CAMBIAMENTO CLIMATICO E GUERRA. CHI CONTRASTA IL PRIMO SPINGE LA SECONDA.... CONFLITTO MENTALE O DOPPIA SOLA?

CAMBIAMENTO CLIMATICO E GUERRA. CHI CONTRASTA IL PRIMO SPINGE LA SECONDA.... CONFLITTO MENTALE O DOPPIA SOLA?
MILITARI A TEULADA. Fonte: L'Avanti
Redazione, 2 luglio 2023.
L' UNEP (Il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente) attivo dal 1972, opera per contrastare i "Cambiamenti Climatici" di origine antropologica e per favorire la tutela dell'ambiente e dell'uso sostenibile delle risorse naturali.
Il 22 febbraio 2023, ha pubblicato una nota dal titolo: L'EREDITA' TOSSICA DELLA GUERRA IN UCRAINA.

In Ucraina, è presente un coordinatore dell'UNEP che monitora e valuta "l'ampia gamma di impatti ambientali."

Il coordinatore Inger Andersen, già nel 2022, aveva dichiarato:

La mappatura e lo screening iniziale dei rischi ambientali servono solo a confermare che la guerra è letteralmente tossica.

La prima priorità è che questa distruzione insensata finisca ora.

L'ambiente riguarda le persone: si tratta di mezzi di sussistenza, salute pubblica, aria e acqua pulite e sistemi alimentari di base.

Si tratta di un futuro sicuro per gli ucraini e i loro vicini, e non si devono fare ulteriori danni.

L'Ucraina avrà quindi bisogno di un enorme sostegno internazionale per valutare, mitigare e riparare i danni in tutto il paese e alleviare i rischi per l'intera regione.

Milioni di ucraini sfollati hanno bisogno di un ambiente sano e sicuro in cui tornare a casa se ci si aspetta che possano riprendersi la vita.

Gli aveva fatto eco il coordinatore residente in Ucraina per l'ONU, Lubrani che aveva aggiunto:  Non appena i combattimenti finiscono, e devono finire presto, deve essere sostenuta una colossale operazione di pulizia.

Sul sito dell' UNEP, si legge anche che:

Secondo i dati dell'UNEP e dei partner, il conflitto ha provocato danni in molte regioni del paese, con incidenti in centrali e impianti nucleari, infrastrutture energetiche, tra cui cisterne per lo stoccaggio di petrolio, raffinerie di petrolio, piattaforme di perforazione e impianti di gas e oleodotti di distribuzione, miniere e siti industriali e impianti di trasformazione agricola.

Il risultato sono stati molteplici incidenti di inquinamento atmosferico e contaminazione potenzialmente grave delle acque sotterranee e superficiali.

Anche le infrastrutture idriche, comprese le stazioni di pompaggio, gli impianti di depurazione e le fognature, hanno subito danni significativi e sono stati danneggiati numerosi impianti industriali, magazzini e fabbriche, alcuni dei quali immagazzinano una serie di sostanze pericolose che vanno dai solventi all'ammoniaca e alla plastica.

Sostanze pericolose sono state rilasciate anche da esplosioni in impianti di stoccaggio agroindustriali, inclusi fertilizzanti e impianti di acido nitrico. 

Ci sono anche segnalazioni di prese di mira di diversi grandi allevamenti di bestiame, dove le carcasse di bestiame rappresentano un ulteriore rischio per la salute pubblica.

In molte aree urbane la bonifica delle abitazioni distrutte comporterà le proprie sfide, con i detriti che potrebbero essere mescolati con materiali pericolosi, in particolare l'amianto. 

Le immagini satellitari hanno anche mostrato un aumento significativo degli incendi in varie riserve naturali e aree protette, nonché aree boschive.

Inoltre, l'inquinamento dovuto all'uso estensivo di armi, anche nelle aree popolate, e i grandi volumi di rifiuti militari, compresi i veicoli militari distrutti, creano un'importante sfida di bonifica.

