ATTIVITA' E PRODUZIONE MILITARE. MAGGIORE ISTITUZIONE PER EMISSIONE DI CO2

ATTIVITA' E PRODUZIONE MILITARE. MAGGIORE ISTITUZIONE PER EMISSIONE DI CO2

Giannina Puddu,  13 marzo 2025.

Le "Autorità" che ci hanno infilato nell'incubo della "Transizione Eergetica" che sta devastando il territorio sono le stesse che oggi promuovono gli investimenti militari per 800 miliardi di euro.

Da una ricerca fatta in Gran Bretagna nel 2019, nonostante il difficilissimo reperimento dei dati, emerse che le Forze Armate e l'industria delle Armi sono i maggiori emettitori istituzionali di CO2.

I militari, si sa, applicano la riservatezza come regola.

Il segreto militare è esteso alle emissioni di gas serra causate da ogni loro attività, in condizione di pace e di guerra, ovvero quando, ovviamente, le emissioni abbondano.

Le Forze armate non devono segnalare alle Nazioni Unite quanto gas serra emettono.

Questo, per volontà degli Stati Uniti che alla fine degli anni novanta ottennero l'esenzione militare generale rispetto agli accordi sul clima di Kyoto.

Nel 2015, l'accordo di Parigi aveva rimosso l'esenzione ma consentendo che le segnalazioni fossero volontarie.

Questa eccezione rilevante ha complicato parecchio l'attività di ricerca dello studio fatto per censire gli inquinatori globali.

I Paesi forniscono dati sulle emissioni delle Forze Armate confusi e parziali.

Nessun dato è disponibile per ciò che riguarda l'attività militare di Cina, India, Arabia Saudita e Israele.

Tuttavia, lo studio fatto dai ricercatori delle università di Durham e Lancaster (UK), nonostante la grande difficoltà, ha prodotto una stima delle emissioni globali di tutti i Paesi.

La conclusione è che il 5% delle emissioni globali possa essere attriuito all'attività militare con i valori che esplodono, fuori controllo, durante le azioni di guerra.

Il valore del 5% attribuito al tempo di pace è già superiore al totale delle emissioni globali dell'aviazione civile (1,9%) e della navigazione (1,7%).