Assalto alla diligenza? Banche e titoli sotto tiro
Mentre erano in corso le aste italiane di Bot e Btp, le solite `voci` di mercato hanno diffuso notizie false ma così abilmente tempestive da far tremare i polsi ai traders.
Il Tesoro ha pagato più interessi (la scadenza a dodici mesi è salita al 2,84% lordo dal precedente 1,4%) per collocare le nuove emissioni in un clima surreale dove gli investitori istituzionali esteri erano del tutto assenti. Se a questo si aggiunge la pubblicazione sul sito di Moody`s, venerdì 13 aprile, del calendario delle revisioni di rating per le banche italiane previste già dalla prossima settimana, allora il quadro umorale del mercato appare chiaro. Ed appaiono chiari i motivi che hanno fatto crollare i titoli bancari con Unicredit a 3,034(-6%) che ha pagato per tutti ed è stato sospeso dalle contrattazioni per eccesso di ribasso. A questi motivi si aggiungono gli interventi, altrettanto tempestivi del Wall Street Journal che ha nuovamente ricordato i crediti in sofferenza, oltre 100 miliardi (di cui gli incagli stimati a 40 miliardi), che colpiscono le banche italiane e l`enorme ammontare di titoli di stato acquistati da dicembre ad oggi con circa il 50% dei 103 miliardi concessi dalla BCE per tre anni all`1% (ancora più esposte le banche spagnole che hanno acquistato 63 miliardi di bonos). A sua volta la Bce si confronta con 130 miliardi di titoli greci.
Anche il Financial Times è sulla stessa lunghezza d`onda. La domanda da porsi a questo punto è la seguente: perché gli Usa hanno apparentemente voltato le spalle al governo Monti? Cosa ha determinato questo cambiamento? La risposta non è facile. Si possono indicare motivi di campagna elettorale americana. Si possono indicare anche motivi geopolitici che vedrebbero il dollaro nella necessità di indebolire l`euro per poter mantenere intatto l`appeal degli investitori esteri nonostante le enormi dimensioni del debito Usa. Ma vi sono anche possibili motivi tecnici. Ad esempio è rimasto il mistero (Corriere della sera del 12 aprile) del rimborso di 3,5 miliardi alla Morgan Stanley effettuato dal Ministero dell`Economia, retto ad interim dallo stesso Monti con l`ausilio del viceministro Grilli. Un rimborso che ha suscitato una interrogazione parlamentare dalla quale emerge che i derivati swap sottoscritti “over the counter” dal Tesoro italiano ammontano, come nozionale, a circa 160 miliardi di euro pari al dieci per cento dei titoli di debito in circolazione (lo stock dei titoli di Stato spagnoli è pari a 618 miliardi). Su questi dati resta poca trasparenza. Nulla si sa sulle prossime scadenze né sulla eventuale esistenza di clausole a favore degli emittenti bancari esteri che possano replicare, come è stato nel caso di Morgan Stanley, l`uscita a proprio vantaggio (speculativo) da questi contratti con grave danno agli interessi italiani che si volevano proteggere. Sembra quasi di assistere ad un assalto alla diligenza tanto da far pensare che i rapporti intergovernativi contino sempre di meno rispetto ad una situazione che sembra giunta in una fase di nevrosi così avanzata da diventare incontrollabile.
Scritto da Guido Colomba