Continua la riduzione degli attivi bancari, il ritmo non è stato mai così alto
L’Ernst & Young Eurozone financial services forecast (EEFS) richiama l`attenzione sugli effetti a scoppio ritardato che le attuali turbolenze nell’Eurozona stanno producendo e produrranno sul settore dei servizi finanziari, nonché il ruolo che il settore sarà in grado di interpretare nel 2013.
Guido Celona, responsabile italiano del settore Financial Services di Ernst & Young ha dichiarato: `Gli investitori sono frustrati dai continui aggiustamenti di breve periodo che cercano di porre un rimedio alla crisi del debito sovrano, ed avvertono sempre più la necessità di una soluzione in grado di ridare stabilmente serenità al sistema. Il settore dei servizi finanziari continua a risentire della debolezza del quadro economico nel suo complesso cui si aggiunge l’oramai ricorrente crisi di fiducia del mercato.
L`effetto di questo scenario risulta già preoccupante per i bilanci bancari nel 2012, ma l’impatto di quest’anno di crisi nell’Eurozona sarà visibile anche nel 2013, quando l’aumento dei non-performing loans colpirà i bilanci in modo più sensibile rispetto a quanto in molti si attendono”. L’atteso aumento dei non-performing loans colpirà l’Eurozona nel 2013 Le revisioni al ribasso delle stime del PIL dell’Eurozona, visto in contrazione dello 0,6% nel 2012 ed in crescita (peraltro assai modesta) dello 0,4% nel 2013, indica che le prospettive per i non-performing loans (NPL) sono nuovamente peggiorate. Le previsioni elaborate nel mese di marzo indicano che il prossimo anno lo stock di NPL dovrebbe crescere ai livelli massimi dalla nascita della moneta unica: se per il 2012 infatti le previsioni evidenziano una certa stabilità (NPL pari al 6,2% del monte crediti), per il 2013 i NPL aumenteranno sino a raggiungere il picco del 6,5% - un record dalla creazione della moneta unica.
Marie Diron, consulente economico per la pubblicazione Ernst & Young Eurozone financial services forecast, così vede le prospettive sugli NPL: `I NPL tendono a manifestarsi ad effetto ritardato rispetto al ciclo economico e pertanto rappresentano una vera e proprio bomba a orologeria per l`economia dell`Eurozona. L’ulteriore revisione al ribasso delle stime dell’EEFS per il PIL del`Eurozona ha peggiorato le previsioni per i NPL, spostando il picco verso il 2013. In questo contesto molte banche nei bilanci attuali stanno manifestando una certa “tolleranza” sui propri prestiti, mascherando così la reale portata dei loro portafogli non- performing: il continuo peggioramento del contesto economico determinerà lo spostamento di una significativa porzione di questi prestiti verso il portafoglio non-performing, costringendo gli istituti finanziari a realizzare ingenti perdite con l’effetto di determinare un’ulteriore contrazione sulla capacità di alimentare nuovi affidamenti”. Gli attivi bancari vedranno una riduzione superiore a quanto registrato durante la crisi Le previsioni vedono per il 2012 una riduzione degli attivi bancari pari a 1.600 miliardi di Euro, quale conseguenza della cessione di attività non strategiche e di una contrazione dell`attività creditizia. In particolare, la contrazione dei prestiti corporate e del credito al consumo sarà ancora più significativa rispetto a quanto previsto dall’EEF nell`ultimo trimestre, arrivando a toccare quest’anno il 4,8% per i prestiti corporate e il 6,6% per il credito al consumo, in entrambi i casi percentuali che riflettono il ritmo di contrazione più elevato mai registrato Marie Diron ha voluto ulteriormente sottolineare che questa contrazione avrà un impatto significativo sull`economia in generale dell’Eurozona ed implicherà una contrazione degli attivi bancari maggiore rispetto a quanto registrato durante la crisi finanziaria del 2008/2009.
