Cambi, non è tutto oro quello che luccica

Chi e` nostro lettore abituale si ricordera` come abbiamo cominciato questo mese di settembre.

Non ci riferiamo al fatto che, come ogni settembre, si parte con il primo lunedi` del mese con l`America chiusa a causa della festivita` dedicata al Labour Day, bensi` alla presa di coscienza che abbiamo manifestato su queste pagine, circa il ritorno dell`importanza dei dati macroeconomici come potenziali market mover piu` incisivi rispetto a quanto successo negli ultimi mesi (quando parlavamo di effetto traslazione delle buone o cattive notizie sull`appetito/avversione al rischio in generale).

Situazione che potrebbe durare fino a meta` della prossima settimana, quando la Fed potra` pronunciarsi su un ulteriore quantitative easing, per decidere il quale avra` comunque bisogno di analizzare attentamente le ultime rilevazioni economiche che stanno mostrando un, non ancora brusco, ma abbastanza pronunciato, rallentamento della ripresa a stelle e strisce, risultato anche di tutti gli squilibri che si stanno vivendo a livello mondiale, Europa in testa. E ieri, sono arrivate ulteriori conferme che vanno a solidificare le preoccupazioni del presidente della Federal Reserve, in quanto, oltre al mercato del lavoro in forte stallo e molto lontana dalla soglia ottimale di piena occupazione, anche i dati sul settore manifatturiero hanno continuato a rimanere lontani dai lidi che portano ottimismo agli analisti ed al mercato, mantenendosi in, se cosi` possiamo definirlo, territorio negativo. O per lo meno, percepito tale, in quanto esiste una soglia che viene considerata lo spartiacque tra espansione e contrazione economica e questa e` rappresentata dal 50. L`ISM, giratosi negativo nel mese di luglio, ha accelerato nuovamente a ribasso, attestandosi a 49.6, sotto quella soglia che, per il mese corrente, rappresentava anche l`aspettativa degli operatori di mercato. Il risultato e` stata una discesa delle borse a livello generale, continuata anche questa notte in Asia, con il dollaro e lo yen giapponese a ricoprire il ruolo di valute da ricoperture nel momento in cui ci si vuole rifugiare su attivita` finanziarie sicure, a cui ha fatto compagnia anche il metallo giallo, in grado di rimanere sopra i supporti di breve periodo piu` importanti, che passano intorno a 1,685.00, mostrando un segno di potenziale ritorno allo status di bene rifugio e considerando che negli ultimi sei mesi, se la memoria non ci inganna, questo e` accaduto soltanto quattro o cinque volte, esso puo` essere considerato un segnale importante che misura il grado di preoccupazione dei mercati, evidentemente alto. Anche i dati australiani hanno continuato a pesare sui mercati facendo scendere l`aussie e le dichiarazioni che sono arrivate da parte di un quotidiano tedesco, secondo cui per la Corte Costituzionale l`ESM risulterebbe anticostituzionale non hanno certo aiutato la moneta unica europea. La correzione dell`euro ha fatto si che l`obiettivo di 1.2675 si allontanasse velocemente, avvicinando pero` un altro livello in grado di avere un ruolo nella giornata di oggi. Un grafico con candele a 4 ore evidenzia come il movimento delle ultime due settimane sia racchiuso in un canale il cui estremo inferiore passa a 1.2530, indicato dalla trendline positiva che e` stata verificata con precisione il 31 agosto scorso. Rotto questo eventuale supporto l`obiettivo primario della moneta unica si trova una figura al di sotto, 1.2430. Come spesso e` accaduto i questi ultimi mesi, non abbiamo molto da dire sul cambio UsdJpy. Lo scenario visto ieri, ovvero di una resistenza individuata a 78.80 e di un supporto a 78 figura, e` del tutto valido. I movimenti della moneta unica di ieri hanno permesso un calo anche del cambio EurJpy, non in grado pero` di interrompere quel movimento laterale che con estrema precisione continua da due settimane esatte. Anche per oggi, quindi, la massima attenzione va riposta in 98 e 99 (sempre con un eventuale obiettivo di una figura). Incredibilmente la sterlina, contro dollaro, ha verificato perfettamente ieri il massimo di 1.5910 ripiegando poi in seguito di qualche punto. Continuiamo, a questo punto, ad indicare il livello come fondamentale per una continuazione della tendenza positiva oramai in atto sul cambio da qualche settimana. Alla fine il supporto indicato come fondamentale, 1.0220, non ha retto alla tendenza negativa in atto da un mese esatto, aprendo quindi la strada ad un ulteriore calo del dollaro australiano. Fibonacci, a cui abbiamo fatto riferimento anche ieri, indica in 1,01 (il 50% di correzione del movimento positivo compiuto fra inizio giugno ed inizio agosto) il prossimo livello obiettivo lontano meno di una figura dai prezzi attuali. Il Ger30 ha rotto ieri il livello di supporto dinamico di 6,980, portando ad un calo dell`indice. Cali di questo genere possono essere possibili anche nelle prossime ore, mentre un test della forte area di supporto di 6,880 (un grafico orario chiarisce l`importanza di questo livello sino da inizio agosto) dovrebbe far preoccupare maggiormente, dato che oltre questo livello potremmo assistere ad una correzione molto sostanziosa dell`indice tedesco. Il nostro indice di casa, ITA40, si e` trovato ancora una volta, ieri, a fare i conti con una fortissima area di resistenza... purtroppo non riuscendo a superarla. Parliamo di 15,350, livello visto in piu` occasioni verso il 20 di agosto scorso e da cui dipende l`eventuale ulteriore ripresa del nostro indice. Nel breve, oggi, fare attenzione anche al livello di supporto di 15,150.

A cura di Fxcm

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