Consob, si allarga la trincea
Pubblichiamo un editoriale tratto da La Repubblica di oggi, a firma di Alberto Statera.
Ancora una volta il faro è puntato sull`operato di Consob, in particolare viene approfondita la competenza tecnica del presidente Giuseppe Vegas
L`ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari, ha detto che lui non sa distinguere un derivato da un paracarro. Viva la sincerità. Il suo direttore generale Antonio Vigni ha raccontato ai magistrati che lui si occupa di banca e non di finanza, come se nel globo finanziarizzato le due attività non coincidessero. Pur tralasciando le colossali ruberie sulle quali sono in corso le indagini, pensate perciò a chi era in mano la terza banca dal paese. A due signori cui qualunque broker finanziario un po` manigoldo poteva rifilare qualunque pezzo di carta straccia, come Totò che vendeva la Fontana di Trevi. E i controllori che avrebbero dovuto fermare per tempo questi banchieri incompetenti, se non peggio, dov`erano ? Il fatto è che la “specifica incompetenza”, quando non il malaffare che spesso vi si accoppia, grava su tutto il sistema economico, popolato da un esercito di “tecnici” per meriti di clientela e parentela. Tecnici immaginari sembra che governino anche le Autorità di controllo e in particolare la Consob, che dispone di poteri sanzionatori e che dovrebbe vigilare sulle turbative di mercato e i falsi in bilancio per proteggere centinaia di migliaia di piccoli azionisti, il cosiddetto Parco buoi, che non conta nulla, sa poco, segue la corrente e spesso perde i propri risparmi. Il Montepaschi, la Fonsai di Ligresti, la Seat Pagine Gialle, la Saipem e chi più ne ha più ne metta. Gli scandali di borsa si affollano giorno dopo giorno nelle cronache. Ma l`Authority
che dovrebbe scoprire in anticipo le scorribande e sanzionarle sembra sempre cadere dal pero. Prendiamo il caso Ligresti. Erano quasi dieci anni che la vorace famiglia di don Salvatore spolpava per centinaia di milioni una società quotata, vendendo a Fonsai immobili di sua proprietà e per di più accreditandosi commissioni di decine di milioni, mentre Jonella Ligresti sponsorizzava con 4 milioni e mezzo degli azionisti il suo cavallo. La storia la conoscevano più o meno tutti e con gli articoli di giornale si potrebbe rilegare un tomo. Ma, a quanto pare, non la Consob che per anni ha dormito il sonno dei giusti. Alla Guida della commissione, salvo qualche presidente di conclamata capacità e onestà come Tommaso Padoa Schioppa e Luigi Spaventa, si sono alternati dal 1975 personaggi di ogni risma, compreso quel Bruno Pazzi, proprietario del cinema-teatro Brancaccio di Roma, intimo di Andreotti, che fu arrestato per lo scandalo dell` Enimont, “ex” madre di tutte le tangenti. Il presidente attuale Giuseppe Vegas, passato direttamente nella nuova poltrona dal ruolo di deputato berlusconiano e viceministro dell`Economia, era un funzionario del Senato, pare particolarmente esperto di Diritto ecclesiastico. Va messo sul conto di Giulio Tremonti che fortissimamente lo volle non si sa se per liberarsene o per contrastare la nomina di Antonio Catricalà, sponsorizzata da Gianni Letta. Non giureremmo che Vegas sappia spiegare che cos`è un derivato, almeno a giudicare dalle relazioni annuali che tiene e dalla miriade di interviste che rilascia. Ma è bravissimo nel frequentare i “salotti buoni” della finanza e a lanciare ricette generiche. Tutta colpa della politica ? Non solo, in un paese in cui le burocrazie e le conventicole sono più casta della politica stessa e spesso producono tecnici del nulla. Tanto a pagare c`è sempre il Parco buoi.