Brunetta e la `bufala` dello spread

«Passata o quasi la bufera degli spread abbiamo il dovere di spiegare quello che è successo, perchè è successo, quanto ci è costato e a che punto siamo verso la completa guarigione dalla febbre che ha colpito l`Europa e in particolare l`Italia».

Brunetta e la `bufala` dello spread

È quanto scrive l`ex ministro per la Pubblica amministrazione e deputato del Pdl Renato Brunetta, ripreso da Adnkronos, in un editoriale pubblicato oggi da Il Giornale.

«Innanzitutto, per favore, non parliamo più di spread! Per due motivi: lo spread -spiega Brunetta- in quanto differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato italiani rispetto agli equivalenti titoli tedeschi, è un metro elastico che, evidentemente, incorpora le oscillazioni di entrambi; lo spread si forma sul mercato secondario, dove vengono scambiati esclusivamente titoli già in circolazione. Non è questo, quindi, il »luogo« dove avvengono le emissioni di titoli di Stato del Tesoro, le quali, in ragione di quantità emesse, prezzi e rendimenti, vanno a determinare il servizio del debito, quindi l`effettivo costo per lo Stato». «Un esempio: il famoso 9 novembre 2011 -continua Brunetta- quando lo spread calcolato sui BTP a 10 anni ha raggiunto il suo massimo a quota 553, il Tesoro non ha emesso alcun titolo di Stato. Nella successiva asta, tenutasi il 29 novembre 2011, sono stati emessi BTP per 2,75 miliardi di euro a un rendimento del 7,56%, per un costo totale per lo Stato di 207,9 milioni di euro per 10 anni (si noti che l`ultima asta effettuata dal Tesoro, quella del 28 febbraio 2012, nell`ambito della quale sono stati emessi 3,75 miliardi di BTP a 10 anni a un rendimento del 5,50%, ha avuto un costo per lo Stato molto simile: 206,25 milioni di euro per 10 anni)».

«Andiamo a guardare -analizza Brunetta- l`andamento delle aste dei BTP a 10 anni nel 2011: nella prima parte dell`anno, fino all`asta di luglio, i rendimenti si sono mantenuti in linea con i precedenti periodi. Il rendimento medio ponderato dei BTP a 10 anni emessi da agosto fino a fine anno, invece, si è attestato al 6,04%. Ad onor di verità, e a sollievo dei conti dello Stato, occorre far notare che nella prima parte dell`anno 2011, a un livello di rendimento più contenuto, è stata emessa la maggior quantità di BTP a 10 anni: 26,5 miliardi su un totale dell`anno pari a 41 miliardi». «Confrontando le ultime quattro aste del governo Berlusconi (agosto, settembre, ottobre e novembre 2011) con le prime quattro aste di BTP a 10 anni del governo Monti (dicembre 2011, gennaio, febbraio e marzo 2012) emerge un rendimento medio delle prime pari al 5,69% contro un rendimento delle seconde pari al 6,26%. Dunque il calo degli spread, attorno a 300, cui assistiamo in questi giorni è certamente una buona notizia -sottolinea Brunetta- ma non appare ancora sufficiente a riportare il rendimento dei nostri BTP a un livello accettabile, anche se siamo rientrati su un sentiero positivo». «Le determinanti, ancora una volta, sono tutte esogene (ma positive): nuovo prestito della BCE alle banche, con borse in rialzo e progressivo avviamento a soluzione della crisi greca. La storia non si fa con i se, ma se sulla crisi greca e sulla conseguente crisi bancaria l`Europa fosse intervenuta per tempo e nelle giuste quantità e se, ancora, in Italia non ci fossimo fatti male da soli, con comportamenti irresponsabili e masochistici da parte dell`opposizione e dei media unicamente a fini di lotta politica (far cadere il governo), ci saremmo risparmiati questo inutile bagno di sangue sull`economia reale. Con buona pace -conclude Brunetta- di chi ha incolpato di tutto quanto è accaduto Berlusconi. Il tempo è galantuomo».

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