La riduzione attesa nei livelli di finanziamento, che in parte riflette il calo della domanda per i prestiti bancari, aggraverà l’attuale situazione congiunturale di difficoltà nell’accesso al credito: mentre le imprese di maggiori dimensioni saranno comunque in grado di sostenere una riduzione di liquidità o di accedere a fonti alternative di finanziamento, le imprese di dimensioni più contenute dovranno lottare per poter accedere ai finanziamenti. Tale trend, che vedrà quale unico paese dell’area Euro parzialmente escluso la Germania, i cui prestiti bancari dovrebbero crescere (ancorché a ritmo rallentato), sarà invece ampiamente diffuso nel resto dei paesi dell’Eurozona, le cui prospettive di ripresa sono oramai rinviate al Il mismatch tra le garanzie di pagamento e i rendimenti degli investimenti provoca ancora una volta preoccupazioni per gli assicuratori europei La presenza sul mercato di tassi di interesse che si mantengono a un livello estremamente basso determina per il comparto assicurativo vita nell’Eurozona la necessità di chiudere il gap tra il ritorno sugli investimenti e i rendimenti garantiti integrati nei prodotti già esistenti. Guido Celona ha sottolineato come “le compagnie assicurative stanno faticando per rispettare le garanzie di rendimento insite in prodotti venduti in tempi migliori. I ritorni che i clienti si aspettano da prodotti venduti con garanzia di rendimento non possono essere compensati dai ritorni sugli investimenti attualmente disponibili sul mercato; a questo scenario si aggiunge il maggiore fabbisogno di capitale richiesto dall’imminente regime Solvency II, che potrebbe ulteriormente aggravare la situazione. La vera sfida per le compagnie assicurative sarà riuscire a colmare il gap sul portafoglio attuale indirizzando nel contempo i consumatori su prodotti con minori garanzie e, inevitabilmente, un profilo di rendimento più volatile, peraltro in una situazione congiunturale in cui i clienti richiedono prodotti in grado di preservare il capitale investito e di garantire un (ancorché limitato) ritorno economico, non certo contraddistinti da “Le compagnie stanno cercando di ottimizzare il proprio mix di attività per colmare il gap; ironia della sorte, alcuni dei rendimenti più appetibili saranno probabilmente disponibili tra i titoli rappresentativi del debito sovrano soprattutto dei paesi più a rischio, proprio il tipo di titoli che molti regulator stanno chiedendo di ridurre nei portafogli delle compagnie”. Il 50% del capitale investito nell’Eurozona nei prossimi 20 anni finirà nei fondi pensione La previsione di crescita degli Assets Under Management (AUM) nel 2012 è pari all’1,4%, mentre nel 2011 il medesimo dato aveva evidenziato una contrazione del 7% rispetto all`anno precedente. Tale contrazione rifletteva un calo del 12% nei fondi di fondi e un calo del 16% degli asset investiti in equity, quale risultato di una contrazione dell’8% del mercato azionario e di un conseguente deflusso da parte degli investitori. Nonostante il primo trimestre del 2012 abbia registrato un buon recupero degli AUM, in aumento di quasi il 6%, è probabile attendersi un nuovo calo nel secondo trimestre dal momento che un`ulteriore fase della crisi del debito dell`Eurozona ha depresso i mercati azionari e ha comportato una nuova crescita dei rendimenti delle obbligazioni periferiche. Dato il contesto macroeconomico, non sembra possibile che gli AUM possano recuperare le perdite del 2011 nel corso di quest’anno. Diron ha dichiarato: “La cautela degli investitori probabilmente sosterrà i flussi verso i fondi multi-asset ed absolute return nel breve termine, ma le crescenti necessità di finanziamento del mercato pensionistico suggeriscono che la spesa per le pensioni potrebbe assorbire oltre il 50% del flusso di risparmio nel corso dei prossimi 20-30 anni. I fondi pensione potrebbero quindi espandersi verso il 50% dei fondi retail under management”.