Confesercenti denuncia la strage dei liberi professionisti
E` il lavoro autonomo a pagare il prezzo piu` alto della crisi. Dal 2008 registra infatti una perdita di 416 mila occupati e 68 miliardi di reddito.
Un crollo che trascina giu` anche il reddito nazionale(-30,9 miliardi). L`analisi, ripresa da Asca, e` di Confesercenti che, in occasione del Primo Maggio, momento della riflessione sul tema del lavoro, lancia l`allarme per gli autonomi, composti in larga parte da piccoli e micro imprenditori e schiacciati tra fisco e recessione, chiedendo l`intervento dell`Esecutivo.
``Dalle autorevoli dichiarazioni rilasciate da piu` di un ministro - scrive la Confederazione - il nuovo Governo dimostra di riconoscere l`esigenza di ridurre la pressione fiscale attraverso un piano di tagli della spesa pubblica inefficiente e improduttiva, come Confesercenti suggerisce da anni. L`augurio e` che i tagli siano portati avanti in modo rapido e coraggioso: secondo le nostre stime, si possono liberare 70 miliardi di euro``.
Gli effetti della crisi sul lavoro autonomo si fanno sentire a partire dalle molte chiusure di attivita` in proprio e dai conseguenti effetti sull`occupazione. Dal 2008 al 2012, il settore ha perso 416mila posti di lavoro: si tratta di quasi un terzo degli 1,3 milioni di posti bruciati complessivamente a livello nazionale, un ``sacrificio``, proporzionalmente piu` elevato rispetto al lavoro dipendente.
Nello stesso periodo, il fisco non ha certo agevolato il contenimento degli effetti della crisi: anzi, la gia` alta pressione fiscale e` aumentata ulteriormente di 1,3 punti.
Il mix di crollo occupazionale, recessione e aumento della pressione fiscale ha determinato, nel periodo preso in esame, una pesante diminuzione dei redditi primari. Nel solo 2012, l`ammontare dei redditi ``smarriti`` rispetto all`anno immediatamente precedente l`inizio della crisi economica (2007) e` risultato pari a quasi 16 miliardi; la meta` della perdita complessiva (31 miliardi) accumulata, anno dopo anno, nel quinquennio. Particolarmente pesante la flessione dei redditi primari da lavoro autonomo: 67,8 miliardi nel quinquennio, un terzo dei quali concentrato nel 2012. Un dato che trascina giu` l`intero reddito primario nazionale: nello stesso periodo, infatti, quello da lavoro dipendente cresce di 13,9 miliardi.
Per interrompere la spirale della recessione, e` l`opinione di Confesercenti, ``servono interventi diretti a favorire la ripresa dell`occupazione e la crescita dei redditi delle famiglie, che rappresentano una priorita` per la politica economica. La rimodulazione dell`Irpef - continua la Confederazione- e` necessaria e urgente. In particolare bisogna azzerare il drenaggio fiscale conseguente all`ultima riforma (2007); cosi` come dobbiamo fissare precisi paletti all`aumento delle addizionali regionale e comunale della stessa Irpef; occorre poi non solo dare lo stop all`aumento dell`aliquota Iva ordinaria, che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo mese di luglio, ma ritornare al 20%. Nello stesso tempo, al Governo chiediamo interventi necessari per contenere i costi del sistema produttivo: dalle semplificazioni amministrative, alle misure a piu` diretto impatto sui bilanci delle imprese (riduzione dell`IMU sugli immobili destinati alle attivita` produttive; riduzione dell`Irap; abbattimento degli oneri sociali)``.