Bizarre investment - Il latte fa sempre bene

La produzione mondiale di latte è aumentata del 2% nel 2010 (secondo il Rapporto Ismea sul mercato lattiero-caseario). A trascinare l’aumento della produzione è stato il forte incremento della domanda di latte scremato in polvere proveniente dai paesi del Sud-Est Asiatico (le esportazioni mondiali per il 2011 sono previste in aumento del 24,6%). Una domanda molto dinamica ed un’offerta ritenuta dagli esperti del settore non sufficiente ha portato ad alcune pressioni rialziste sul prezzo di latte e derivati. Nell’Unione Europea dei 27 la produzione di latte è aumentata del 2,5% fra gennaio e luglio 2011, grazie soprattutto all’aumento dei prezzi alla produzione, che hanno registrato in media un +16% (mentre  l’Italia ha beneficiato di un maggiore aumento, calcolato in +20%). Forte aumento della produzione in Irlanda (+11%), Francia (+5,4%) ed Austria (+3,9%), con l’Italia che vede invece un lieve aumento della produzione (+0,9%). Il prezzo alla produzione di 1 litro di latte nell’UE per il 2011 è di 0,349 euro, dove invece i produttori di latte italiano ricevono in media il 13% in più, ovvero 0,394 euro al litro.

Bizarre investment - Il latte fa sempre bene

A fare da traino all’aumento di produzione europeo ha contribuito la forte domanda mondiale di formaggi - ricordiamo che circa la metà dei volumi mondiali di formaggi proviene dall’Europa, che nel 2010 hanno visto crescere le esportazioni del 17% (anche se per il 2011 ci si attende una più modesta crescita delle esportazioni dell’1,9%). Grazie alla forte domanda mondiale (+33.2% l’export europeo per il I° semestre 2011) in aumento la produzione europea di latte in polvere del 7,6% per il I° semestre del 2011.

In Italia, nel 2010 sono state prodotte 2.661 mila tonnellate di latte alimentare (-1,1% rispetto al 2009), 1.177 tonnellate di formaggi (produzione invariata rispetto al 2009), 311 tonnellate di yogurt (+5,4% a/a) e  108 tonnellate di burro (+0,8% a/a). Nel 2010 i prezzi alla produzione di latte e derivati sono aumentati del 13,5%, grazie soprattutto ai prezzi dei formaggi duri (+17%) e delle materie grasse (+31%). Continuano anche per i primi mesi del 2011 gli aumenti dei prezzi alla produzione dei due formaggi grana a denominazione: nei primi 9 mesi del 2011 (rispetto allo stesso periodo del 2010) l’aumento dei prezzi per il Parmigiano Reggiano è stato del 25% (con la varietà a 2 anni sopra il prezzo di 12 €/kg) e del 27% per il Grana Padano (la varietà a 12-15 mesi intorno ai 9 €/kg). L’aumento del prezzo dei formaggi italiani non proviene però dal mercato domestico, ma dall’export, che nel 2010 ha fatto registrare un + 8,3% in volume (+5,5% per il periodo gennaio-luglio 2011). Migliora quindi il saldo della bilancia commerciale italiana per formaggi e latticini nel 2010, mostrano un attivo di 162 milioni di euro. Circa il 68% dell’export di formaggi all’estero proviene da formaggi DOP, in particolare da Grana e Parmigiano, che rappresentano i 3/4 dei formaggi DOP venduti all’estero (le cui esportazioni hanno registrato un +4% nei primi sette mesi del 2011). Germania (14.000 t), Stati Uniti (11.000 t), Francia (6.000 t) e Svizzera sono stati i principali paesi di destinazione dei due grana DOP per il 2010.

L’USDA riferisce però che per l’Europa non c’è da attendersi un ulteriore aumento dei prezzi a breve, infatti non ci dovrebbero essere problemi legati alla produzione, soprattutto grazie ai buoni raccolti cerealicoli e foraggieri dell’estate. Ci sono state invece alcune tensioni sul mercato del burro che hanno portato alcuni operatori commerciali a rifornirsi dal Nord America.
La forte domanda di latte in polvere e siero proveniente dal Sud-Est Asiatico, l’aumento della produzione verificatasi in Argentina, Brasile, Europa, Usa ed Oceania saranno i principali driver di prezzo per il 2012, dove è comunque difficile aspettarsi (almeno per i prodotti italiani dedicati all’esportazione) gli stessi tassi di crescita visti fra il 2010 ed il 2011.

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