Bankitalia, Visco e le parole al vento

E’ una giornata come tante. Una di quelle dove, tanto per cambiare, ci si deve incaxxare. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha tuonato aprendo oggi il convengo `Le donne e l`economia italiana` “In Italia serve che si lavori di più, in più e più a lungo”, precisando che `non si tratta di uno slogan ma di un percorso inevitabile da affrontare con determinazione, anche se con gradualità`. Per Visco `non può esserne più rinviato l`inizio`.

Bankitalia, Visco e le parole al vento

Ok, d’accordo, quindi? Cosa significa esattamente sul lato pratico? Chi deve lavorare di più e in che modo? Siamo sicuri che sia un appello da applicare al settore privato così come al pubblico? Visco riprende il discorso: “Un migliore funzionamento del mercato del lavoro, con la capacità di accompagnare e non con la volontà di resistere al cambiamento - nelle tecnologie, nelle produzioni, nell`apertura dei mercati, nelle organizzazioni delle imprese - va di pari passo con mutamenti profondi nella struttura produttiva`. Ma che diamine significa? Volete spiegarmi in che modo possiamo migliorare il funzionamento del mercato del lavoro?

Perché viviamo in un paese dove ogni giorno non si fa altro che riempirsi la bocca dei massimi sistemi per poi abbandonarsi in frasi e considerazioni che sanno di orazione parrocchiale, intrise di politichese, senza un minimo di valenza concreta? Perché dobbiamo sorbirci parole al vento da chi tiene le redini di Bankitalia (considerando pure che il signor Visco non è di certo uno che non ha di che raccontare, è una persona preparatissima, proprio per questo ci fa rabbia che abbia adottato un approccio di questo tipo)? Per fortuna, verrebbe da dire, almeno abbiamo un governo di tecnici. Ma dal 2013 tutto tornerà come prima, il lavoro sporco sarà stato fatto e i nostri amati politici parolieri potranno tornare con i polsini lustrati. Nell’attesa, a ricordarceli ci pensa Visco, sempre che non ci salvi la profezia Maya.

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