Banche centrali, il futuro della contesa euro-dollaro

IG ha presentato ieri a Milano l’analisi sulle politiche espansive delle principali Banche Centrali, soffermandosi in particolare sull’operato di Federal Reserve e Banca Centrale Europea e sui fattori che potrebbero pesare sulle loro decisioni nei prossimi mesi, delineando in tal modo il possibile impatto sul cambio euro/dollaro.  

Banche centrali, il futuro della contesa euro-dollaro

LA BCE ED EUROLANDIA

Nel suo studio, IG ha ricordato come la Bce sia intervenuta più volte sui tassi di interesse negli ultimi due anni, affiancando a queste modifiche anche diverse misure volte alla salvaguardia dell’Eurozona, come le due LTRO, il piano OMT e il fondo salva-stati ESM.

Nonostante il miglioramento del clima di fiducia e l’allentamento delle tensioni, testimoniati dal forte calo dei rendimenti dei titoli di Stato dell’Europa periferica, gli analisti di IG ritengono che la BCE possa ridurre ulteriormente il livello dei tassi nei prossimi mesi, per rispondere ai segnali di debolezza che continuano a persistere.

Gli esperti di IG ritengono quindi che esistano elevate probabilità su un prossimo taglio dei tassi (depositi e rifinanziamento principale) di 25 punti base nei prossimi mesi. Riduzioni maggiori di 25 punti base sono invece meno probabili, secondo gli strategist di IG.

LA FED E GLI USA

Dallo scoppio della crisi dei subprime, la politica monetaria della Federal Reserve si è orientata verso posizioni accomodanti, concentrandosi sul tasso sui Fed Fund e sulle misure non convenzionali come l’Operation Twist e il Quantitative Easing (QE).

In questo studio gli analisti di IG hanno illustrato come il FOMC stia aprendo alla possibilità di una exit strategy. Nello specifico, gli esperti di IG ritengono che la FED possa partire dall’eliminazione delle misure non standard, mantenendo invece i tassi sui Fed Fund nel range 0-0,25% almeno fino alla fine del 2014, date le attese per un tasso di inflazione stabile sotto il 2%.

Per gli esperti, la FED agirà in maniera graduale e in linea con i miglioramenti del mercato del lavoro. Se il tasso di disoccupazione dovesse portarsi al di sotto del:

- 7,2%, si avrebbe una riduzione di 20-25 mld di dollari di Treasury, con QE rimanente pari a 60-65 mld;

- 6,8%, si avrebbe la completa rimozione del QE4, con acquisti limitati a 40 mld di MBS;

- 6,5%, si avrebbe l’eliminazione del QE.

Gli analisti di IG hanno poi avvertito sul probabile inasprimento dello scontro tra Repubblicani e Democratici durante l’estate, per quanto riguarda il tema dell’esplosione del debito pubblico statunitense che, una volta superata la soglia dei 16.400 mld dollari, rischierebbe di riportare d’attualità l’ipotesi del default tecnico. Gli esperti di IG hanno spiegato che in caso di mancato accordo, anche le agenzie Moody’s e Fitch potrebbero declassare il rating del Paese, con ripercussioni negative sull’economia del paese e sul biglietto verde.

CONCLUSIONI

`In linea generale - hanno affermato gli analisti di IG Filippo Diodovich e Vincenzo Longo - la correzione di borsa durante l’Estate potrebbe portare a un rafforzamento del biglietto verde e il Dollar Index, dopo la rottura dei massimi di luglio scorso, potrebbe tornare sui massimi di giugno 2010, quando si è portato a ridosso di 89,00. Sul cambio euro/dollaro, ci aspettiamo che la politica monetaria più espansiva della Bce e le attese di una exit strategy della Fed possano nel breve riportare il cambio a riallinearsi verso livelli che più rispecchino i fondamentali`.

In questo momento gli esperti collocano la parità tra le due valute a 1,21 (calcolo effettuato utilizzando le ricerche di “The Economist” e il suo Big Mac Index) e fissano il loro target da qui a tre mesi in un range compreso tra 1,18 - 1,20, ovvero tra i due minimi del 2010 e del 2012.

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