Basilea 3, obiettivo rinvio

La lettera al Commissario per il mercato interno, Michel Barnier, è datata 21 novembre e porta la firma del presidente del presidente della Federazione bancaria europea, lo svedese Christian Clausen, Ceo di Nordea.

La richiesta formulata è esplicita: rinviate l`entrata in vigore dell`accordo sui ratios patrimoniali di Basilea tre al primo gennaio 2014. Per ora, tuttavia, Barnier non sembra aver cambiato il suo orientamento:«L`Europa ha bisogno delle regole di Basilea 3 e le applicherà a partire dal 2013» ha affermato ieri il suo portavoce, che tuttavia ha precisato come il Commissario intenda chiedere «chiarimenti agli Usa sui tempi di applicazione da parte loro». Ed ecco le argomentazioni degli istituiti di credito europei: «Lei sa che le autorità creditizie americane hanno recentemente affermato pubblicamente che non potranno dare il via all`applicazione dell`accordo di Basilea tre entro il primo gennaio 2013» ricorda il banchiere nella sua missiva, sottolineando che, nonostante le formali affermazioni di un perdurante impegno nel progetto, la Federal Reserve non ha formulato nessuna data alternativa per la sua messa in opera (dunque, si tratta di un probabile rinvio alle calende greche).La preoccupazione per i riflessi che la decisione statunitense potrà avere sulla concorrenza internazionale è forte, sottolinea Clausen, per gli effetti che l`annuncio delle autorità americane potrebbe produrre sulla competitività internazionale delle banche europee, soprattutto in un momento in cui queste stanno affrontando un radicale cambiamento delle regole per i requisiti di capitale, i buffer di liquidità, i ratio di leverage e un nuovo assetto della supervisione nella zona euro. Al contrario, rimarca, a questo punto agli istituti di credito americani (che già non avevano applicato nè l`accordo di Basilea due nè quello denominato Basilea due e mezzo), rimarrà anche per il futuro soltanto l`obbligo di rispettare il livello di capitale stabilito nel primo accordo interbancario, in base al quale lo stesso Barnier aveva sottolineato, qualche tempo fa, che i requisiti richiesti sono del 20% al di sotto dei fabbisogno patrimoniale previsto ora dal comitato di Basilea. Gli istituti di credito europei «sono molto preoccupati dal fatto che una concorrenza diseguale nei mercati internazionali e in quelli domestici, derivante da una diversa applicazione da parte degli Usa delle nuove regole sui requisiti di capitale, sarebbe molto svantaggiosa per le banche europee, la cui redditività è sempre più sotto pressione, rendendole meno capaci di sostenere la ripresa dell`economia in Europa».In buona sostanza, è vitale secondo tutta l`industria bancaria continentale evitare che si determini, anzi si approfondisca, un forte squilibrio competitivo tra Europa e Stati Uniti sul terreno dei requisiti prudenziali. Nella missiva a Barnier, Clausen chiede dunque di considerare «il problema di un campo di gioco non livellato» creato dalle autorità Usa e di «decidere lo slittamento al 1 gennaio 2014» per l`applicazione in Europa delle nuove regole di Basilea III. Questa scelta «consentirebbe di aver il tempo necessario per elaborare i necessari standard tecnici».Come ha spiegato ieri il direttore generale dell`Abi, Giovanni Sabatini nel dare notizia dell`iniziativa durante un seminario tenutosi a Gubbio, alle origini della richiesta di rinvio c`è «la differente situazione in cui Basilea 3 è stata ipotizzata e in cui verrebbe oggi a calarsi: siamo nel `double dip` e, a differenza di quanto si ipotizzava allora, il 2013 non sarà un anno di recupero». Al contrario, secondo quanto ha affermato il presidente dell`Abi, Giuseppe Mussari, un rinvio delle norme di Basilea 3 può aiutare il recupero dell`economia italiana. «Il rinvio di Basilea 3 dovrebbe scongiurare il peggioramento del ciclo economico – ha detto Mussari – e potrà aiutare meglio la fase di ripresa, grazie a una maggiore disponibilità di credito alle imprese e ad una ripresa dei mutui immobiliari delle famiglie». Il punto di vista di Mussari è pienamente condiviso anche da Guido Rosa, presidente dell`Associazione banche estere in Italia.

Articolo tratto da Il Sole 24 Ore

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