Cambi, Pil britannico e PMI europei potrebbero indicare la persistente debolezza dell’economia

La decisione dei leader europei di rinviare al vertice di giugno qualsiasi iniziativa per fare fronte alla crisi del settore bancario evidenzia la paralisi che affligge i centri decisionali della politica europea e anche le divisioni sui passi da fare per ristabilire la fiducia degli investitori, che non ritornerà fino a che non sarà definito un piano credibile per uscire dalla crisi.

Intanto in Grecia permane l’incertezza sull’uscita dall’euro e i cittadini stanno ritirando i depositi dalle banche. I ribassi dei mercati ieri sono stati attribuiti alle indiscrezioni sui piani di emergenza da attuare nel caso di un’uscita della Grecia, ma in realtà sarebbe sorprendente se i governi non si preparassero a questa eventualità. La mancanza di fiducia dei mercati potrebbe riflettersi nei dati economici in uscita: oltre al Pil della Germania del primo trimestre, gli indici PMI del settore manifatturiero e dei servizi per Francia, Germania ed Eurozona per maggio, che potrebbero indicare una flessione. Attesa anche per l’indice IFO sulla fiducia delle imprese della Germania. In Gran Bretagna, dopo i dati sulle vendite al dettaglio di aprile in calo e i verbali della Banca d’Inghilterra (che mostrano che i membri del Comitato di politica monetaria sono pronti ad agire per un altro QE), oggi è in agenda la revisione del Pil del primo trimestre, che potrebbe aumentare la probabilità di un QE. EuroDollaro: la moneta unica ieri è scesa al minimo da luglio 2010 a 1,2545 ed è possibile un movimento verso 1,1880. La resistenza ora è a 1,2820/30. EuroSterlina: permane un trend al ribasso verso 0,8000. Per risalire la moneta unica deve muoversi verso la resistenza a 0,8220. DollaroYen: supporto chiave a 78,55, pressione ribassista dominante, solo la chiusura sopra 80,42 indicherebbe la stabilizzane del dollaro.

A cura di Cmc Markets

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