Assofinance a Ballarò, gli utenti si scatenano sull`attacco del mondo bancario

Ecco una raccolta di tutti le lettere e i commenti arrivati in redazione a seguito dell`intervento del presidente di Assofinance a Ballarò martedì 10 gennaio e del successivo attacco da parte di Luigi Abete. Qui il video originale.

- Come vicepresid. di Assofinance, associazione dei consulenti finanziari indipendenti, c.t. per tribunali e procure ed operatore di mercato da oltre 20 anni segnalo che le inesattezze attribuite da parte del dott Abete alla dott.ssa Puddu dimostrano ancora, a chi la materia la conosce profondamente, come è facile invertire la verità. Chiedere ad un banchiere sulla reale situazione delle banche, del mercato e del nostro debito vuol dire `volere` una risposta ovvia e scontata per il totale conflitto di interessi di chi parla. Sono le stesse risposte che ci hanno portato diritti alla gravissima crisi odierna che non ha avuto ostacoli grazie alla compiaciuta e proficua sottostima dei rischi e le asimmetrie conoscitive e cognitive tra chi produce, offre e colloca prodotti/servizi finanziari ed investitori (privati e pubblici). Il mercato, purtroppo, fatto da soggetti `più` informati da pienamente torto al dott. Abete e ragione ai moniti espressi con molta moderazione dalla dott.ssa Puddu.
Nicola Benini, vicepresidente Assofinance

- Gent. dott.ssa Puddu, riprendo proprio il concetto espresso dall’ottimo dott. Benini di “moderazione della dott.ssa Puddu” proprio per avvalorare la tesi di sottostima del rischio sistemico che il mondo della finanza sta oggi correndo.
Paradossalmente si dovrebbe dire che Lei sia stata fin troppo “morbida” nell’esprimere una posizione che è sostanzialmente self-evident. Il fatto che poi la reazione sia stata così scomposta è sintomo di un “nervo scoperto” che si è andato a toccare, seppur con mano fin troppo leggera.
Chi come noi da anni si occupa di strumenti finanziari “avariati” (vd. derivati, mutui e leasing usurari, anatocismo su conti correnti, etc. – ad es. si consulti. il mio ultimo intervento su Soldi-online: http://www.soldionline.it/guide/diritti-investitore/i-concetti-di-anatocismo-e-usura) sa fino troppo bene che concetti come usura, truffa, se non addirittura estorsione non sono -ahimè!- esclusivo appannaggio di loschi individui e/o associazioni criminali ai margini della società.
Al contrario figure istituzionali –e ben più “rassicuranti”- come Direttori di filiali bancarie, Responsabili Corporate di grandi gruppi bancari e i vertici stessi delle Banche, tanto calorosamente difese dal dott. Abete, sono spessissimo alla ribalta della cronaca giudiziaria in processi civili e penali a loro carico, nei quali molti di noi (il sottoscritto compreso) sono consulenti di parte delle Aziende (CTP) se non periti di tribunale (CTU)  o consulenti tecnici degli organi inquirenti (Pubblici Ministeri).
Sulle ragioni della crisi, quindi, se qualcosa è da imputare ai consulenti finanziari indipendenti non è tanto “l’allarmismo” o il “catastrofismo”, bensì, semmai, la frammentazione degli stessi in troppe “parrocchie” (passatemi il termine!) che finisce di fare il gioco proprio delle banche.
 Buon lavoro a Lei!
Simone Galimberti, associato Assofinance

- Premesso che conosco molto bene sia BNL che Luigi Abete (in veneto Ebete),
e che ho assistito alla trasmissione Rai in questione, assicuro Antonio Mazzone che non deve porsi scupoli sulla definizione del personaggio in questione.
Basta una sola parola, sia per lui che alla sua banca:
`Tossico`.
Un cordiale saluto alla redazione e al `bravo` Antonio.
Adelfio Longo

- Cara Giannina,
l`amico Abete per essere diciamo corretto avrebbe dovuti dire che al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi  devono aderire tutte le banche italiane aventi come forma societaria le Società per azioni!
ok dico io....
e i clienti dei Crediti Coop?
e i clienti di banche comunitarie operanti in Italia?
Ma che ne sà Abete è solo un raccomandato lui e il fratello che sta a capo della FIGC!!!
Ciao
Nicola Mariniello

- La sig.ra Puddu parlava di finanza con la stessa leggerezza con la quale dice all`estetista dell`unghia spezzata e dello smalto che vuole usare. Parlava di rendimenti di titoli senza indicare la durata, che dos conti correnti è meglio che uan per la legge della diversificazion e, fidarsi è bene non fidarsi è meglio. Insomma le classiche cazz che spara uno che non ci capisce un`acca, ma non si capisce come sta lì in una funzione di rappresentanza. Come risparmiatore mi sarei incazzato anch`io come ha fatto Abete
Katia

