C’era una volta in America (la crescita). Ora ritorna
La ripresa del mercato del lavoro USA è sempre più sostenuta, con un aumento degli occupati (ad esclusione del comparto agricolo) di oltre 200.000 unità/mese nei tre mesi fino a febbraio.
Anche i dati sulla disoccupazione hanno evidenziato un miglioramento negli ultimi tempi, con una flessione delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e un abbassamento del tasso di disoccupazione complessivo in febbraio, che ha toccato l`8,3%. Tali miglioramenti potrebbero avere attirato nuovamente alcuni lavoratori scoraggiati sul mercato del lavoro (contribuendo a spiegare la lenta flessione del tasso di disoccupazione), ma hanno anche favorito una ripresa del reddito pro capite e della spesa nei consumi. Le vendite al dettaglio, ad esempio, hanno messo a segno un solido incremento dell`1,1% a febbraio, quasi il doppio rispetto allo 0,6% guadagnato a gennaio.
Migliorata anche la fiducia dei consumatori, seppure partendo da un livello piuttosto basso. A marzo, l`indice del Conference Board è salito a 70,2 dal 61,5 di gennaio, ma è ancora decisamente al di sotto della media a lungo termine di 94. Nel comparto produttivo dell`economia, gli indici ISM per le attività manifatturiere e non manifatturiere a marzo hanno registrato valori di 53,4 e 57,3, a riprova di una sana espansione economica. A marzo hanno registrato un certo rialzo anche gli indici manifatturieri Empire State e Philadelphia Fed, suggerendo costanti, seppur modesti, miglioramenti del settore manifatturiero. In contrasto con queste tendenze generalmente positive, in base agli ultimi dati, i prezzi degli immobili hanno proseguito la loro tendenza al ribasso, mentre le vendite di case e l`edilizia abitativa, sebbene favorite da un inverno insolitamente mite, hanno registrato un leggero indebolimento. I ripetuti tentativi da parte dell`Amministrazione di escogitare programmi atti a ridurre o a procrastinare i pignoramenti, a semplificare o rinviare le scadenze di rimborso del capitale o degli interessi sui mutui ipotecari (ad es. tramite i programmi di rifinanziamento dei mutui per l`acquisto della casa), o in genere ad alleviare i problemi di indebitamento delle famiglie, non sono riusciti a migliorare le condizioni di mercato sottostanti. L`altra area in cui non sono stati compiuti progressi riguarda il budget federale, che ha visto semmai un irrigidimento delle posizioni del Congresso. Il budget presidenziale per il 2013 prevede un modesto rallentamento della spesa per beni di consumo discrezionali e un deficit di 901 miliardi di dollari, pari al 5,5% del PIL (dai 1.440 miliardi, pari all`8,5% del PIL, nel 2012). Ciononostante, con l`avvicinarsi delle elezioni di novembre e con la maggioranza parlamentare ai Repubblicani, l`Amministrazione potrebbe avere qualche difficoltà a realizzare i suoi propositi. Inoltre, a inizio 2013 potrebbe risultare necessario aumentare nuovamente il tetto del debito, con possibili ulteriori scontri. I miglioramenti registrati sul mercato del lavoro, a livello di reddito e di spesa, e nella produzione, in aggiunta al recente discorso di Bernanke al Congresso, hanno raffreddato, sebbene non del tutto spento, l`attesa da parte dei mercati di un terzo round di quantitative easing. Dalle notizie pubblicate sembrerebbe che la Fed stia considerando la possibilità di un “QE sterilizzato”, con cui acquisterebbe titoli del Tesoro a più lunga scadenza o titoli garantiti da prestiti ipotecari, controbilanciando tali acquisti con operazioni di reverse repo (vendite effettive di titoli) nel segmento a breve della curva dei rendimenti. Obiettivo di tali operazioni sarebbe di tenere bassi i rendimenti dei titoli del Tesoro e dei mutui ipotecari, mentre le operazioni di reverse repo potrebbero controbilanciare l`aumento della base monetaria connessa agli acquisti di asset. Sebbene queste operazioni chiaramente manipolative potrebbero danneggiare la reputazione della Fed, il dollaro si è rafforzato e i titoli del Tesoro hanno registrato la maggiore accettazione dei mercati grazie al miglioramento dei dati economici. In prospettiva sembra improbabile che le sorprese positive dei dati economici di gennaio e febbraio, ribaltatesi a marzo, possano continuare. Gli investitori dovrebbero pertanto prepararsi a qualche battuta d`arresto nei mesi estivi. A mio avviso, l`attuale fase economica di rialzo potrebbe proseguire, ma resterà di entità modesta. Per il 2012, prevedo una crescita del PIL reale limitata al 2,1%, accompagnata da un calo dell`inflazione IPC all`1,4% - ipotizzando che non vi siano crisi in Medio Oriente.
A cura di John Greenwood, Chief Economist di Invesco