BCE. CRISTINE LAGARDE VUOLE "PREPARARE" L' UE ALL'IMPATTO DEI DAZI DI TRUMP

BCE. CRISTINE LAGARDE VUOLE "PREPARARE" L' UE ALL'IMPATTO DEI DAZI DI TRUMP
Cristine Lagarde

Giannina Puddu, 22 gennaio 2025.

In occasione della sua presenza   al World Economic Forum di Davos, il Presidente della BCE, Cristine Lagarde, ha annunciato di voler anticipare gli effetti dei nuovi dazi che l'amministrazione Trump prevede di applicare anche alle merci europee.

In verità, è un pò tardi perchè possa essere una vera anticipazione.

Vedremo...

La minaccia di Trump, di imporre dazi sui beni importati negli USA dall’UE, effettivamente, è stata confermata il 20 gennaio, durante il suo insediamento e motivata dal neo Presidente ai giornalisti presenti con l’UE è stata molto, molto cattiva con noi. Quindi saranno costretti a pagare tariffe.

Il "noi", pare riferito a lui, al suo entourage, alla sua rivoluzionaria visione politica che riguarda sia le questioni interne che quelle internazionali, visto, fin qui, il totale appiattimento dell'UE sulle politiche dell'ex Presidente Biden.

Valdis Dombrovskis, commissario europeo per l’economia, ha dichiarato oggi alla CNBC che se fosse necessario difendere gli interessi economici dell’Unione, l’UE risponderebbe “in modo proporzionato”.

Ma, quale "proporzione" nella condizione di assoluta sproporzione tra la salute economica americana e la debolezza, ormai cronica, dell'economia dell'UE?

Sembra di vedere un impavido uccellino che minaccia un'aquila!

In area UE, la trainante economia tedesca è al collasso proprio a causa del pedissequo allineamento delle politiche della Commissione europea al percorso tracciato dal governo Biden che ha imposto le sanzioni alla Russia, tagliato i rifornimenti di gas dalla Russia agli stati europei, drenato ingenti risorse per incrementare gli armamenti e coprire di miliardi l'Ucraina per finanziare una vittoria che è, invece, una sconfitta, alimentando forti dubbi circa l'effettiva destinazione di questa pioggia di miliardi nelle mani di Zelensky.

Così come la BCE a guida Lagarde ha adottato la stessa politica monetaria restrittiva della FED aggiungendo alle già fragili industrie europee, piccole, medie e grandi, l'ulteriore cappio al collo dell'alto costo del danaro, tralasciando ogni giusta ed indispensabile  considerazione relativa alle sostanziali differenze tra le due sponde dell'Atlantico.

La stessa "terapia", può essere salvifica per qualcuno e mortale per un altro in mancanza della corretta diagnosi a monte della prescrizione.

Lagarde, ha aggiunto con fare sornione e volendosi ingraziare Trump che vedremo se ci cascherà, che egli non abbia in mente dazi generalizzati, ma che, invece, con “approccio molto intelligente" adotterebbe argini "più selettivi e mirati... perché le tariffe generalizzate non danno necessariamente i risultati che ci si aspetta”.

Abbiamo già visto che Trump sta licenziando, di netto, tutti quelli del precedente establishment americano e potrebbe essere dura anche per chi, da fuori, lo aveva sostenuto anche in modo plateale e senza curarsi degli interessi delle Nazioni o dei Gruppi di Nazioni di appartenenza, come l'UE, appunto.

Pare più probabile che l'imposizione ed il calibro dei nuovi dazi sulle esportazioni dall'UE verso gli USA siano stabiliti sulla base del livello di confidenza e di amicizia tra i singoli Stati dell'UE e la nuova America guidata da Trump. 

Su questo criterio, Lagarde non potrà influire così come non ha mezzi per conferire agli Stati dell'Unione la forza contrattuale che hanno perso e che sarebbe necessaria per organizzare un'adeguata difesa contro i nuovi dazi.

Se così fosse, questa sarebbe una forte spallata in grado di compromettere la già traballante Unione Europea, con effetti anche sulla BCE e sull'Euro, accelerati dall'uscita di alcuni Stati e il successivo cambio di campo con  adesione ai BRICS.