Bankitalia, tutti i problemi sul tavolo alla prima di Visco
La crisi del debito sovrano è ancora lì irrisolta con l`Europa che segna il passo sulla soluzione da adottare mentre l`economia langue, le imprese soffrono e le banche devono far fronte a nuove sfide sul capitale e una redditività in calo.
È un debutto in salita quello di Ignazio Visco come governatore della Banca d`Italia all`assemblea dei partecipanti in programma giovedì 31 maggio alla presenza del mondo bancario, imprenditoriale e istituzionale. Dopo l`era Draghi, ora passato alla Bce, l`economista amante dei libri prevalso a sorpresa alla carica di governatore il 20 ottobre sugli altri candidati, si è trovato subito a fare i conti con una situazione estrema. L`Italia era sotto attacco dei mercati per la debolezza dei conti pubblici, riflessa dall`andamento dello spread. Una sfiducia che l`arrivo del governo Monti a novembre ha solo temporaneamente alleviato, e che è ripartita alimentata dal caos della Grecia.
Così come espresso in precedenza da vicegovernatore, Visco non ha lesinato analisi e considerazioni sul percorso da compiere sulla strada del risanamento con il suo tono pacato, realisticamente ottimista ma preciso e un poco accademico che lo contraddistingue. Analisi che con ogni probabilità ritroveremo nelle `considerazioni finalì che terrà giovedì, da sempre ascoltate e lette con attenzione dalle istituzioni di governo, i partiti e il sistema bancario e finanziario. Fin dall`inizio il governatore ha subito apprezzato il lavoro dell`esecutivo Monti e lo sforzo per mettere in sicurezza i conti mettendo comunque in guardia che il 2012 sarà un anno di recessione e che bisogna operare con pazienza «certosina» sulla spesa analizzando voce per voce. In più occasioni ha ribadito come l`Italia sia un paese che onora gli impegni e i cui conti «sono in sicurezza» chiedendo però un impegno maggiore, anche all`Europa, sulla crescita con misure concrete. Visco ha più volte sottolineato come la pressione fiscale sia giunta a livelli elevati, recessivi sul Pil ma necessari visto anche che il calo dello spread, derivate dalla maggiore fiducia dei mercati sull`Italia, permetterebbe un concreto abbassamento dei costi dei finanziamenti e delle spese di interessi da parte dello Stato. E la spending review ora lanciata dal governo, va fatta guardando `voce per vocè e con certosina pazienza mentre la lotta all`evasione portata avanti con misure concrete come quella sui contanti senza però farsi illusioni che possa risultare in vistosi e immediati spazi per la riduzione delle tasse. Anche sui marosi che hanno colpito il sistema bancario nazionale a causa dei requisiti di capitale dell`Eba, dei problemi di liquidità risolti in parte dalle misure Bce e dal crollo della domanda, il governatore ha rifuggito da toni accusatori ma al Forex di febbraio ha invitato i banchieri, cui ha riconosciuto la solidità degli istituti di credito da loro guidati, a saper selezionare i prestiti per non bloccare i finanziamenti alle imprese. Sull`Eba ha riconosciuto che la «sequenza» immaginata dall`autorità europea era sbagliata ma ha invitato a guardare avanti e rafforzarsi tagliando su bonus e dividendi se necessario. Un invito messo poi nero su bianco a inizio marzo e seguito dal settore. Realismo, moderato ottimismo ma rigorosa e scientifica analisi dei problemi e delle soluzioni quindi. Questo lo stile `Viscò nel solco degli insegnamenti del suo (e di Draghi) maestro Federico Caffè ricordato appena qualche giorno fa in un partecipato incontro a La Sapienza.