Consulenti in banca? Ma anche no!
Sono arrivati diversi commenti in redazione in seguito all’articolo del nostro Antonio Mazzone sulle nuove opportunità della consulenza in banca, buona parte dei quali si mostra contrario a un modello di “consulenza” classico.
Mai più
mai e poi mai tornero´ a fare consulenza in banca.per tanti motivi e perche´ non e´possibile farla per tanti motivi.ora che son passato alla consulenza seguiro´ questo percorso.dopo le precedenti esperienze negative in banca mi ero ripromesso di cancellarmi dall albo se non avessi trovato una realta´ in cui fare consulenza e lavorare senza tanti problemi inutili
Gennaro
La storia non cambia
E` probabile che la fase attuale induca anche qualche indipendente , poco convinto , a `tornare ` sui suoi passi: nessuna critica perchè è giusto che ciascuno faccia le proprie scelte in autonomia ...solo una domanda . cosa cambia questa offerta rispetto alle condzioni dei vecchi promotori e private? aggiungo, e so che forse provoco delle reazioni, che sono pochi i risparmiatori che meritano di avere un consulente indipendente al proprio fianco : la maggior parte dei consumatori-risparmiatori , infatti, preferisce mettere la testa sotto la sabbia mettendo a rischio ...... forse per questo , molti professionisti , preferiscono fare una scelta che , nel breve , è senza dubbio più apPAGANTE di quella di fare l`indipendente
Giorgio Canella
Lo scenario attuale
Sicuramente sono scelte che ognuno può fare senza giudizi arbitrari, d` accordo con Giorgio Canella, ma solleverei un` altro aspetto importante. Consulenza vuol dire anche assistenza al cliente sul campo, non solo nell` ambito degli investimenti ma anche quando il cliente é in difficoltà, magari per problemi banali come un ritardo. In tal caso cosa fa il PF o il private? Nulla, ma non per incapacità o esperienza sia ben inteso, ma perché ha le mani legate dalla rete che non gli permette di interferire, ad esempio, in materia di contenzioso. Non é una mia impressione, basta leggere i vari malcontenti sulla stampa o in rete. In questo vi é una differenza sostanziale. Chi esercita la professione in modo indipendente difende sempre il suo cliente proprio nei momenti di maggiore difficoltà, egli non ha problematiche di budget o preclusioni di alcun tipo.
Aperto a qualsiasi osservazione.
Roberto Naponiello
Io lavoro in banca
Sono un promotore finanziario che lavora per Banca Fineco:
-lavoro per un intermediario che mai mi ha fatto pressioni per farmi vendere un prodotto o un servizio particolare
-dedico assistenza da 15 anni ai miei clienti a 360 gradi ed anche a “90” al punto da essere chiamato a volte per frivolezze o cose che hanno poco a che fare con gli investimenti
-mi occupo di tutto quello che significa rapporto bancario dal c/c in su
-non considero il mio cliente come un pollo da spennare ma come una persona che merita di essere difesa dal sistema
-ritengo che il rendimento sia ciò che il cliente richiede ed oggi più che mai se il cliente non guadagna se ne va sia da un consulente che da un promotore…
-la partita è aperta ma difficilmente un consulente, senza una piattaforma evoluta che si interfacci con il cliente come quella di Fineco, potrà fare della consulenza che meriti di essere chiamata tale.
Gianluca Abati
Preludio
Il sig. Gianluca è un esempio del fatto che non tutti sono scontenti di fare il promotore e lavorare per una banca (dato che è la banca che li paga)...però io spero che ciò che è scritto nell`articolo oggetto di commento non sia il preludio ad una costrizione , cioè non sia il preludio al fatto che gli indipedenti , persone fisiche , siano costretti a sparire e ad essere fagocitati dalle banche
Giorgio Canella
Valutazioni
penso che ognuno possa valutare la propria situazione e sappia cosa fare per il suo futuro.se una persona non sta bene nella sua realta´ si guarda intorno e sceglie.io sinceramente ormai, viste le forti esperienze negative piene di promesse disattese, continuero´ a fare il consulente indipendente perche´ per me e´ anche crescita professionale per un promotore che vede riconosciuto dal cliente il suo lavoro. eh si da parecchio c´e´ la moda del fai da te perche´ tanta gente dice che di certo fa meglio della banca sottovalutando i rischi che si corrono. bisogna distinguere i vecchi portafoglisti che han management fee dai nuovi promotori magari post 2001 che han difficolta´ a crearselo il portafoglio.per quanto mi riguarda non ho obbligo di portafoglio,ho una piattaforma efficentissima,tantissimi strumenti e case di gestione che posso consigliare e il portafoglio che chiede una rete non lo potrei mai avere quindi continuo per la mia strada di consulente indipendente che mi da soddisfazioni prima di tutto umane.nelle banche sei considerato un numero purtroppo
Gennaro