C’E’ POCO DA STARE ALLEGRI
Trento, 30 ottobre 2024. Di Paolo Rosa, avvocato.
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L’osservatorio di Itinerari previdenziali del prof. Alberto Brambilla ha pubblicato il Report con l’analisi delle dichiarazioni dei redditi anno 2022 e i dati sono terrificanti.
Il 46% degli italiani provvede al sostentamento del restante 54% e, in particolare, di quel 15,26% di cittadini che dichiarano redditi da € 35.000,00 in su (che non sono nababbi) e che pagano il 63,39% di tutta l’IRPEF.
Pur tuttavia gli italiani sono una “società di poveri benestanti” perché nel 2023 il volume di denaro speso per il gioco d’azzardo ha raggiunto la cifra di 150 miliardi di euro.
Gli italiani sono tra i maggiori possessori di prime e seconde case e detengono il parco auto più numeroso d’Europa.
L’Italia è tra i primi posti in Europa, oltre che per il possesso di abitazioni, autoveicoli e motoveicoli, anche per la telefonia mobile e gli abbonamenti internet; primeggia anche per le TV a pagamento, soprattutto per sport e cinema, e siamo al secondo posto per possesso di animali da compagnia dopo l’Ungheria.
I dati regionalizzati indicano come il divario tra nord, sud e in parte il centro (escluso il Lazio) nonostante oltre 50 anni di politiche di sostegno, mostra una sostanziale stabilità nel tempo. Ciò evidenzia tutte le criticità e le insufficienze nella capacità di finanziamento del welfare e, più in generale, della spesa pubblica per queste Regioni.
L’autonomia differenziata assesterà un colpo mortale a questo disequilibrio già importante.
La Flat tax è un motore di produzione di sommerso e di lavoro nero.
In questi ultimi 15 anni è mancata la verifica se le somme ridistribuite dai pochi che le tasse le pagano ai tanti che vivono sui pochi, producano effetti positivi sull’economia oppure, come ci dicono i dati, siano un metadone sociale: più si spende in assistenza e più aumentano i poveri perché più assistenza e ISEE producono lavoro irregolare, bloccano la crescita, la produttività e l’occupazione.
Il quadro è desolante e se andiamo avanti di questo passo, il default è dietro l’angolo.
Il prof. Brambilla formula però alcune proposte che potrebbero essere subito messe in atto accanto ad una profonda revisione dell’ISEE e alla costruzione della “banca dati dell’assistenza”:
1. Inviare a tutti i cittadini un estratto conto che indichi le tasse pagate e i benefici di cui hanno goduto, in primis scuola e sanità così la gran parte si renderà conto che ha pagato molto meno dei servizi ricevuti;
2. Convocare oltre ad una certa età (intorno ai 35 anni) chi non ha mai fatto una dichiarazione dei redditi per sapere di cosa vive;
3. Chiedere ai neo pensionati assistiti, sconosciuti a INPS e Fisco, il motivo per cui in 67 anni di vita non hanno versato contributi e tasse;
4. Evitare manovre fiscali (ad esempio la Flat tax) che, con l’eliminazione delle deduzioni e detrazioni, incentivano elusione ed evasione fiscale;
5. Evitare la decontribuzione che non crea posti di lavoro e ha comportato in tre anni oltre 66 miliardi di entrate in meno all’INPS, e debito occulto ed è costata allo Stato, per il 2024, i trasferimenti all’INSP di 32 miliardi (una legge di bilancio).
Sul sito di Itinerari previdenziali www.itinerariprevidenziali.it trovate tutte le slide e il commento analitico.