Chiudere un conto, ecco come evitare spiacevoli sorprese
I titolari di un conto corrente sono ovviamente liberi di poter chiudere il proprio conto rescindendo dal contratto stipulato con il proprio istituto di credito, ma spesso al momento della chiusura gli utenti rischiano di trovarsi davanti a costi di gestione inattesi. Cambiare conto corrente, infatti, è possibile ed assolutamente legittimo previa comunicazione alla banca delle proprie intenzioni riguardanti l’estinzione del contratto stipulato precedentemente.
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Ma a quali costi si rischia di andare incontro? Sono proprio le spese cosiddette di gestione, totalmente differenti dalle spese fisse di estinzione conto, ad essere calcolate al momento della chiusura e il loro importo non è mai fisso. Il pagamento di queste spese possono venire addebitate, secondo la banca erogante il servizio, mensilmente o trimestralmente, ma al momento della chiusura la banca eseguirà un calcolo di tutte queste voci facendo generalmente un forfait e mostrando il “conto” al titolare.
Quel che è certo è che il titolare di un conto corrente per estinguerlo dovrà provvedere all’esborso delle spese riguardanti la gestione del proprio conto per l’ultimo trimestre, che comprende generalmente queste voci:
• Redazione e invio di estratti conto.
• Costi per bonifici, gestione Titoli, uso del Bancomat.
• Commissioni di Massimo Scoperto (interessi passivi).
• Spese per pagamenti e ricariche ed al pagamento del Bollo per l’invio dell’ultimo estratto conto.
Il fatto è che potrebbe capitare che la banca applichi un calcolo forfettario delle spese volutamente gonfiato a danno del cliente desideroso di rescindere il contratto, questo purtroppo è possibile perché sovente il titolare del conto è ignaro del valore reale di questi costi di servizio applicati dall’istituto di credito. A tal proposito, qualora si avessero dubbi su di una cifra troppo esosa sarebbe bene farsi seguire da un consulente competente prima di saldare il corrispettivo alla banca.
Erica Venditti
