per una definizione possibilmente non scorretta di critica musicale”), di Biagio Scuderi (“Dimmi come comunichi e ti dirò chi sei: la crisi della comunicazione musicale in Italia”, del francese Pierre Fargeton (“Due maestri francesi: Hugues Panassié e Andrè Hodeir”), dell’americano John Gennari (“Forme della critica jazz a venire. Ipotesi su un futuro incerto”), di Massimiliano Raffa (“La critica rock tra Italia e anglosfera. Storia, stili, ricezione), della docente universitaria slovacca Yvetta Kajanová (“Teorici del rock che iniziarono come critici: Richard Meltzer, Simon Frith, Simon Reynolds”). Lo stesso Reynolds, notissima “stella” della attuale critica rock statunitense, è atteso a parlare nel pomeriggio del 1 dicembre, in coda alla tavola rotonda.
Il giornalista musicale e conduttore radiotelevisivo Dario Salvatori, il 2 dicembre, si occuperà a sua volta delle riviste di musica giovanile italiane, alle quali iniziò a collaborare negli anni Settanta.
Tra i dichiarati obiettivi del Convegno (i cui contenuti saranno pubblicati dalle edizioni Mimesis in un volume italo-francese) vi è quello di un’apertura, sinora desueta in ambito universitario, a tutti i generi musicali, rovesciando gerarchie e giudizi desueti. E vi è il desiderio di promuovere una nuova coscienza critica collettiva, che possa aprirsi alle generazioni future e diventare pratica comune; per rendere l’arte, e la riflessione su di essa, un argomento aperto a tutti.
Anche perché, come suggeriva il compianto musicologo e pianista Antonio Rostagno, docente nell’Università La Sapienza di Roma, “la musica è piena di idee, non è un ornamento di sole note.”.