BESSENT: I CINESI SONO I PEGGIORI TRASGRESSORI DEL MERCATO INTERNAZIONALE

Giannina Puddu, 10 aprile 2025.
Tra USA e Cina volano stracci con qualche pietra avvolta e ciò rientra nelle previsioni.
ll Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, pare molto seccato per la reazione della Cina che prevede l'84% di dazi di rimando sui prodotti americani.
Durante un'intervista rilasciata ieri a Fox Business Network, Bessent ha detto che: "Penso che sia un peccato che i cinesi non vogliano venire a negoziare, perché sono i peggiori trasgressori del sistema commerciale internazionale".
Premettendo che, con gli alleati, gli USA intendono riequilibrare i rapporti commerciali con la Cina, ha aggiunto che "Questa è la grande vittoria.
Gli Stati Uniti stanno cercando di riequilibrare la produzione, puntando su una maggiore produzione manifatturiera. La Cina deve riequilibrare la produzione, puntando su maggiori consumi".
Ha infine sconsigliato alla Cina di usare la leva della svalutazione monetaria per compensare l'effetto dei dazi, perchè se lo facesse anche gli altri partner commerciali sarebbero costretti ad alzare barriere.
Sul tavolo di Bessent, che ha escluso che dietro la massiccia ondata di vendite di Treasury americani ci sia la mano di Pechino, anche l'ipotesi di cancellare le quotate cinesi dalle borse americane.
E' certo che le vendite ci siano state portando in alto i tassi di interesse fino al 5% per i trentennali; la conferma della mano di Pechino potrebbe arrivare solo dalla sua ammissione.
L'altra certezza è che la Cina, volendo, potrebbe fare mercato come detentore di 761 miliardi di dollari di debito USA in portafoglio.
L'economista Nouriel Rubini ha osservato che “Non possiamo escludere che dietro il sell-off ci sia un’azione concertata delle autorità cinesi... Trump ha trasformato i Treasury in un’arma politica. Era inevitabile che qualcuno prima o poi rispondesse allo stesso modo.”
Mentre è condivisibile la prima parte, non si può accettare la seconda.
Non è Trump ad aver trasformato i Treasury in un'arma politica, lo sono sempre stati da quando i titoli del debito degli Stati sono entrati nei portafogli di terzi esterni, che ne hanno fatto uso e abuso per esercitare pesanti ingerenze politiche, fino a rivoltare il presente ed il futuro di intere nazioni.
Sta emergendo anche questo nodo, riconducibile alla "globalizzazione" e andrebbe sciolto, defiitivamente.
Ora, si osserva che, con questi scossoni di borsa che coinvolgono anche il mercato obbligazionario, oltre l'azionario, ciò che sta venendo meno è "la fiducia" come collante vitale del sistema finanziario globale come se quest'ultimo fosse una condizione irrinunciabile.
Ma, irrinunciabile, per chi?
Non c'è dubbio che la massima convenienza sia stata di chi, proprio grazie alla "fiducia" riconosciuta al Sistema Finanziario Globale ha accumulato gigantesche masse che si sono rese disponibili come armi mute utili per pilotare anche le decisioni politiche dei governi.
"Fiducia" che, magari, doveva essere negata sin dal principio e che si è conservata fino al momento in cui il controllo è sfuggito di mano a chi ha voluto imporre il Sistema Finanziario Globale del quale gli Stati Sovrani dovrebbero mettere in discussione la loro effettiva convenienza, esclusi, come sono, dalle stanze dei bottoni.
Anche Paul Krugman, ha commentato l'attacco ai titoli obbligazionari americani, con: “Se vacilla quello, vacilla tutto.”
Bello sarebbe stato se avesse spiegato cosa intenda comprendere nel suo "tutto".
Se il suo riferimento fosse relativo al Sistema Finanziario Globale, potrebbe darsi, anche se sembra molto più probabile, semmai, un ridimensionamento e un ridisegno sulla base di nuove regole che limitino, per esempio, la concentrazione dei capitali che possono rappresentare un"opzione nucleare", come definita l'attuale valanga di vendite di Treasury.
La posizione di Krugman verso le politiche di Trump è espressa nelle parole che ha speso e che non lasciano dubbbi:
Non solo la cosiddetta ‘equazione dei dazi’ è assurda, non sappiamo nemmeno chi l’ha scritta. Ci sono addirittura indizi che possa essere stata generata da ChatGPT.
Uno scienziato non dovrebbe esprimere esternazioni di questo tipo in relazione a scelte che non condivide, o che non comprende o di cui ignora gli effetti.
Questo suo non è un parere scientifico ma è un irrispettoso insulto verso la massima Istituzione del Paese in cui è nato e vive, pare anche piuttosto bene.