«La flessione -afferma la Fao- è stata innescata dalla brusca diminuzione dei prezzi internazionali dei cereali, degli olii, dello zucchero e dei prodotti latto-caseari causata da raccolti eccezionali, dal rallentamento della domanda e da un dollaro forte, fattori che hanno influenzato la maggior parte delle commodity». «Tuttavia, -prosegue l`Organizzazione dell`Onu- sebbene i prezzi siano scesi in maniera costante nella seconda metà del 2011, l`Indice nel 2011 si è attestato intorno ai 228 punti, la media più alta da quando la Fao ha iniziato a misurare i prezzi internazionali delle derrate nel 1990. Il picco precedente era stato di 200 punti nel 2008».
«I prezzi internazionali di molte derrate in mesi recenti hanno registrato una flessione, ma data la generale incertezza dell`andamento dell`economia globale, delle valute e dei mercati energetici, le prospettive future sono abbastanza imprevedibili». Così l`economista senior della Fao, Abdolreza Abbassian, commenta l`andamento dell`Indice dei prezzi alimentari internazionali diffuso oggi dall`Organizzazione delle Nazioni Unite per l`alimentazione e l`agricoltura che vedono un sensibile calo del 2,4% a dicembre ma un trend di prezzi record, come mai dal 1990, per l`intero 2011.
Tra le derrate principali, rileva ancora la Fao, i prezzi dei cereali sono quelli che hanno registrato la contrazione maggiore, con l`Indice dei prezzi cerealicoli della Fao che in dicembre è calato del 4,8% raggiungendo 218 punti. Raccolti record e migliori prospettive dell`offerta hanno fatto calare sensibilmente i prezzi dei cereali più importanti. I prezzi del mais sono scesi del 6%, quelli del grano del 4% e quelli del riso del 3%. Nel 2011, l`Indice dei prezzi cerealicoli della Organizzazione dell`Onu ha registrato in media 247 punti, un incremento del 35% rispetto al 2010 e il dato più alto sin dagli anni `70. E calano anche i prezzi dei grassi e dei semi oleosi. L`Indice Fao dei prezzi dei grassi e dei semi oleosi rileva che nel mese di dicembre si è attestato a 227 punti, un calo del 3% dal mese di novembre e ben al di sotto dei 264 punti di un anno fa.
L`offerta assai più alta del previsto di oli vegetali ha portato ad un aumento delle scorte (principalmente di olio di palma e quello di girasole) che insieme alla scarsa domanda globale di soia ha ridimensionato i prezzi. Riguardo le carni, l`Indice Fao dei prezzi ha registrato per il settore una media di 179 punti, un leggero calo rispetto a novembre. La lieve flessione è stata causata principalmente dalla carne di maiale, i cui prezzi sono scesi del 2,2 per cento, e in qualche misura anche dalla carne ovina. Invece le carni bovine e il pollame hanno registrato lievi aumenti. A livello annuale i prezzi delle carni nel 2011 erano un 16 per cento più alti del 2010.
Riguardo i prodotti latto-caseari, l`Indice Fao, prosegue ancora l`Organizzazione delle Nazioni Unite per l`alimentazione e l`agricoltura, rileva che è rimasto sostanzialmente invariato dal mese di novembre, registrando una media di 202 punti. Tutti i prodotti caseari sono leggermente saliti, ad eccezione del burro, che è sceso dell`1%. Durante l`anno i prodotti latto-caseari sono stati in media un 10% più alti rispetto al 2010, con incrementi particolarmente marcati per il latte in polvere magro e per la caseina, che sono aumentati entrambi del 17%. Aumenti più modesti hanno interessato il burro e il latte in polvere intero, aumentati entrambi dell`11%, e il formaggio, aumentato dell`8%. L`Indice Fao dei prezzi dello zucchero, inoltre, è sceso per il quinto mese consecutivo, registrando a dicembre 327 punti, un calo del 4% rispetto a novembre e del 18% rispetto al picco del luglio 2011. La flessione di questi ultimi mesi riflette per lo più, spiega l`Organizzazione dell`Onu, le previsioni di grandi eccedenze della produzione mondiale nella prossima stagione, sull`onda dei buoni raccolti in India, nell`Unione Europea, in Tailandia e nella Federazione Russa.