Consulenza e banche, l`Abete della discordia

Scritto per Ifanews da Antonio Mazzone. Ho riflettuto parecchio sulla opportunità di scrivere questo articolo per commentare la replica di Luigi Abete – Presidente BNL – all`intervista rilasciata da Giannina Puddu – Presidente Assofinance – durante l`ultima puntata di Ballarò su Rai3.

Consulenza e banche, l`Abete della discordia

La mia riluttanza risiedeva nella possibilità che il lettore interpretasse il tutto come una semplice difesa corporativa di un esponente della categoria di CFI. Non è così. Di difesa si tratta, è vero, ma davanti all`attacco ingiusto, scorretto e non veritiero, a mio avviso, mosso da Abete alla Puddu, non sono rimasto insensibile.

L`antefatto è l`intervista della Puddu alla giornalista di Ballarò, presentata all`inizio della trasmissione, dove viene detto che in “tema di protezione del risparmio, bisogna considerare che oggi il rischio si annida in ogni tipo di investimento e che affidarsi ciecamente alla propria banca ci espone anche ad un rischio maggiore perchè “concentrato”. Poi la Puddu ha evidenziato come il 2011 si sia chiuso con una pesantissima perdita dei corsi azionari delle principali banche italiane.

La replica di Abete (scorretta perchè fatta in assenza della diretta interessata e quindi senza diritto di replica) è stata quella di dire subito che la “signora” Puddu ha pronunciato delle inesattezze in continuum e fatto della disinformazione, in quanto:
a) le banche italiane hanno difetti di efficienza sì, ma sono solidissime, anzi tra le più solide in Europa,  perchè a differenza di altre non hanno avuto bisogno di soldi pubblici per evitare il default;
b) il cliente bancario correntista è protetto dal fondo tutela dei depositi
c.    il cliente che investe in azioni è cosciente che si tratta di un investimento a rischio
ci.    in Italia, da un anno e mezzo è presente la Mifid, grazie alla quale le banche sono obbligate a dare informazioni corrette ai propri clienti in termini di scelta di investimento
cii.    etc...

Ma oltre che scorretta, è la sua replica, cioè ricordo,quella di un Presidente di una grande banca, ad essere piena di inesattezze:

1.    La Mifid è entrata in vigore nel novembre del 2007, quindi ben quatto anni fa;
2.    Apprendiamo dalle sue parole che grazie alla Mifid le banche sono state “obbligate” a dare informazioni corrette sulle scelte di investimento ai propri clienti, e prima allora come si comportavano?
3.    Gli aiuti di Stato ci sono stati e come, forse in maniera meno eclatante di altri Paesi, ma i “Tremonti Bonds”, la nuova legge sul credito al consumo con soglie di usura alzate a dismisura, e per ultima la garanzia statale sulle obbligazioni bancarie di nuova emissione da poter scontare presso la BCE e finanziarsi illimitatamente al costo dell`1%?
4.    E poi se è vero che le banche italiane sono tra le più solide d`Europa, come mai quotano in Borsa ad un valore pari al 20%-30% del loro patrimonio, mentre ad esempio quelle spagnole di un altro paese in grave crisi, quotano al 70%-80% ?
5.    E per finire, mi metto nei panni di un cliente della sua banca, e Le chiedo come mai analizzando il bilancio 2010, scopro che a pag. 264: “lo stock di sofferenze del 2009 (3,9 miliardi) si è incrementato di 1,9 miliardi ed è diminuito di circa 500 milioni per miglioramenti di posizioni. Degli 1,9 miliardi di posizioni peggiorate 1,1 miliardi provengono da posizioni classificate a incaglio, per 174 milioni dalle banche acquistate nel 2010 (Fortis Bank), ma ben 435 milioni arrivano da posizioni che nel 2009 erano classificate senza problemi (“in bonis”). Ovvero mi chiedo ancora, Presidente BNL Luigi Abete, ma siete sicuri di possedere un corretto sistema di sorveglianza delle imprese vs clienti in difficoltà? E quali sorprese dobbiamo attenderci dal bilancio 2011?

QUI e QUI trovate gli altri articoli sulla puntata di Ballarò dello scorso lunedì

`alt`