- La mia “leggerezza” di cui lei parla dipende dal fatto che lavoro nel mondo della finanza, a Milano, dal 1982. Potrà comprendere, anche lei, signora katia, che dopo così tanto tempo assumi, naturalmente, una sorta di “leggerezza” o disinvoltura professionale.
Come si chiama lei, effettivamente? Che lavoro svolge? Capirà, anche, che sarebbe più corretto che io sapessi chi sia lei dal momento che lei conosce, invece, il mio nome e cognome e non solo.
Oltre a questo lei sa bene che non frequentiamo lo stesso estetista.
Infine, perdoni, tra lei e Abete pare esserci un abisso almeno di competenza e visibilità
Giannina Puddu, Presidente Assofinance

- Abete ha interpretato al meglio il proprio ruolo tutt’altro che superpartes. Che cosa vi aspettavate dal presidente della Banca Nazionale del Lavoro? Ha ovviamente “tirato acqua al suo mulino” e difeso l’industria bancaria.
Come? In un modo piuttosto patetico e tipico di chi ha pochi argomenti da offrire, ovvero:
1) Definendolo il Presidente di Assofinance (l’associazione che raggruppa società e consulenti finanziari INDIPENDENTI, ovvero senza conflitto d’interesse-a differenza delle banche), “la signora”, per cercare di discreditare la professionalità ed il ruolo di Giannina Puddu e soprattutto di tutti i professionisti che fanno quel mestiere (associati e non).
2) Sostenendo che i dati che “la signora” ha mostrato erano non veritieri ed errati. Cosa che è pura menzogna, dal momento che chiunque può verificare sul sito di Bloomberg, ad es. per Unicredit (http://www.bloomberg.com/apps/quote?ticker=UCG:IM#chart). Come si può ben vedere, Unicredit è passata nel periodo fra il 03/01/2011 al 06/01/2012 (quando molto probabilmente è stato registrato il servizio di Ballarò alla Puddu) da 10,23 € a 2,62€, ovvero -74,39%. Se Abete avesse ancora qualche dubbio in merito (ipotizzando un errore di Bloomberg, potrebbe comunque chiedere direttamente a Borsa Italiana).
3) Affermando che i conti correnti sono sicuri per i risparmiatori (senza peraltro non farsi scappare un’esortazione in diretta a portare i soldi sul c/c) dal momento che lo stato garantisce fino a 100.000 euro. Si, vero, ma chi garantisce lo stato italiano, che Paul Krugman (“un signore” peraltro premio nobel nel 2008) da’ quasi per spacciato in un recente intervento nel suo blog (http://krugman.blogs.nytimes.com/2011/11/01/eurodammerung/)?
A me sembra che Abete abbia giocato la carta di chi è alla frutta e cerca in un modo forse un po’ troppo mellifluo di difendere una mondo (quello bancario) che non brilla certo per trasparenza e moralità (lo dimostrano i casi Parmalat, Cirio, Argentina…).
Personalmente preferisco chi mi informa dello stato dei fatti (anche se sono i tragici rendimenti azionari delle nostre banche negli ultimi tempi) a chi per dare una qualche informazione sul rischio effettivo di un prodotto finanziario aspetta solo che lo obblighi una direttiva europea (la Mifid).
Manuel Castelletti

