Che cosa cambia per gli investitori dopo il downgrade di S&P

A cura di Fidelity Worldwide Investment   Venerdi 13 gennaio Francia e Austria sono state declassate da Standard & Poor`s di un livello, mentre Italia, Spagna e Portogallo sono state declassate di due. 14 Paesi dell`Eurozona hanno ora un outlook negativo da parte dell`Agenzia di rating.

Che cosa cambia per gli investitori dopo il downgrade di S&P
- I downgrade di Francia e Austria non rappresentano una sorpresa. Infatti, nonostante l’annuncio, non c’è stata alcuna corsa alla vendita per le obbligazioni transalpine, a dimostrazione del fatto che la notizia era già stata ampiamente scontata dai mercati. I rendimenti dei titoli decennali francesi hanno, tuttavia , registrato un rialzo a quota 3,05%.
 
- L’ondata di downgrade riaccende, comunque, i timori per il fondo salva-stati (EFSF), il cui rating AAA potrebbe finire sotto pressione sulla scia dei declassamenti dei Paesi garanti. La Francia, infatti, contribuisce per un quinto ai 780 miliardi di dollari di garanzie sulle emissioni dell’EFSF e non è, pertanto, escluso che agli Stati membri venga chiesto un ulteriore contributo.
 
- Fortunatamente l`obbligazione di riferimento del Patto Europeo di Stabilità Finanziaria - con scadenza nel 2022 - non è stata oggetto di vendite significative e, su un mercato obbligazionario dove le alternative liquide scarseggiano, vi è motivo di ritenere che la domanda di bond EFSF possa tenere, come è accaduto alla domanda dei titoli di stato
americani dopo il downgrade degli Stati Uniti.
 
- I downgrade di Standard & Poor`s sono avvenuti contemporaneamente all’annuncio della sospensione delle trattative della Grecia con i suoi creditori privati per la ristrutturazione del debito in seguito ai contrasti in merito all’ammontare delle perdite per gli obbligazionisti, con il conseguente rischio di insolvenza in marzo da parte di Atene. Qui di seguito i commenti di Andrew Wells, Chief Investment Officer (CIO) obbligazionario, di Dominic Rossi CIO azionario e di David Simner, Gestore obbligazionario europeo di Fidelity.
 
Andrew Wells, CIO obbligazionario
La Germania è l’unico Paese che esce immune da questa ondata di downgrade e resta il solo Stato sovrano dell`Eurozona a mantenere la tripla A e un outlook stabile e ci si aspetta, quindi, un aumento dei flussi verso i titoli di stato tedeschi considerati un “porto sicuro”. Venerdì 13 gennaio il rendimento dei decennali tedeschi era sceso all’1,75% in concomitanza con il diffondersi delle voci sui downgrade. Dal momento che che S&P ha citato l`accesso al mercato e i costi del finanziamento del debito pubblico tra le ragioni alla base delle sue decisioni, l’ondata di downgrade è un`azione che sostiene il trend in corso a favore della Germania e a danno degli altri Paesi dell`Eurozona.
Il downgrade della Francia era, invece, largamente atteso e avrà conseguenze meno gravi di quanto avrebbe potuto avere un declassamento più generalizzato dei Paesi con rating AAA, fra cui la Germania. Sia l`Italia che il Portogallo hanno subito un downgrade di due livelli facendo arretrare l`Italia allo stesso rating dell`Irlanda e allineando il rating di
Standard & Poor’s del Portogallo a quelli già assegnati da Fitch e da Moodys.
Sorprende l’outlook negativo attribuito alla Finlandia, la quale sotto molti punti di vista ha fondamentali più solidi della Germania. Notizie positive, invece, per Belgio e Irlanda che hanno evitato il declassamento. In particolare, l’Irlanda è stata premiata per l’impegno nelle riforme fiscali. La Slovacchia, infine, è riuscita a limitare i danni in quanto, nonostante il downgrade di un livello, rimane con la Germania l’unico Paese con un outlook stabile. Con ogni probabilità l’attenzione dei mercati si sposterà rapidamente verso gli organi sovranazionali e i meccanismi di supporto dell`UE, in modo particolare il fondo salva-stati EFSF, dato che il declassamento influisce negativamente sulle garanzie di Francia e di
Austria riducendo il potenziale del fondo. I downgrade potrebbero, inoltre, complicare il rapporto politico della Francia sia con la Germania che con il Regno Unito, data la diversa posizione in termini di rating.
 
David Simner, Gestore obbligazionario europeo
La notizia dei downgrade da parte di S&P non giunge affatto inattesa sui mercati obbligazionari. I primissimi indicatori suggeriscono che l`impatto sul mercato dovrebbe essere relativamente limitato. Sebbene la notizia ufficiale sia stata data dopo la chiusura in Europa, nelle ore di attività erano già circolate alcune voci e penso che le decisioni di S&P
fossero in gran parte già scontate dal mercato. Credo che un’eventuale debolezza dei titoli di stato italiani e spagnoli alla quale potremmo assistere sarà affrontata con ingenti acquisti da parte della BCE in modo da assicurare il corretto funzionamento dei mercati. La BCE, infatti, si era già mossa attivamente sul mercato venerdì sera e i rendimenti dei
decennali italiani avevano chiuso essenzialmente invariati, dopo un rally importante nel corso della settimana. Senza dubbio non sarei stupito da un’ennesima fase di debolezza dei mercati, ma sono convinto che i downgrade di S&P non siano un evento tale da preludere a scenari catastrofici.
 
Dominic Rossi, CIO azionario
Pur non essendo una vera e propria sorpresa per i mercati il downgrade della Francia ha, comunque, influenzato negativamente le Borse dopo un periodo nel quale il miglioramento delle notizie economiche provenienti dagli Stati Uniti e la politica monetaria accomodante della Cina avevano sostenuto i corsi azionari.
I downgrade confermano che è in atto una rideterminazione generalizzata dei prezzi dei titoli del debito sovrano. Tale trend, iniziato con gli Stati sovrani più deboli come ad esempio la Grecia, si è oggi spostato su emittenti obbligazionari più importanti. Ci attendiamo un`altra serie di iniziative da parte delle Autorità a sostegno dei mercati, ma la credibilità della politica è stata, comunque, messa in discussione. Non saremmo sorpresi se aumentassero le voci riguardo a un possibile downgrade del fondo ESFS, che ne ridurrebbe la capacità di raccogliere capitali e di sostituirsi alla BCE nel programma di acquisti di titoli di stato. Il ruolo della BCE e del FMI diventeranno, dunque, sempre più
centrali.
Sul fronte aziendale la stagione dei bilanci ha avuto in Europa un inizio deludente. Complessivamente vi sono le premesse perché l`euro continui a rimanere sotto pressione. La situazione negli Stati Uniti è invece più promettente, mentre i titoli azionari delle società cinesi sono in rialzo grazie all’allentamento della politica monetaria deciso dal governo di Pechino in seguito al rallentamento dell’inflazione.
 
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