Il 2 marzo 2023, la rivista Nature ha pubblicato il suo report anticipandolo con il seguente abstract:

Il conflitto armato tra Ucraina e Russia, iniziato alla fine di febbraio 2022, ha conseguenze ambientali di vasta portata, in particolare per quanto riguarda le risorse idriche e la gestione. Qui abbiamo analizzato i molteplici impatti delle azioni militari sulle risorse di acqua dolce e sulle infrastrutture idriche durante i primi tre mesi del conflitto. Abbiamo identificato la natura degli impatti, il tipo di pressioni imposte al settore idrico e le conseguenze negative per la disponibilità e la qualità delle risorse di acqua dolce per la popolazione civile. I nostri risultati hanno mostrato che molte infrastrutture idriche come dighe nei bacini idrici, sistemi di approvvigionamento e trattamento dell'acqua e miniere sotterranee sono state colpite o sono a rischio a causa di azioni militari.

La Gerald R. Ford, la prima nave della nuova classe di portaerei a propulsione nucleare della marina USA è stata  schierata  a Norfolk, Virginia, il 2 maggio.

Il Joint Force Command - Norfolk (JFC-NF) è un comando a livello operativo congiunto che fa parte della struttura di comando militare della NATO.

A Norfolk ha condotto addestramento ed esercitazioni.

La Gerald R. Ford CSG ha navigato a fianco dello Standing NATO Maritime Group One della NATO per diversi giorni cogliendo  ogni opportunità per addestrarsi e per perfezionare tattiche, tecniche e procedure per aumentare l'interoperabilità tra gli alleati...

Poi, si è spostata a Vestfjorden, dove il gruppo d'attacco della portaerei si è addestrato con l'esercito norvegese e  la marina norvegesi.

Si può leggere: "Un'esercitazione navale si svolgerà nell'area di Vestfjorden nel periodo 2 giugno 2023 0600 UTC fino a nuovo avviso. Le esercitazioni richiedono manovre ad alta velocità. Le navi nell'area sono incoraggiate a mantenere una distanza di 1,5 miglia nautiche dall'area navale navi. Contattare il quartier generale comune norvegese per ulteriori informazioni. Fine del messaggio."

Vestfjorden è un fiordo lungo 155 miglia nella contea di Nordland in Norvegia.

Poi, a Spalato in Croazia, come riportato dal Total-Croatia-News il 27 giugno e che ha scritto:

È la terza nave americana che ha fatto scalo nel porto di Spalato negli ultimi 18 mesi.

La USS Gerald R. Ford è la più recente portaerei della US Navy, che introduce 23 nuove tecnologie. È il primo nuovo vettore progettato in oltre 40 anni per lavorare con le future generazioni di aeromobili.

La chiglia è stata posata nel novembre 2009 e il battesimo è avvenuto il 9 novembre 2013.

Due reattori nucleari a quattro alberi lo alimentano.

È lungo 332,84 metri, largo 40,84 metri, mentre il suo ponte di volo è largo 78,03 metri.

Può raggiungere una velocità di oltre 30 nodi.

Trasporta il missile Evolved Sea Sparrow, il missile Rolling Airframe, il sistema di armi ravvicinate (CIWS) con 75 velivoli.

Con il più avanzato radar a doppia banda, può navigare per 20 anni senza rifornimento di carburante. Vale un totale di 13 miliardi di dollari.

Ha  affermato Natureinaction (Blog di Armando Gariboldi - naturalista, agrotecnico e giornalista scientifico. Laureato in Scienze Naturali che si è  sempre occupato di divulgazione ambientale e di conservazione della natura, ex Direttore Generale della LIPU a livello nazionale), che un carro armato Abrams M1, che pesa 65 tonnellate (e che compatta il terreno di fatto producendo effetti paragonabili ad una asfaltatura, almeno sul breve termine), consuma 5-6 volte una Ferrari, dal momento che con il suo poderoso motore turbo soprannominato “gas guzzler”, l’ingozzatore di benzina, fa 1 km con circa 4,5 litri di carburante, quindi 450 litri per 100 km. Altri tank consumano in media 200-300 litri per 100 km.
Un aereo da caccia tipo F-15E Strike Eagle o F16 Falcon consuma circa 16.200 litri/ora.
Un bombardiere B52 consuma circa 12.000 litri/ora.
Un elicottero da combattimento tipo AH64 Apache consuma circa 500 litri/ora.
Mezzi di appoggio, logistica varia: si può stimare in media un consumo di 1 litro/km.