- Ieri durante la puntata di Ballarò dedicata ai risparmiatori, è andata in onda un’intervista a Giannina Puddu, la quale con precisione,  numeri alla mano e atteggiamneto pacifico e sorridente ha espresso il suo parere in veste di Presidente di Assofinance, l’associazione nazionale dei consulenti finanziari indipendenti. Nel commentare il servizio e le osservazioni della Puddu, il signor Abete, presidente della banca BNL, palesemente irritato dai pareri sulla concentrazione dei rischi bancari che ha innegabilmente impoverito i portafogli di tutti, si riferiva alla bravissima Puddu con l’epiteto “signora”.
Ebbene, da amica di Giannina Puddu, sua estimatrice e ammiratrice e soprattutto da donna lavoratrice non ho potuto che provare un certo fastidio nel vedere che permangono tracce di una cultura maschilista e arrogante e un uomo navigato come il signor Abete, il  cui curriculum su Wikipedia lascia facilmente desumere che sappia essere un uomo di buone relazioni, non  ha nemmeno il pudore di nascondere la sua irriverenza nei confronti di una preparata professionista, che non rinnega la sua femminilità e si sa presentare al pubblico con un look curato e un bel sorriso, come si conviene ad una vera signora.
Lungi dal fare un’elegia a Giannina, ma volendo capire come si sta al mondo da donne lavoratrici, durante la pausa pubblicitaria ho fatto un giro di telefonate a madre, sorella e alcune amiche che avevo invitato a seguire la trasmissione. Siccome mi piace fare analisi, ho scelto delle interlocutrici estranee al mondo della finanza e dell’economia e mi sono divertita a verificare le loro reazioni. Con grande piacere e soddisfazione ho scoperto che a tutte l’atteggiamento del signor Abete è parso fuori luogo, maleducato e reo confesso!
E’ altamente probabile che la presidente Puddu abbia punto sul vivo un uomo di banca e questo ci fa professionalmente tanto piacere, soprattutto per chi scrive su Ifanews….
Il fatto che vi sia stata unanime impressione, mi ha rafforzata nella convinzione che oggi il giornale doveva fare una nota, non sul piano tecnico, ma formale.
In Italia ci sono troppi dottori e pochissimi signori, per cui essere chiamati signori è certamente una grande lusinga.  Proprio perché le parole hanno un senso e un peso, non possiamo far finta di nulla quando sono fuori contesto. E in Italia la cultura è quella del titolo: per mostrare rispetto si apostrofa dottore chiunque. Come ben sanno i parcheggiatori abusivi del meridione che chiamano dotto’ qualunque automobilista sotto tiro…
In effetti non mi è parso di aver mai letto sui giornali nazionali o sentito nelle trasmissioni televisive rivolgersi al signor Monti, ma al professore, né al signor Berlusconi, ma al cavaliere, né al signor Mentana  ma al dottore. Persino Malinconico ha conservato il titolo di sottosegretario o avvocato dopo la sua miserrima fuoriuscita dal governo.
Invece la Puddu no, pare ieri sera Abete l’abbia scippata del meritato titolo.
Eppure è stata tra i pionieri della promozione finanziaria negli anni ’80, ha ricoperto prestigiosi incarichi manageriali in Sim e banche Nazionali, è imprenditrice e ha fondato la sua società di consulenza finanziaria indipendente, l’associazione di cui è presidente, oltre che aver dato vita al prestigioso progetto di ifanews attraverso la sua società editrice.
Ifanews ambisce a dare consapevolezza ai suoi lettori attraverso la competenza. Ebbene questa competenza è possibile che le donne l’abbiano.  
Ma ovviamente non è sufficiente per una donna, né per un uomo essere competente per meritare un conseguente incarico. A parità di competenza, la donna deve dimostrare di esserlo (per l’uomo spesso basta un”autocertificazione”), essere carina (la sensibilità al senso estetico pubblicamente osannato dal nostro ex-premier è ampiamente condivisa), essere sorridente (per non essere noiosa)  e saper stare un passo indietro quando l’uomo parla, anche se non si tratta del proprio compagno. Se si è anche madri, bisognerebbe preferibilmente nasconderlo, altrimenti il senso dell’efficienza che si trasmette è molto compromesso. Se si sta a casa per seguire il figlio, meglio dire che si sta aspettando il tecnico del satellitare.
Qualunquismo? Demagogia? Ovvietà? Sono tutti concetti con cui liquidare la mia semplice osservazione.
Purtroppo però permane la triste realtà: il mondo lavorativo è maschilista e non so quanto questo sia un bene. Non so se questa crisi sarebbe stata così nella gravità e nel meccanismo di trasmissione, se nei centri di potere ci fossero state più donne, geneticamente meglio predisposte a gestire una pluralità di problemi.
Ad ogni modo, se non possiamo pretendere di piacere, di avere il giusto riconoscimento, semplicemente di lavorare, pretendiamo però il rispetto. Pertanto mi auguro che il il signor Abete, quando si riferiva a quella signora Puddu, ci abbia messo almeno la S maiuscola.
Antonella Simone,  Partner di Adz Morison e collaboratrice di Ifanews

- Mi piace il commento della Signora Antonella Simone , vorrei aggiungere avendo seguito Ballarò , che il Signor Floris dovrebbe per correttezza invitare la Signora Puddu alla prossima trasmissione , insieme al Signor Abete , in modo tale che ci sia un confronto tale da chiarire a noi “normali” , come sta il nostro paese.
Ritengo comunque che le affermazioni della Signora Puddu siano veritiere , al contrario quelle del Signor Abete , visto l’ incarico tutelino solo il suo interesse. Questa è disinformazione !!!
Senza parlare poi della sua reazione nevrotica , che ancor più conferma quanto detto sopra.
Abbiamo bisogno di professionisti capaci che tutelino realmente i nostri interessi e non di pagliacci che invece continuano a rovinare il nostro paese.
Antonio Sierra

