BitCoin: moneta del futuro o carta straccia?
Del Bit Coin se ne parla ormai da parecchio tempo ma ancora vi sono molti tratti nebulosi, quel che è certo è che non si tratta di una carta di credito o di una banconota, ma di una moneta elettronica virtuale ideata nel 2009 e gestita dalla Rete.
Ci troviamo davvero di fronte ad una moneta “rivoluzionaria” che sarà in grado in futuro di portare alla dissoluzione di euro e dollaro o in realtà dietro a tutto ciò si cela solo un’ulteriore bolla speculativa?
Nasce nel 2009 progettata da un gruppo di informatici che si sono riuniti sotto il nome di Shatoshi Nakamoto, la moneta ha un controvalore virtuale acquistabile in rete e permette di comprare beni e servizi in tutto il mondo, non è una moneta cartacea e non è di metallo.
Si crea in Rete, al ritmo di 25 unità ogni 10 minuti, il valore viene calcolato sulla base della domanda presente sul web al momento della sua creazione, la moneta del futuro, come viene definita, non viene rilasciata dalle banche, non richiedere intermediari finanziari e si basa su un software. Si basa sulla legge del mercato tradizionale della domanda e dell’offerta, più alta risulta la domanda maggiore sarà il prezzo richiesto. Chi è interessato deve scaricare il software e crearsi un account online, dopodiché potrà scambiare le divise tradizionali con i Bitcoin.
La sicurezza insito in un Bitcoin sembra essere elevata è molto difficile riuscire a replicare un BitCoin, si basa infatti su un codice di ben 33 o più caratteri, sono costosi e difficili da tracciare e verificare, la rete inoltre si preoccupa di verificare ogni stringa affinché non sussistano duplicazioni e scambi.
Diverse persone hanno visto nel BitCoin una sorta di bene rifugio in cui investire, ma nella moneta virtuale il rischio da tener presente è la forte fluttuazione del valore insita in questa nuova forma di scambio, così come in un mese è avvenuta una crescita del 200% con la stessa rapidità potrebbe subire un tracollo.
Governi e banche centrali hanno già fornito differenti comunicati stampa per tranquillizzare gli investitori, pare infatti che la nuova moneta stia creando scompiglio e preoccupazione nei mercati valutari. Un progetto analogo stava per essere lanciato da Google, ma nel 2012 il presidente spiegò che il disegno di introdurre sul mercato una moneta virtuale, analoga quindi al BitCoin, ea poi stato accantonato poiché `secondo molte leggi valutarie, in diverse parti del mondo, il sistema sarebbe illegale`.
Il dubbio rimane se davvero si scoprisse che si è di fronte ad un sistema illegale, come potrebbero fare tutti coloro che convinti di aver acquistato un bene rifugio, rischierebbero di avere in mano solo carta straccia e per giunta “virtuale”?
Erica Venditti