CON ATTILIO FONTANA, IL NUOVO SISTEMA FEUDALE LOMBARDO.

CON ATTILIO FONTANA, IL NUOVO SISTEMA FEUDALE LOMBARDO.

Giannina Puddu, Portavoce Nazionale di Forza del Popolo.

C'era stato una volta, un tempo in cui, morto Carlo Magno, il suo impero si disgregò facendo emergere una gran quantità  di distretti autonomi, che vennero denominati feudi.

Territori che venivano generalmente concessi da un sovrano ai suoi servitori più fedeli e che raggiunsero la loro massima applicazione nell’Italia longobarda che comprendeva tutto il NORD d'Italia  e la Toscana.

Il potere feudale si fondava  su tre istituzioni: l’omaggio, il beneficio e l’immunità.

Progressivamente,  il potere sconfinato del Feudatario sul  territorio, da temporaneo divenne vitalizio.

Allorchè, Carlo il Calvo, nel Capitolare di Querzy dell’877, stabilì che quando il possessore del feudo moriva, tutto passava ai figli o ai legittimi successori.

I Feudi e i rispettivi Feudatari erano  dotati di autonomia politicaeconomica e militare.

Per la cancellazione di questo sistema si dovette attendere il “decennio francese”, durante il Regno di Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, sul trono napoletano dal 1806 al 1808.

Nel suo breve regno, Giuseppe Bonaparte  promulgò importanti riforme, tra cui l'eversione della feudalità, di fatto, smontandola.

Ma, evidentemente, il gusto per il controllo totale e l'attaccamento al potere sul territorio non si è mai perso e c'è, ancora, chi, assaporato il gusto sublime del governo del territorio, non intende cederlo e si organizza per tenerselo, potendo contare sul sostegno sotterraneo anche della sue "teoriche opposizioni". 

E' ciò che si palesa ai nostri occhi nella lettura logica delle tempistiche imposte per il voto alle imminenti regionali lombarde.

Già quest'estate, l'organizzazione prevista per le "politiche" aveva sollevato ed alimentato forti dubbi circa la costituzionalità dei provvedimenti assunti dal potere centrale che aveva costretto i nuovi attori politici potenziali ad un tour de force impossibile per il deposito delle firme e delle liste dei candidati.

Tant'è che queste procedure, imposte in pieno conflitto di interessi, hanno impedito ad alcuni nuovi Partiti di presentarsi al voto.

Secondo l'art. 49 della nostra Costituzione, tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Eccellente!

Ma, questa affermazione perde tutta la sua efficacia nel momento in cui chi detiene il potere frappone ostacoli di varia natura a che ciò possa essere, concretamente.

I nostri Padri Costituenti la sapevano lunga, tanto che già all'art. 3 avevano previsto che: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Ed anche che:

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

La nostra Repubblica nella sua declinazione attuale, sta operando con modalità che confliggono, in modo diretto, sia con le disposizioni dell'art. 49 che dell'art. 3.

Il caso lombardo è particolarmente eclatante riguardo tale conflitto.

Attilio Fontana, Presidente uscente della Regione Lombardia, ha agito  come Feudatario del tempo che fu e, bontà sua, il 16 dicembre (!!!) ha pubblicato il suo Decreto n. 982 con il quale conferma che le elezioni regionali avranno luogo nei giorni 12 e 13 febbraio.

Sullo stesso sito della regione, si trovano le Istruzioni  Per la Presentazione  delle Candidature e Relative Firme imposte ai nuovi Gruppi Politici per il loro massimo godimento!

In queste, tra l'altro, si legge che Le liste provinciali devono essere presentate all'Ufficio centrale circoscrizionale dalle ore 8 del 30° giorno sino alle ore 12 del 29° giorno antecedente la data fissata per la votazione.

Per rendere possibile la presentazione delle liste, la cancelleria del tribunale presso cui ha sede l’Ufficio centrale circoscrizionale resta aperta quotidianamente, compresi i giorni festivi, dalle ore 8 alle ore 20, il primo giorno, e dalle ore 8 sino alle ore 12, nel secondo giorno.  [Art. 9, primo comma, della legge 17 febbraio 1968, n. 108, e successive modificazioni].

Ciò significa che tale deposito dovrà essere fatto nei primi giorni di gennaio, ovvero, appena dopo l'Epifania.

Nel periodo che precede, sempre su gentile concessione di Fontana e di tutti i suoi (al governo come all'opposizione), abbiamo il NATALE e il  CAPODANNO, ricorrenze che in terra lombarda, come noto soprattutto a chi la vive, spopolano città e paesi con i residenti che si spostano nelle aree di montagna e/o nelle seconde case.

A prescindere anche da questa evidenza, i furbacchioni al governo della Regione, neo-feudatari, valvassori e valvassini,  concedono  ai nuovi ed eventuali attori politici, circa 15 giorni di tempo utile per raccogliere migliaia di firme indispensabili, certificarle, organizzare le liste dei candidati, dotare tutto il fascicolo dei numerosi allegati previsti secondo procedure contorte e scritte dai peggiori azzeccargarbugli.

Pare che in tutto ciò ci sia troppo  che non torna.

E' tolta, di fatto, comparando queste date, a partire dal 16 dicembre (!) giorno di ufficializzazione delle date di voto, ogni opportunità democratica ai cittadini lombardi, sia votanti che potenziali candidati...

L'effetto che matura è il seguente: votate "liberamente" scegliendo tra chi già occupa le poltrone della Regione Lombardia, ovvero: PD, LEGA, MISTI,  F.LLI D'ITALIA, 5STELLE, FORZA ITALIA, COMITATO NORD, AZIONE-ITALIA VIVA, LETIZIA MORATTI, PARTITO CIVICO PER MAJORINO E STOP! 

Chi c'è, c'è e chi non c'è non può esserci...

FONTANA&C si sono garantiti una condizione "senza disturbo" e la certezza della loro rielezione, avendo escluso, per Decreto Regionale ogni concorrente possibile.

Condizione che rappresenta l'allegra  riesumazione del vecchio SISTEMA FEUDALE, in violazione degli articoli 3 e 49 della Costituzione Italiana. 

Si sveglierà qualcuno che abbia titolo per dargli una regolata o non vedremo neppure un dito indice alzato in attesa che reintroducano perfino lo ius primae noctis?