- Arrogante l`atteggiamento di Abete , é certamente per lui fastidioso che si mettano in piazza i ciclopici conflitti di interesse che caratterizzano banche e industria del risparmio. Puerile e penoso far credere al telespettatore che `faccio l`imprenditore quindi non ho soldi che non investo nella mia attività`
Marco Losa

- bene la signora Puddu,grande informazione...peccato per l `` Abate` sempre più una conferma al fatto che siamo in mani sbagliate.Sig. Floris dobbiamo rivedere la puntata ma con la Puddu e Abate entrambi in diretta
Alessio gi

- Ho riflettuto parecchio sulla opportunità di scrivere questo articolo per commentare la replica di Luigi Abete – Presidente BNL – all`intervista rilasciata da Giannina Puddu – Presidente Assofinance – durante l`ultima puntata di Ballarò su Rai3.
La mia riluttanza risiedeva nella possibilità che il lettore interpretasse il tutto come una semplice difesa corporativa di un esponente della categoria di CFI. Non è così. Di difesa si tratta, è vero, ma davanti all`attacco ingiusto, scorretto e non veritiero, a mio avviso, mosso da Abete alla Puddu, non sono rimasto insensibile.
L`antefatto è l`intervista della Puddu alla giornalista di Ballarò, presentata all`inizio della trasmissione, dove viene detto che in “tema di protezione del risparmio, bisogna considerare che oggi il rischio si annida in ogni tipo di investimento e che affidarsi ciecamente alla propria banca ci espone anche ad un rischio maggiore perchè “concentrato”. Poi la Puddu ha evidenziato come il 2011 si sia chiuso con una pesantissima perdita dei corsi azionari delle principali banche italiane.
La replica di Abete (scorretta perchè fatta in assenza della diretta interessata e quindi senza diritto di replica) è stata quella di dire subito che la “signora” Puddu ha pronunciato delle inesattezze in continuum e fatto della disinformazione, in quanto:
a) le banche italiane hanno difetti di efficienza sì, ma sono solidissime, anzi tra le più solide in Europa,  perchè a differenza di altre non hanno avuto bisogno di soldi pubblici per evitare il default;
b) il cliente bancario correntista è protetto dal fondo tutela dei depositi
c.    il cliente che investe in azioni è cosciente che si tratta di un investimento a rischio
ci.    in Italia, da un anno e mezzo è presente la Mifid, grazie alla quale le banche sono obbligate a dare informazioni corrette ai propri clienti in termini di scelta di investimento
cii.    etc...
Ma oltre che scorretta, è la sua replica, cioè ricordo,quella di un Presidente di una grande banca, ad essere piena di inesattezze:
1.    La Mifid è entrata in vigore nel novembre del 2007, quindi ben quatto anni fa;
2.    Apprendiamo dalle sue parole che grazie alla Mifid le banche sono state “obbligate” a dare informazioni corrette sulle scelte di investimento ai propri clienti, e prima allora come si comportavano?
3.    Gli aiuti di Stato ci sono stati e come, forse in maniera meno eclatante di altri Paesi, ma i “Tremonti Bonds”, la nuova legge sul credito al consumo con soglie di usura alzate a dismisura, e per ultima la garanzia statale sulle obbligazioni bancarie di nuova emissione da poter scontare presso la BCE e finanziarsi illimitatamente al costo dell`1%?
4.    E poi se è vero che le banche italiane sono tra le più solide d`Europa, come mai quotano in Borsa ad un valore pari al 20%-30% del loro patrimonio, mentre ad esempio quelle spagnole di un altro paese in grave crisi, quotano al 70%-80% ?
5.    E per finire, mi metto nei panni di un cliente della sua banca, e Le chiedo come mai analizzando il bilancio 2010, scopro che a pag. 264: “lo stock di sofferenze del 2009 (3,9 miliardi) si è incrementato di 1,9 miliardi ed è diminuito di circa 500 milioni per miglioramenti di posizioni. Degli 1,9 miliardi di posizioni peggiorate 1,1 miliardi provengono da posizioni classificate a incaglio, per 174 milioni dalle banche acquistate nel 2010 (Fortis Bank), ma ben 435 milioni arrivano da posizioni che nel 2009 erano classificate senza problemi (“in bonis”). Ovvero mi chiedo ancora, Presidente BNL Luigi Abete, ma siete sicuri di possedere un corretto sistema di sorveglianza delle imprese vs clienti in difficoltà? E quali sorprese dobbiamo attenderci dal bilancio 2011?
Antonio Mazzone, collaboratore di Ifanews

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