Cita il Rapporto Demilitarization for Deep Decarbonization dell’International Peace Bureau (Ipb) 2018 che spiega: «Ridurre il complesso militar-industriale e ripudiare la guerra è una condizione necessaria per salvare il clima, destinando le risorse risparmiate all’economia post-estrattiva e alla creazione di comunità resilienti».

Stando "in casa", vale la pena di citare l'articolo de L’Unione Sarda, del 16 giugno 2023 uscito con il titolo: 

Disastro ambientale al poligono di Teulada, cinque Capi di Stato maggiore a processo.

La Procura aveva accertato lo stato di devastazione della “Penisola Delta”, un’area di tre chilometri quadrati dove, dal 2008 al 2016, furono sparati 860mila colpi di addestramento. (Francesco Pinna)

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Cagliari, Giuseppe Pintori, ha rinviato a giudizio i cinque generali, tutti ex Capi di Stato maggiore, finiti sotto inchiesta con l’ipotesi di disastro nell’ambito dell’indagine sugli effetti di anni di esercitazioni nel poligono di Teulada.

Disattendendo le richieste del pubblico ministero Emanuele Secci, titolare del fascicolo, che aveva sollecitato il non luogo a procedere, il Gup ha ordinato che sia celebrato il processo, fissando la data al 25 gennaio del prossimo anno davanti al secondo collegio penale del tribunale di Cagliari.

Nel corso delle indagini la Procura aveva accertato lo stato di devastazione della “Penisola Delta”, un’area di tre chilometri quadrati dove, dal 2008 al 2016, furono sparati 860mila colpi di addestramento, con 11.875 missili, pari a 556 tonnellate di materiale bellico. Ma al termine dell’inchiesta il pm titolare del fascicolo aveva chiesto l’archiviazione, ottenendo dal Gip Alessandra Tedde l’ordine d’imputazione coatta.

Nel corso dell’udienza preliminare, ritenendo comunque di non avere gli elementi per poter reggere un’accusa in giudizio, il magistrato della Procura aveva chiesto di prosciogliere i cinque generali.

Dovranno invece comparire davanti ai giudici per rispondere del disastro Giuseppe Valotto, 76 anni di Venezia; Claudio Graziano, di 69, di Torino, poi a capo del Comitato militare dell’Unione europea; Danilo Errico, anche lui 69enne residente a Torino; Domenico Rossi, 71 anni di Roma, e Sandro Santroni, di 72, di Ancona.

Accolte dunque le richieste delle parti civili che avevano rinnovato al giudice la richiesta di far celebrare un dibattimento per stabilire le eventuali responsabilità del disastro.

Aveva scritto l' Avanti il 2 luglio 2023: Mare Aperto e le altre due esercitazioni – che si svolgeranno fino al 23 maggio – si terranno presso il poligono di tiro di Capo Teulada, ormai al centro del dibattito per i gravi problemi di salute legati all’uranio impoverito riscontrati nei soldati sardi impegnati nelle esercitazioni in questo poligono, ma anche delle patologie che ormai affliggono migliaia di civili sardi che risiedono nei pressi del poligono.

Emanuele Lepore, della Associazione nazionale vittime dell’uranio, parla esplicitamente di massacro legato all’uso dell’uranio impoverito e di distruzione dell’ambiente.

E, nonostante le promesse di bonifica dell’area, al momento i vari governi – a cominciare da quello Renzi – hanno soltanto provveduto, come spiega Lepore, ad innalzare il livello della soglia degli inquinanti per permettere ancora l’utilizzo del poligono di Teulada.

E' fantastico prendere atto del fatto che coloro che affermano che il riscaldamento globale e il cambiamento climatico abbiano origine antropica siano gli stessi che, anzichè favorire i processi di Pace attraverso l'attività di mediazione, spingono verso l'iper produzione di armi e verso l'azione di guerra in Ucraina....