L’attuale primo ministro deve però attendersi una maggiore resistenza da parte delle forze di opposizione del paese rispetto ai due mandati precedenti. Sembra che i russi si siano stancati della diffusa corruzione. Nella classifica compilata dall’organizzazione anticorruzione Transparency International, la Russia è al 143° posto su 180 paesi analizzati, insieme all’Uganda e alla Nigeria. Anche se Putin sarà di nuovo Presidente dovrà affrontare le critiche continue dell’opposizione.
Comunque è una buona notizia per lo sviluppo della Russia sul fronte della politica economica. Questa volta, il partito “Russia Unita” di Putin sarà costretto ad affrontare in modo decisivo le grandi sfide economiche del paese. Per esempio, la Russia dipende molto dal prezzo elevato del petrolio: attualmente circa il 40% del bilancio nazionale è finanziato dai ricavi del settore petrolifero. Inoltre sono necessari investimenti infrastrutturali, pertanto la Russia dovrà affrontare nel medio termine un deficit fiscale che dovrà finanziare attraverso le privatizzazioni, gli investimenti esteri diretti oppure un aumento del debito pubblico che in questo momento è uno dei più bassi al mondo.
L’esito delle elezioni dovrebbe avere un impatto limitato sui mercati azionari. Le aspettative degli investitori in genere sono piuttosto basse e molte notizie negative sono già state scontate dai mercati. La crescita economica sarà prevedibilmente del 4% circa, quindi quest’anno non mancheranno le opportunità per gli investitori in numerosi settori. Grazie alle Olimpiadi invernali del 2014 a Sochi e alla Coppa del Mondo nel 2018, gli investimenti in infrastrutture dovrebbero produrre un impatto positivo sul settore delle costruzioni e soprattutto miglioreranno l’immagine della Russia nel lungo termine. Nei settori dell’acciaio, del titanio e dei fertilizzanti ci sono imprese con un vantaggio competitivo su scala globale.
Il settore dei beni di consumo in Russia è interessante nel lungo termine, in particolare per l’ascesa della classe media negli ultimi anni. La componente fondamentale nella formazione della classe media è il denaro. Il reddito mensile medio pro capite in Russia è di 900 dollari in questo momento, circa la metà della media europea. Inoltre, il settore dei beni di consumo è ancora lontano dalla saturazione. Il settore automobilistico rappresenta un valido esempio. Attualmente ci sono 36 milioni di auto in Russia, ovvero solo un russo su quattro possiede un’automobile. Al contrario in Germania metà della popolazione ha un’auto di proprietà. Nel complesso, gli investitori che desiderano assumersi il rischio troveranno interessanti opportunità di acquisto in Russia, il rapporto medio tra prezzo e utili per il 2012 è di 6, inferiore al 40% circa rispetto alla media degli altri mercati emergenti. Gli investitori dovrebbero concentrarsi sulle società con dividendi più alti e una migliore corporate governance.
Comunque non dobbiamo dimenticarci che tra tutti questi aspetti positivi ci sono anche delle ombre. La Russia resterà un mercato ad alto beta e quindi più volatile di altri. Putin dovrà affrontare determinate problematiche come la riforma giuridica e la sicurezza legale degli investitori internazionali. Speriamo che comprenda i segnali d’allarme inviati dagli elettori e non potrà più ignorare le richieste di riforme sul fronte della politica economica.
Un fattore importante proviene anche dall’ingresso della Russia nell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) che sarà finalizzato con la sottoscrizione di un accordo nel primo semestre del 2012. La Cina registrò un’impennata nel processo di modernizzazione con l’ingresso nel WTO dieci anni fa e sarebbe un ottimo risultato se ciò avvenisse anche in Russia.
Di Javier Garcia, gestore del JB Russia Fund di Swiss & Global Asset Management